Parghelia. “Ripartire subito per non morire”

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Andrea Locane

Parghelia, ripartire subito per non morire

Un affetto antico e profondo mi lega a Parghelia, il paese dove sono nato. E questa è la sola ragione che mi spinge, da dieci anni a questa parte, a intervenire e a rendere pubbliche le mie riflessioni sulle sue vicende, politiche soprattutto, sempre con la speranza che la mia “collaborazione esterna”, dal lontanissimo nord-est dell’Italia, possa essere di qualche utilità ed interesse.

Fatta questa necessaria premessa, vale la pena di ribadire, ancora una volta, che il mio bellissimo paese vive attualmente uno dei periodi più sofferti della sua storia. Nel corso delle mie brevissime vacanze pargheliesi, a settembre e a novembre dell’anno scorso, ho sentito parlare in modo aperto i miei amici ed altri di una “crisi politica, culturale e sociale”, e di un progressivo e inarrestabile scivolamento dell’opinione pubblica nel più totale disinteresse nei confronti delle problematiche collettive. Ma le cose stanno davvero così? Parghelia è davvero un paese che non ha più progetti e giace apatico nell’attesa di eventi salvifici? Difficile a dirsi, anche se si può affermare che una delle cause di questa situazione negativa è stata l’incapacità della classe politica locale di leggere e analizzare seriamente lo stato delle cose e di assumere progetti e iniziative, che non fossero solo le pur apprezzabili kermesse dell’”estate pargheliese”.

La posta in gioco è molto chiara: solo il Comune può fermare la china, che sta trascinando via con furia il paese e sta distruggendo alla radice la sua vita sociale, culturale e politica. Pertanto, ora che un nuovo sindaco, una nuova giunta e un nuovo Consiglio comunale si sono ufficialmente insediati, occorre ripartire, affrontando in prima battuta le questioni, la cui soluzione io considero pregiudiziale a tutto il resto, cioè i problemi che sono sempre stati i grandi assenti nei programmi amministrativi: la politica dell’ambiente e il coinvolgimento partecipativo della collettività cittadina nei processi decisionali dell’amministrazione della cosa pubblica, da attuare attraverso la valorizzazione e l’utilizzo soprattutto del dibattito e del dialogo pubblici.

Non so – e in fin dei conti non è questo il problema – se quanto sto scrivendo, ormai da un un paio di lustri, sarà mai preso in considerazione per dare corso a pubbliche iniziative relativamente ai temi appena indicati. Ma di una cosa sono sicuro, del fatto cioè che gli amministratori del recente passato, indifferenti alla realtà delle cose, mi sembra non si siano accorti di quanto fossero gravi le difficoltà e il malessere del paese, né hanno mai intuito, usando un minimo di buonsenso politico, che le spettacolari organizzazioni degli eventi, pur interessanti, dell’estate pargheliese, non erano certamente gli strumenti giusti e sufficienti per affrontarli e vincerli.

La nuova amministrazione dovrebbe, a mio modesto parere, impegnarsi in un nuovo e diverso percorso di riflessione politica, che, in ogni caso, non prenda le mosse dal programma presentato agli elettori, le cui possibilità di attuazione sono bassissime, ma, pragmaticamente, dal rendere conoscibili e quindi pubbliche le complicate questioni amministrative, interessando così i cittadini ad una partecipazione politica che non si limiti al solo appuntamento elettorale, ma continui per l’intera durata del ciclo amministrativo, anche se le decisioni spettano, alla fine, agli organismi rappresentativi democraticamente eletti. Solo così credo che si possa rendere più forte e incisiva l’azione amministrativa del sindaco e della sua giunta, che non resteranno di conseguenza isolati qualora dovessero decidere di intervenire su temi difficili e rischiosi, come quelli della difesa del paesaggio e del risanamento e ripristino del territorio – problemi sempre trascurati o addirittura dimenticati -, contrastando in questo modo il disinteresse pressoché generalizzato per le politiche dell’ambiente.

Sono dell’opinione che non è troppo tardi per provare a spiegare alla gente quanto quel che resta delle possibilità turistiche di Parghelia possa essere definitivamente compromesso dall’indifferenza generale al disastro che ha accompagnato l’ambiente e l’intero territorio comunale in tutti questi anni e quanto sia urgente agire e intervenire profondamente da subito e tutti insieme, in uno spirito di collaborazione e di responsabilità collettiva. Tutti quanti insieme – sindaco, giunta, maggioranza, opposizione e cittadini – per sconfiggere l’apatia politica e per vincere la stanchezza e la mancanza di voglia di ascoltare, di discutere, di decidere. Non c’è altra terapia o altra via per cambiare verso.

Può essere questo l’inizio di una nuova storia, di un’avventura collettiva che porti Parghelia fuori dalle secche della crisi attuale per spingerla e proiettarla verso un futuro nuovo che punti soprattutto alla realizzazione di una vera politica turistica – il turismo può diventare un’autentica risorsa economica per il paese – mettendo da parte la ripetizione ossessiva di possedere “le spiagge e il mare più belli del mondo” ed agendo in concreto. Il Comune svolgendo adeguatamente la sua attività essenziale di controllo e la sua opera di prevenzione e, quando è il caso, di repressione, e la cittadinanza sostenendo il sindaco e la giunta in tale indispensabile azione e nella realizzazione di questo nuovo sogno di “cambiamento”, che in passato sembrava più di una speranza e a portata di mano, ma poi nei fatti veniva messo da parte, relegandolo nel libro delle favole impossibili. So che è una partita difficile, ma in politica niente è impossibile. Uniti si può. Forse bisognerebbe incominciare a pensare che si debba.

Andrea Locane

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