“Un messaggio straordinario” nel libro di Antonio Mungo

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Ancora una recensione di uno degli ultimi libri da me pubblicati, intitolato “Frammenti di un’anima…”, volume scritto dal prof. Antonio Mungo (vai alla scheda del libro).
“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura… “
…E’ l’incipit più famoso della nostra letteratura, ed apre il tema del viaggio… Passano i secoli ma sull’umanità grava sempre la spada di Damocle! Anche su Antonio!
Il nostro autore, infatti, nel suo “Frammenti della mia anima” si trova a fare un resoconto del suo viaggio, in un momento di grande confusione, durante il quale ‘nel vortice cade ogni uomo innocente’ per poi poter ritrovare la via smarrita, le ‘albe color del giacinto che illudono l’anima di chi ha visto cadere ogni sogno. E danno la forza per continuare!’ […]
Antonio esprime con i suoi versi la forza della poesia, ossia la forza di liberazione della stessa poesia: un messaggio straordinario. Narra, e in versi e in prosa, l’amore, il male, la vita, la morte, la sofferenza e la conoscenza come salvezza, con un linguaggio semplice e scorrevole che fa breccia nell’uomo del nostro tempo, soprattutto quello provato da ogni crisi, anche dalla recente pandemia.
Nella sua opera, giova ribadirlo, traspare la libertà dell’espressione della poesia, anche di foscoliana memoria: ‘Ma l’illusione resta, non finirà così! Una luce, pur fioca, illumina il cammino di chi diventa vittima di amarezza e dolori’[…] – Spes, ultima dea – che diventa musa ispiratrice di nuove emozioni, di una vita rinnovata, di una nuova primavera, uscendo fuori dagli schemi imposti dalla consuetudine moderna.
Nel contempo, il nostro autore manifesta gioie ed amarezze della vita, dopo un cammino contrassegnato da momenti anche molto critici!
“Mai un ombra che avesse pietà, che volesse lenire i miei affanni alleviando il pungente dolore’ […]! Ecco una sorta di resoconto tutto sommato soddisfacente (tra sconfitte e rivincite).
Nelle poesie emergono i ricordi nostalgici e gli insegnamenti di vita paterni, rievocati con gioia e dolore: ‘Quanto sei lontano, papà! Quanto vicino al mio cuore!’ […] ‘Un vetro inumidito, gocciolante di lacrime separava l’illusione della vita dalla realtà nera della morte’ […] E poi gli anni della formazione scolastica presso il Liceo Classico Telesio: ‘Corso Telesio, strada della mia vita. Bambino ancora, mi inerpicavo ansante per raggiungere la vetta…’ […] – Il mio cuore  è tra le tue pietre! Centrale è la passione per i viaggi verso i luoghi, fonte della sua formazione culturale: ‘Era la calda estate del settantadue! Il mondo degli dei era diventato mio, la lingua degli dei, sinfonia esaltante.’ […].In un cantuccio del suo cuore sono custoditi tutti i luoghi santi, da Nazareth a Sefforis, a Cana, al Tabor, Monte Nebo, Gerusalemme, Betania, Betlemme, Emmaus…
Posso dire, infine, che ho il piacere di leggere il racconto entusiasmante e coinvolgente di una vita a 360 gradi di un ‘lattarachese’(come Antonio ama autodefinirsi)!
Gaetano Di Foggia
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