“Un sogno durato quanto lo spazio di un mattino”

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Un sogno durato quanto lo spazio di un mattino

Mais elle était du monde où les plus belles choses
Ont le pire destin,
Et rose, elle a vécu ce que vivent les roses,
L′espace d′un matin. ( F. de Malherbe ).
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La Pizzuta, simbolo di Parghelia

C′era una volta il “sogno pargheliese”, raccontato con dovizia di particolari e con estrema accuratezza nelle cinque pagine del programma elettorale – tutto uno sbandieramento di idee con una nuova visione della politica locale – composto di un preambolo e di ben undici paragrafi e proclamato e “annunciato” dalla lista civica ai cittadini nel lontano ottobre del 2009.
A tre anni di distanza, credo che sia lecito domandarsi che fine esso abbia fatto: se si sia momentaneamente eclissato oppure se sia entrato in una lenta agonia per poi sprofondare nel buco nero delle promesse della politica elettoralistica e opportunistica. La mia opinione è che sia andato via via sfarinandosi, come un castello di sabbia travolto da un′onda.
Per la verità, è noto a tutti che le risorse finanziarie a disposizione degli enti locali sono scarse e insufficienti per l′attuazione di un qualsivoglia, sia pur minimo, programma amministrativo, ma, a mio avviso, è mancata agli amministratori pubblici locali una forte e coerente tensione morale e sono anche venuti meno il coraggio e la volontà di cominciare a tradurre in fatti almeno gli impegni più importanti e pressanti presi formalmente con gli elettori, tradendo così le loro attese di rinnovamento vero.
Un tempo in politica si sapeva bene: non si facevano promesse alla leggera, perché promettere significa assumersi delle responsabilità; perché tutti sapevano che, un giorno o l′altro, le promesse sarebbero diventate un debito. Certo, con questo non voglio dire che un tempo tutte le promesse venissero rispettate. Incertezze e tradimenti sono sempre esistiti. Ma non c′era in politica questo modo assurdo, oramai generalizzato, di promettere quello che si sapeva già che era difficile poter realizzare.
Ed allora, difronte a un programma che è, al momento, essenzialmente una desolante lettera morta e di fronte a un cambiamento che non è sostanziale, ma solo di facciata, difronte a un quadro politico disastrato, cosa posso scrivere se non che mi stringe il cuore a vedere Parghelia scivolare inesorabilmente in una grave crisi sociale e politica, sempre con gli stessi pesanti e opprimenti problemi. Ereditati, è vero, dal passato e diventati sempre più difficili e complessi, ma mai affrontati, neanche ora, con la necessaria risolutezza.
La comunità cittadina vive ormai, con la “complicità” colposa delle istituzioni e delle forze partitiche, in una fiera delle illusioni, in una politica fantasiosa e virtuale fatta di “annunci” e di “spettacoli”, mentre le questioni fondamentali – quelle ambientali e della sicurezza – sono lì, in lista d′attesa! E nessuno si accorge – a parte il nuovo segretario del partito democratico che ha scritto di recente una lettera, indirizzata alle autorità provinciali, sulla questione delle “barriere soffolte” – del fatto che tra un po’ di anni la spiaggia di Michelino, una meraviglia paesaggistica che tutti ci invidiano, scomparirà forse per sempre, soggetta com′è alla continua erosione del mare. E tutti hanno dimenticato che centinaia di lastre di eternit ricoprono ancora, con concreti rischi per la salute pubblica, i tetti delle ex case popolari e di altri immobili cittadini, nonostante che sia trascorso più di un anno dall′emanazione dell′ordinanza sindacale n°15/2011, con la quale veniva indetto il censimento degli edifici a rischio amianto.
Di certo, la diagnosi sullo stato generale di salute di Parghelia è più grave del previsto, anche perché la gente perde, con estrema facilità, la memoria dei problemi e tende a minimizzare le questioni di interesse generale.
Ne è prova anche il fatto che si siano chiusi gli occhi soprattutto per quanto riguarda la penetrazione della malavita organizzata nel territorio comunale, e ciò si porta dietro, purtroppo, un′altra questione: i sospetti di “benevola indifferenza” verso tale fenomeno da parte dell′establishement politico e l′involontario “consenso sociale”, fatto di silenzio, che inevitabilmente ne segue. La situazione attuale segnala, inoltre, fenomeni involutivi gravi della convivenza civile, che hanno strozzato e hanno fatto venir meno le ragioni stesse dello stare insieme.
Forse non resta che arrendersi all′evidenza: nonostante si fosse attinto a forze fresche della società pargheliese, nonostante i volti nuovi e puliti della “nouvelle vague” politica, che ha vinto poi le elezioni, e nonostante la voglia di partecipazione politica manifestata dai cittadini nel corso della campagna elettorale di tre anni fa, che dava l′impressione che si fosse usciti dallo storico letargo, un reale rinnovamento della politica non si è realizzato. Il riscatto non si è pienamente concretizzato e il “sogno”, purtroppo, non si è trasformato in realtà.
Temo, a questo punto, che sia vano sperare in una nuova stagione politica. Anzi, credo che è proprio impossibile. E questa impossibilità dà la misura della crisi che Parghelia sta attraversando. Ma io voglio continuare ad essere, a fin di bene, una voce fuori dal coro, sperando che le repliche e le risposte a quanto ho scritto, se ci saranno, siano garbate e – come si usa dire – politicamente corrette e soprattutto costruttive.

Andrea Locane

 

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