
Pochi giorni fa l’annuncio formale circa l’esito dei Progetti integrati di sviluppo locale (Pisl). Progetti decisamente importanti perché offrono un’opportunità di rilancio dei territori e la realizzazione di opere di primaria importanza. Il Pisl denominato “Vibo Giardino sul mare”, capofila il Comune di Vibo Valentia, è stato finanziato per 10.168.383,21 euro. Tra i vari progetti ammessi al finanziamento anche quello presentato dal Comune di Zungri: “Interventi sull’insediamento rupestre degli Sbariati e centro Museo”; rilevante l’importo concesso: 600mila euro. Il sindaco Francesco Galati ha accolto la notizia con comprensibile entusiasmo e soddisfazione: «Il risultato ottenuto -ha dichiarato- ripaga l’amministrazione di un grande lavoro svolto con passione e determinazione e inseguito da molto tempo». Il capo dell’esecutivo ha poi aggiunto: «Già oggi, le grotte ricevono flussi di visitatori significativi. Con il contributo ottenuto si punterà a stabilizzare tali flussi, se possibile ad ampliarli e a razionalizzare l’offerta culturale». Il primo cittadino poi ha aggiunto: «I fondi verranno impiegati, in prevalenza per opere strutturali di consolidamento dell’area archeologica. Poi verrà modernizzato l’adiacente museo dedicato alla civiltà contadina e rupestre, anche attraverso un’opportuna catalogazione del materiale raccolto e l’ausilio di strumenti audio-video. Si punterà, altresì, ad approfondire la ricerca sulle Grotte degli Sbariati che in Calabria rappresentano l’unico o comunque il più importante insediamento rupestre esistente». A tale riguardo va precisato che le Grotte degli Sbariati vennero “scoperte” circa trent’anni fa grazie a un puntiglioso lavoro di ricerca organizzato dall’amministrazione comunale dell’epoca, capeggiata da Pasquale Mazzitelli. Esse costituiscono un vero e proprio insediamento che secondo gli attuali studi (trattasi di studi di massima) risalgono al XII-XIV secolo d.C. Lo stesso vocabolo “Zungrì” a giudizio di alcuni studiosi significherebbe, appunto, roccia. Le grotte sono 39 (di meno, quelle per ora visitabili agevolmente) e aggettano sul torrente denominato “Malopera”. Un sito di grande fascino nel quale mistero, natura, storia e spiritualità trovano una sintesi mirabile. L’insediamento degli Sbariati testimonia l’applicazione ferrea della regola di San Basilio, che prevedeva un cenobio con celle individuali e aree comuni per la preghiera e il lavoro. Al contrario di altri ordini, i Basiliani non si allontanavano dalle città, ma si dedicavano a compiti caritativi e a diffondere le loro conoscenze artigianali, agricole e architettoniche; rivelandosi, così, preziosi per la comunità. E infatti, il sito, dista poche centinaia di metri da quello che fu il centro storico zungrese. Il contributo concesso, rappresenta, pertanto, un punto nodale per lo sviluppo delle potenzialità dell’area.
Corrado L’Andolina