Una proposta calabrese per gestire i beni confiscati

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L'assemblea di Reggio Emilia. Al centro GratteriCalabria protagonista nella gestione dei beni confiscati alle mafie. È stata, infatti, presentata a Reggio Emilia, nel corso dell’assemblea nazionale di ItaliaCamp incentrata sul tema “Valore Paese”, la proposta calabrese di gestione dei beni e delle aziende sottratte alla criminalità organizzata. Il tema, affrontato attraverso il supporto di esperti, associazioni e istituzioni provenienti da tutta Italia, ha suscitato notevole interesse definendo i contorni di un patrimonio che si aggira intorno alle 12mila unità immobiliari confiscate alle mafie ma non sempre restituite alla collettività.
Al tavolo tematico, coordinato da Antonio De Napoli, socio fondatore di ItaliaCamp, hanno preso parte, in rappresentanza delle istanze e delle esperienze provenienti dalla Calabria, ospiti di primo piano come il procuratore della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, e il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi. Il BarCamp tematico dal titolo “Economia dell’antimafia”, ha visto, inoltre, protagonista il gruppo di ItaliaCamp Calabria rappresentato dalla coordinatrice regionale Carmen Mazzullo, dalla vice coordinatrice Anna Laura Orrico e dalla consigliera Area Calabria Sara Frazzingaro.
Team che si è fatto portavoce di una proposta mirata ad una migliore e più efficace gestione dei beni confiscati. La proposta calabrese si focalizza sulla costruzione di una responsabilità sociale condivisa intorno alle gestione dei beni confiscati da parte di tutti gli attori della comunità interessata, facendo in modo che il bene venga valorizzato e produca non solo utilità sociale ma divenga anche protagonista di una nuova economia basata sulla condivisione e sulla partecipazione. Dalla mappatura fino all’assegnazione del bene, la proposta suggerisce di costruire un modello di formazione rivolto ai funzionari della pubblica amministrazione, in particolare nei comuni, e alle organizzazioni no-profit per garantire l’acquisizione delle competenze necessarie alla gestione dei beni confiscati.
Il progetto è il risultato di un lavoro realizzato in 5 mesi con la collaborazione fondamentale di alcune associazioni impegnate concretamente sul tema: Libera, con i coordinamenti di Cosenza e Crotone; la comunità Progetto Sud di don Giacomo Panizza; l’Osservatorio sulla ‘ndrangheta; l’associazione Ethos; l’Associazione Nazionale dei Sociologi. Soggetti ai quali si è aggiunto l’imprenditore Gaetano Saffioti. Nell’ambito dello stesso progetto, sul quale il gruppo di associazioni continuerà a lavorare nei prossimi mesi, è previsto lo svolgimento del primo “BarCamp della legalità” in Calabria.
Importantissima la dichiarazione del procuratore della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, che ha condiviso e supportato il progetto di ItaliaCamp Calabria sottolineando la necessità di «proporre nuove soluzioni sul tema dei beni confiscati, che possano intercettare le nuove esigenze del mercato del lavoro e creare opportunità per giovani e meno giovani».

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