La scomparsa di don Domenico Grasso

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Don Domenico Grasso
Don Domenico Grasso

Gli amici lo chiamavano semplicemente don Micuccio, lui si chiamava Domenico Grasso, ed è scomparso qualche giorno addietro a Briatico, dove abitava da anni. Aveva celebrato la sua prima messa  nel lontano otto settembre del 1956, festa di Maria SS delle Grazie.

Don Micuccio era davvero un prete d’altri tempi, sempre con in lungo nero abito talare, amava passeggiare tra le barche, per le strade della marina di Briatico, dove pazientemente attendeva le altre barche che rientravano dalla pesca, poi s’intratteneva lungamente con i pescatori, si soffermava davanti alle baracche, tra le reti, le cassette di pescato, per farsi raccontare, per discutere di grandi pesci mai visti, di specie marine e di mitici racconti di mare, si accompagnava sempre al suo grande ombrello nero che utilizzava per ripararsi dalla pioggia, in inverno, e dal sole in estate.

Don Domenico Grasso era nato a Mandaradoni di Briatico nel 1931, nello stesso paese dove oggi sono stati celebrati i funerali dal vescovo di Mileto, Nicotera, Tropea, monsignor Luigi Renzo, da padre Fausto, parroco di Mandaradoni, ed altri venti parroci provenienti da altre parrocchie delle comunità vicine.

La chiesa del piccolo paese, per l’occasione era gremita da numerosi parenti e amici, centinaia gli ex parrocchiani arrivati dai paesi di Mantineo di Cessaniti, Piana Pugliese di Cessaniti, Pannaconi di Cessaniti e Paradisoni di Briatico, luoghi dove in passato don Domenico Grasso era stato parroco, inoltre non ha voluto mancare la Confraternita della chiesa della Madonna della Lettera di Pannaconi, sua parrocchia per ben quarantadue anni.

Nell’omelia, il vescovo Renzo ricordando il prelato scomparso, si è soffermato “sulla voglia del parroco di voler celebrare la Santa messa con profonda aderenza ai valori cristiani, con tanto impegno. Anche se Don Domenico si trovava in condizioni di salute precarie sostituiva tranquillamente i sacerdoti delle comunità vicine, come Bivona e  San Pietro di Vibo Valentia, andando col proprio mezzo, rifiutandosi sempre di farsi accompagnare”. Adesso don Micuccio riposa nella tomba di famiglia, nel piccolo cimitero di Mandaradoni, nello stesso paesino che aveva frequentato da bambino, da adolescente, sotto la guida spirituale dello zio materno, l’abate Antonio Naso.

Franco Vallone

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