Spilinga: sua maestà la ‘nduja

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SPILINGA, 1500 abitanti. Località e frazioni: Panaia e  Carciadi

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La chiesa di Carciadi
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L’acquedotto all’entrata del paese
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L’antica chiesa di Panaia
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Monte Poro
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Edicola votiva
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Fontanella presso il santuario di Spilinga
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Nel giardino del santuario
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La chiesa di Panaia
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La ‘nduja
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Il santuario della Madonna delle Fonti
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Santuario Madonna delle Fonti
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La ‘nduja

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CENNI STORICI

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Spilinga sorge sulle pendici del Monte Poro, ad un’altura di 450 metri circa s.l.m. Il nome di questo Comune, appellativo abbastanza diffuso in Calabria, viene dal greco e significherebbe “spelonca”. Si tramanda che una frana avesse distrutto dei villaggi che sorgevano in questi luoghi. Coloro che scamparono al disastro si rifugiarono, appunto, in spelonche e si fusero pian piano in un’unica comunità, che crebbe anche per l’arrivo di altre persone. Da questo processo si pensa che, nel corso dei secoli, nacque l’attuale Spilinga.  Fu poi casale di Tropea, territorio del quale seguì perciò le sorti. Divenne Comune autonomo dopo il riordino amministrativo ai primi dell’800. Negli ultimi anni, Spilinga ha conosciuto una crescente notorietà e benefici economici grazie alla nduja, insaccato calabrese conosciuto in tutto il mondo, tipico proprio di questo piccolo comune; prodotto col peperoncino e con carni di maiale scelte, dopo un operoso trattamento di essiccazione.

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La chiesa di Panaia dedicata alla Madonna dei Cento Ferri

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DA VEDERE

La chiesa di San Giovanni Battista, ricostruita dopo il terremoto del 1783; la chiesa di Carciadi; la chiesetta di Santa Maria delle Grazie e quella di San Michele; il santuario della Madonna delle Fonti, chiesetta ricavata nella roccia probabilmente in un rifugio eremitico basiliano; la chiesa della Madonna dei Centoferri nella frazione Panaia del 1400; i resti dell’acquedotto, che sembra di epoca romana, ma che in realtà è molto più recente; le grotte naturali esistenti in più punti del territorio comunale; i ruderi degli antichi mulini nei pressi della fiumara Ruffa e la Woodwardia Radicans, felce millenaria, che trova condizioni ideali di crescita nei pressi della medesima fiumara.

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Il campanile della chiesa parrocchiale prima del restauro
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la chiesa parrocchiale prima del restauro
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La chiesa di Carciadi
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La chiesa di Carciadi

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FESTE RELIGIOSE

Il 21 maggio si svolge la festa della Madonna delle Fonti presso l’omonimo santuario, meta di continui pellegrinaggi; il 29 settembre ricorre invece la festa di San Michele Arcangelo.

PRINCIPALI EVENTI TRADIZIONALI

Da non perdere la sagra della nduja l’8 agosto, uno degli appuntamenti enogastronomici simbolo del territorio vibonese. A Spilinga, comunque, nel corso dell’anno vengono organizzate anche altre manifestazioni culturali e spettacoli di intrattenimento.

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Chiesetta nei pressi dell’acquedotto spilingese

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ALTRE INFORMAZIONI E CURIOSITà

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Ultimamente la parola Nduja è entrata nello Zingarelli, dizionario della lingua italiana della Zanichelli, a dimostrazione di una notorietà ormai acquisita da parte di questo delizioso salame al quale viene inscindibilmente legato il nome di Spilinga (per maggiori info sulla ‘nduja clicca qui)

La sagra della Nduja di Spilinga è stata la prima sagra organizzata in provincia di Vibo Valentia. La prima edizione risale agli anni ’70. Da allora è stata organizzata con continuità ed andata via via crescendo: non più una semplice festa, ma un vero e proprio evento che produce strascichi positivi per tutto l’anno. Successivamente, molti altri centri hanno cercato di imitare l’iniziativa spilingese e sono “sorte” altre sagre. Ma poche di queste, forse nessuna, è riuscita a creare un momento di vera promozione di un prodotto e produrre perciò benefici tangibili per il territorio.

L’acquedotto rurale di Spilinga (clicca qui).

Pare che partì proprio da Spilinga una delle rivolte contro Tropea, città della quale Spilinga era casale. Più precisamente il tumulto del 1722.

Il nome della chiesa di Panaia, soprannominata “della Madonna dei Centoferri”, secondo la leggenda deriva da una visita di un Papa  che qui si sarebbe fermato a pregare scortato da cento guardie armate di lance.

Un ringraziamento al sindaco Franco Barbalace per le informazioni che ci ha fornito.

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