Parghelia – Dalle parole ai fatti

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Andrea Locane

Dopo i riti elettorali e le tante parole servono i fatti

A differenza, credo, della gran parte dei cittadini di Parghelia, che si sono accontentati delle “narrazioni” elettorali, io i programmi scritti dai due candidati alla carica di sindaco, sono andato a leggermeli tutti. Sì, tutti, riga dopo riga, lungo i testi che di parole ne contengono fin troppe, per ben undici paragrafi complessivamente. Non nascondo che la fatica c’è stata, ma alla fine ne è valsa la pena. Sì, perché ho trovato che le due forze politiche (tutt’e due di sinistra?), che prendevano parte alla competizione per la conquista del governo del Comune, facevano sul serio, o perlomeno credevano di fare sul serio, ripetendo – ahimè – le solite “litanie” programmatiche, sproporzionate rispetto alle capacità finanziarie comunali e quindi, di per sé, difficili da realizzare, e le “liturgie” del passato.

Non sono così sprovveduto da non sapere che tutte le campagne elettorali sono caratterizzate da promesse e impegni paradossali che i politici si divertono a snocciolare con la speranza di strappare un voto in più ad un elettorato stanco, apatico e, a volte, indeciso, ma sono dell’avviso, per una questione di onestà politica, che sarebbe giusto ed opportuno non arrivare alla “ipertrofia” delle promesse e delle enunciazioni e alla presentazione al giudizio degli elettori di programmi e proposte che, a mio modesto parere, sembra rispondano più ad esigenze formali. Tra l’altro ho notato in alcuni punti dei programmi medesimi mancanza di chiarezza e un uso dei termini che ondeggia tra una spocchiosa oscurità e ad una scrittura impropria. A questo punto vorrei ricordare al vincitore della competizione, che conosco come persona intelligente e preparata, e alla sua squadra, che la politica non è fatta da magniloquenti dichiarazioni programmatiche e da buone intenzioni. Perché ci sia politica è necessario, poi, che dalle parole si passi ai fatti, e anzitutto alla dimostrazione – cosa che mancava nei programmi elettorali – della praticabilità delle promesse. Ora che i “riti” elettorali sono finiti e l’euforia e l’entusiasmo della campagna elettorale si sono assopiti, il sindaco eletto dovrà cominciare a fare i conti con lo stato delle cose e con la realtà, e quindi si scontrerà inevitabilmente con la vera politica, quella del rispetto degli impegni presi e delle promesse fatte nel corso della campagna elettorale. L’impressione che emerge da una lettura attenta e spassionata delle linee programmatiche, è quella di una serie infinita di dichiarazioni solenni, di promesse impossibili, di formulazioni di principi e slogan, di progetti fantasiosi carenti di soluzioni pratiche e spregiudicati più del solito. Insomma, il solito “libro dei sogni”. Un indizio inquietante, questo, di quanto poco la classe politica pargheliese in generale riesca a farsi autenticamente interprete delle esigenze e dei bisogni di un paese che sta morendo dal punto di vista politico, sociale e culturale.

La cosa che tuttora mi impressiona e mi deprime è che, anche questa volta, – cadendo nel solito errore della politica demagogica – tutt’e due i candidati, che stimo per la loro cultura e intelligenza politica, hanno fatto a gara a chi la sparava più grossa, pur sapendo che la maggior parte dei punti programmatici proposti all’elettorato consisteva in vuoti annunci…pubblicitari, da considerare, perciò, soltanto “aria fritta”. Senza dubbio i termini usati nella formulazione dei programmi sembrano l’epopea di ideali e sogni meravigliosi. Tutto è bellissimo, tutte le parole utilizzate hanno una musicalità che affascina e conquista sin dall’inizio. Ma chi è un po’ smaliziato e sa leggere il copione non ci casca e arriva alla conclusione che nelle linee di programma manca un concreto progetto politico e non c’è nulla di veramente utile per la costruzione di un futuro di rilancio sociale ed economico di Parghelia.

Per finire vorrei accennare ad un problema che mi sta particolarmente a cuore, quello dell’ambiente e della politica ambientale, temi che ho trattato più volte in passato con delle note pubblicate in questo sito e che desidero portare ora all’attenzione del nuovo sindaco e della sua giunta. Nel programma sono pochissime, e di sfuggita, le parole dedicate a questo tema, che è sicuramente strategico e centrale per la restituzione a nuova vita di Parghelia. Vorrei ricordare anche che il diritto ad un ambiente salubre rappresenta un tassello importante non solo per la qualità della vita della comunità pargheliese, ma anche per una credibile politica turistica, considerato che Parghelia aspira da sempre ad occupare un posto di primo piano tra le mete turistiche della “costa degli dei”. Pertanto, l’ambiente, inteso nell’accezione più larga del termine, deve essere uno dei temi prioritari da prendere in considerazione e da approfondire, anche perché le aggressioni al territorio continuano e finora non c’è stato niente che abbia fatto desistere l’irrefrenabile potere dei soldi dal continuare dal violentare le bellezze del paesaggio. Tutto questo tra l’indifferenza, l’assenza e, più spesso, l’impotenza della politica, che è andata per la sua strada, ed anche dell’opinione pubblica, che dovrebbe ricordarsi, di tanto in tanto, di avere il diritto e il dovere di operare come soggetto sociale e politico responsabile e non come destinatario passivo di una sonnolenta ritualità, fatta sovente di propaganda e di genericità. E gli effetti devastanti dell’estensione e della gravità del problema ambientale si vedono ad occhio nudo lungo tutta la “costa degli dei”, compresa Parghelia. A tale riguardo, la passata amministrazione, cui bisogna riconoscere il merito, non di poco conto, di aver amministrato il Comune con trasparenza e onestà, ha fatto poco e niente, dimostrando una generale incapacità di progettazione politica.

Infine mi preme sottolineare, a costo di sembrare didascalico e pedantesco, che l’ambiente è un diritto fondamentale della persona umana e deve essere considerato come momento di sviluppo della persona medesima, come spazio vitale e salutare, come dimensione concreta entro cui l’interesse del cittadino può praticamente trovare espressione e piena esplicazione. C’è il diritto alla salute, inteso come diritto della persona a vivere in un ambiente sano, che deve essere garantito dall’amministrazione della cosa pubblica, la quale deve, pertanto, attivarsi concretamente per tutelarlo appieno, usando, senza timori di sorta, tutti gli strumenti consentiti dalle leggi. Si tratta, insomma, non solo della difesa del bene ambientale giuridicamente rilevante, cioè il paesaggio e il territorio, ma anche della salvaguardia della persona nella sua integrità culturale, morale e fisica. Né va dimenticato che lo sconvolgimento dell’ambiente, soprattutto costiero, della Calabria tirrenica ha offerto alle organizzazioni criminali l’opportunità di intensificare le proprie attività illegali. Non sarebbe ora di correre ai ripari?

Andrea Locane

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