“La verità… di comodo”

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PalazzoMunicipaleDrapiaLa verità … di comodo.

La verità si veste e si traveste delle svariate forme con cui l’opportunismo umano riesce a piegare i fatti alla convenienza del momento; accade così, tanto per fare un esempio, che quelli che due anni fa erano solidi (e, secondo la nostra immodestia, decisivi) argomenti da spendere in campagna elettorale, disinteressatamente offerti da chi allora era ben lungi dall’assumere le sembianze di Savonarola, per dare nerbo e sostanza alle (altrimenti esangui) speranze di vittoria di chi per cinque anni aveva avuto consistenza poco più che ectoplasmatica, oggi diventano d’emblée “anatemi”. Ma tant’è… direbbe qualcuno, accompagnando lo sfogo con un mazzetto di punti esclamativi.

Noi oggi non vogliamo entrare nel dettaglio di quanto sostenuto dal gruppo consiliare “Drapia nel Cuore”. Lo faremo in un articolato intervento successivo al Consiglio comunale, perché non siamo così sprovveduti da prestare il fianco al patetico tentativo di sviare, con la polemica, l’attenzione dal problema vero. Parimenti patetico è il tentativo di blandire i consiglieri di minoranza, affratellandoli nella condizione di vittime degli attacchi da noi portati negli ultimi sette anni (chissà perché i depositari della “verità secondo convenienza” non si sono accorti prima della furia iconoclasta della quale oggi, senza vergogna, ci accusano!). A questo punto, non ci stupiremmo se pensassero di organizzare anche la claque.

Tuttavia, alcune cose le dobbiamo necessariamente precisare in questa sede:

  • Noi non abbiamo mai descritto il Consiglio comunale come una lobby, mentre invece siamo fermamente convinti del fatto che le sue deliberazioni non sempre abbiano rappresentato la scelta migliore in vista della tutela dell’interesse generale (questione di punti di vista, naturalmente);
  • Non ci piace che il Consiglio comunale che si andrà a celebrare ci venga presentato quasi come un favore; se ritengono di non doverlo tenere, non lo convochino… la faccia è la loro!;
  • Abbiamo detto che i cittadini sono rimasti colpevolmente inerti; ebbene, lo ribadiamo! Salvo precisare che non ravvisiamo in quella che è una semplice constatazione nessuna mancanza di rispetto nei loro confronti; in ogni caso, è certamente più irrispettosa la ripugnante “slinguazzata” di chi, a puro scopo di compiacimento dell’elettorato, nega un incontestabile dato di fatto;
  • Quanto alle reiterate istanze di un incontro pubblico ad hoc, ci pare di aver parlato di richieste sia ufficiali che informali. Vero è che solo la maggioranza precedente è stata destinataria di atti formali in tal senso (di cui il gruppo consiliare che oggi si duole dovrebbe però essere a conoscenza, sia perché oggetto di pubblicazione sui media, sia per scienza diretta di taluno dei suoi componenti). Altrettanto vero è che la maggioranza attuale sia stata, sia pure in via soltanto ufficiosa, più volte sollecitata a tale passo; ma se i suoi componenti intendono ribadire la menzogna che così non è, abbiano il coraggio di farlo – ciascuno di essi – con una dichiarazione che ne impegni l’onore in sede di Consiglio comunale. Sappiamo bene che il ributtante cinismo di alcuni di loro, unito alla desolante sottomissione di altri, potrebbe avere come effetto di farci apparire bugiardi… ma l’azzardo, credeteci, non è solo nostro!;
  • Checché ne possano dire, alla problematica del collettamento reflui urbani non è mai stata dedicata né una apposita riunione pubblica (se n’è parlato, in maniera non organica, in occasione di incontri aventi ad oggetto più argomenti), né un apposito Consiglio comunale (su input dell’attuale minoranza, in due distinte occasioni, sono stati affrontati aspetti specifici);
  • La norma che impone lo specifico obbligo di pubblicazione del progetto (di tutto il progetto) è l’art. 2, comma 3 della L.R. n. 19/2002 (L.U.R.), nella parte in cui cita “i progetti edilizi ed infrastrutturali d’iniziativa pubblica”. Non graziosa concessione, quindi, ma obbligo! Né dell’effettività di esso è lecito dubitare, posto che il successivo comma 4 prevede anche la sanzione (inefficacia) per il caso di sua inosservanza. Sappiamo bene che la parola (Partecipazione) che fa da rubrica al citato art. 2 risulta per i nostri amministratori particolarmente urticante, quindi non ci sentiamo di biasimarli se non hanno avuto la forza di addentrarsi nella lettura di esso.

Una chiosa finale: non essendo noi dei damerini ipocriti, non ci danno affatto fastidio le espressioni colorite (che non sconfinino nel personalismo, beninteso) che tanto irritano il gruppo di maggioranza, e quindi ci lascia del tutto indifferenti il fatto di essere stati, con ripetitività parossistica, da loro definiti “sodali”, e di esserlo stati nel contesto di costruzioni sintattiche tese ad evidenziare la carica negativa che, in una determinata accezione, permea di sé il vocabolo in questione. Quello che ci fa, invece, incazzare è che si dica che affermiamo il falso, quando i fatti attestano palesemente il contrario. Ci sarà tempo e modo per chiarire chi offende chi, chi dice le bugie e chi, infine, palesa la preoccupante propensione a tradire, con eccessiva disinvoltura, gli impegni solennemente assunti!

 

Rodolfo Mamone Cono Loiacono
presidente associazione “Drapia in Europa” presidente comitato civico “Impegno Sociale”

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