La scomparsa del Generale

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In paese, a Briatico, era conosciuto da tutti semplicemente come “il generale”.

Si chiamava Paolo Bruno Virgilio di Noia ed era proprio il grande ufficiale al servizio dello Stato, un generale di Corpo d’Armata, già Vicecomandante dell’Arma dei Carabinieri. L’ultima volta che lo avevamo intravisto era immerso, pensieroso, tra i suoi straordinari alberi dai fiori azzurri nei pressi di una sua tenuta.

Il Generale amava tantissimo Briatico, il paese di sua moglie, della marchesa Antonella Bisogni, una delle figlie di Don Renato. Il Generale, appena aveva uno sprazzo di tempo libero, arrivava da Roma e si reimmergeva nella natura calabrese. Quando le grandi finestre della sua casa erano aperte e affacciate sul verde declivio della Piana di Vadi, dietro c’era sempre lo sguardo fiero di Paolo Bruno di Noia, dell’uomo rigoroso che dall’alto del suo uliveto, dominava il mare di Briatico, la Rocchetta e l’intero Golfo di Sant’Eufemia.

Il dottor Paolo di Noia era un uomo discreto, sempre. Una figura quasi impercettibile alla vista degli altri, un uomo tutto d’un pezzo, rigoroso e rigido, ma anche e senza retorica, molto umano, un vero gentiluomo, un raffinato che amava il bello ma anche la concretezza delle cose vere. In Calabria, a Briatico, lo vedevamo ogni tanto uscire dal cancello di Villa Bisogni, nel cuore del paese, dove, nel giardino, ci sono ancora le antiche tombe di cani, scimmie, visoni e pappagalli, gli animali di una volta della famiglia Bisogni. Lo vedevamo, il Generale, osservare e curare personalmente i suoi tanti piccoli alberi di ulivo che crescevano lenti tra gli altri ulivi secolari della sua villa fuori paese, sull’altura nei pressi della chiesetta della Madonnella. Lui si rilassava così nel suo tempo libero, circondato da sua moglie Antonella, dalle figlie Federica e Giovanna, dai suoi nobili parenti e da tantissimi amici importanti che arrivavano da lontano.

Poi un rituale e sentito passaggio in caserma a trovare i suoi Uomini, anche qui, in una piccola Stazione Carabinieri di paese. Il già Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri è venuto a mancare lo scorso sabato, 23 settembre, a Roma. Dopo i funerali una santa messa in suffragio è stata celebrata anche a Briatico presso la Chiesa della Madonna del Carmelo.

Di Noia era nato in Puglia, a Taranto, nel 1936, aveva intrapreso la carriera militare nel 1952 presso la scuola Militare Nunziatella. Un impegno continuo per l’Arma, già nel 1958 Sottotenente dei Carabinieri. Laureato in Scienze Politiche e profondo conoscitore della lingua inglese, aveva frequentato il Corso per pilota di elicotteri. Nel corso della sua brillante carriera il gen. Paolo di Noia  nei gradi di Tenente e Capitano è stato Comandante di Plotone presso la Scuola Sottufficiali Carabinieri di Firenze, Comandante della Tenenza di Catania, nonché Addetto all’Ufficio sinossi e pubblicazioni della Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma.

Successivamente ha ricoperto incarichi di addetto al Reparto Elicotteri di Frosinone, di Capo Ufficio Sicurezza e Volo del Centro Elicotteri di Pratica di Mare, di Comandante  della Squadriglia Elicotteri dell’Urbe di Roma nonché comandante della Compagnia di Catanzaro e di ufficiale sicurezza e volo di Pratica di Mare. Da ufficiale Maggiore e Tenente Colonnello è stato comandante del nucleo radiomobile della Legione Carabinieri a Roma e Comandante del Gruppo Carabinieri Roma III a Frascati.

Da Ufficiale Generale ha retto le cariche di Capo di Stato Maggiore, di Comandante della Regione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta, di Comandante Carabinieri del Ministero Affari Esteri nonché Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, di Direttore Generale Responsabile dei Sistemi Informativi e Automatizzati dell’Arma dei Carabinieri e di Comandante Unità Mobili e Specializzate Carabinieri “Palidoro” di Roma. In ultimo, con il grado di Generale di Corpo d’Armata, è stato Presidente dell’organo Collegiale di Direzione del Servizio di Controllo Interno del Ministero della Difesa. Nel corso della sua carriera gli sono state conferite numerose attestazioni di merito, encomi solenni e alte onorificenze tra le quali quella di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e la Croce d’Oro al Merito dell’Arma dei Carabinieri.

Franco Vallone

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