“Varvetta” uccide “U Mancinu”

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Extract libro “Brattirò e la sua storia: aneddoti, fatti, misfatti”, scritto da Pasquale Vallone pubblicato nel 2012 dalla Thoth Edizioni.

ROMBOLA’ GIROLAMO  ( VARVETTA )

Rombolà Girolamo, soprannominato Varvetta, nacque nel 1812; era figlio di Giuseppe Rombolà, u Toscanu (1767 – 1845), che era figlio di Alfonso Rombolà. Quindi, Varvetta, era nipote di Matalena, di Milingiana e di Mastrantoni (tutti fratelli di U Toscanu) e pertanto era cugino di Cicciu Cola.

Varvetta  sposò Orsola Pantano che era figlia di Carlo Pantano e di Antonia Pontoriero di Brivadi. Ebbero nove figli: 1) Elisabetta (1834), 2) Giuseppe (1836), morto nel 1838, 3) Giuseppe (1838, nato lo stesso anno che morì il fratello, del quale portò lo stesso nome), 4) Carlo (1842, emigrò a San Calogero), 5) Delia (1846, da lei ci fu la discendenza, per parte materna, dei Caminoti), 7) Gregorio (1849, morto), 8) Domenica (1850, la cui figlia Olimpia sposò un Ferraro, donde il nome Olimpia, presente nei Ferraro di Brattirò), 9) Elisabetta (1853).

Varvetta era un uomo dal temperamento collerico, per cui facilmente perdeva la pazienza e attaccava briga.

Per questo era temuto e rispettato.

Si macchiò di un omicidio a Caria dove faceva da guardiano ai signori Galli di Tropea, proprietari dei terreni attorno a Torre Galli, e in questa sua mansione fu avversato, quindi odiato da Antonio Pugliese di Caria, detto “u Mancinu”, il quale era un uomo sanguinario e non poteva accettare che uno di Brattirò facesse la guardiania a Caria.

Fra i due scoppiò una lite e il Varvetta uccise u Mancinu.  Era il 1870.

L’eccidio avvenne in contrada Torre Galli, esattamente in un bosco che si chiama ancora: “Voscu du Mancinu”.

Paquale Vallone

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