Rispetto.

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#taggamisenzagenere_logo30 ore di immagini, musica e parole, per un totale di 10 incontri dedicati a 25 tra ragazzi e ragazze dell’istituto Comprensivo Amerigo Vespucci di Vibo Marina per smantellare i pregiudizi e costruire nuove visioni del mondo.

Un percorso articolato attraverso le differenze fra i generi in una prospettiva di parità, approfondimento su temi quali l’omosessualità, l’omofobia e la violenza nei confronti delle donne.

Un progetto promosso dalla dirigente scolastica Maria Salvia e condotto da Alessia Tuselli – collaboratrice del Centro di Woman’ s Studies “Milly Villa” dell’Università della Calabria  – con la collaborazione di Simone Lo Schiavo che ha curato tutti i temi di tipo giuridico.

Un viaggio decostruttivo attraverso 4 tappe/temi condotto con il linguaggio dei “nativi digitali”: video, audio, immagini, documentari, discussioni partecipate e utilizzo dei social media. I ragazzi hanno quindi realizzato e gestito una pagina facebook dedicata al progetto e ideato una mostrafotografica #TaggamiSenzaGenere: rompi lo stereotipo!.

Alla conclusione dei lavori e alla presentazione della Mostra hanno partecipato:

Giovanna Vingelli, docente presso l’Università della Calabria, presidente del centro di Women’s Studies “Milly Villa”

Delia Vaccarello, giornalista, scrittrice e attivista italiana. Autrice della pagina “liberi tutti” del lunedì sull’Unità.

Giovanni Battista Bachelet, fisico e politico italiano, professore ordinario all’Università la Sapienza di Roma.

Filomena Fotia, coordinatrice del tavolo Pari Opportunità del Miur.

Gli ultimi episodi di cronaca che hanno visto ragazzi poco più che adolescenti suicidarsi perché derisi e discriminati e i sempre maggiori casi di femminicidio che vedono coinvolte anche minorenni, dimostrano con evidenza schiacciante l’urgenza e la necessità di portare tra i banchi di scuola anche queste tematiche. Sono argomenti delicati e difficili da raccontare in quanto trovano ostruzionismi e censure nella cultura dominante ricca di stereotipi ormai consolidati, interiorizzati e perpetrati spesso inconsapevolmente. Soprattutto nel nostro Paese, soprattutto in Calabria. Utile e importante quindi porvi l’accento, offrire occasioni di dialogo, informazione e formazione.

Pagina facebook Scuola_in GENERE   #taggamisenzagenere

I moduli del Progetto

Che Genere di media

TV, internet, social media, concorrono nella creazione di immagini, nella diffusione di rappresentazioni culturalmente costruite che influenzano e determinano espressioni, comportamenti, atteggiamenti, spesso “preconfezionati”. Strumentalizzano i corpi, annullano le soggettività e le differenze, sia per le donne che per gli uomini.

Obiettivo specifico: fornire gli strumenti per conoscere, riconoscere discriminazioni, violenze simboliche, nelle  loro “forme mediatiche”.

Obiettivo specifico ambito giuridico: Quale equilibrio tra il diritto di stampa e la tutela della privacy? Quale contemperazione di interessi sulla bilancia dove si trovano appaiate le violenze mediatiche e le esigenze comunicative?

Che Genere di storia,  di scienza, di arte

Guardare alle storia, alla scienza, all’arte da una prospettiva di genere, vuol dire rileggere eventi, scoperte, capolavori, nei significati spesso taciuti dalla retorica dominante.

Obiettivi specifici: evidenziare come l’assenza delle donne in questi ambiti sia solo apparente, perché non raccontata; comprendere come le differenze di genere siano un costruzione sociale perpetrata nel tempo.

Obiettivo specifico ambito giuridico: Diritto romano; diritto feudale; le eccezioni dell’antica Babilonia, dell’antico Egitto e Sparta; il Novecento nei paesi industrializzati. L’obiettivo è comprendere l’evoluzione dello status giuridico della donna analizzando concretamente i mutamenti storico – giuridici che si sono avvicendati nel tempo.

Che Genere di lavoro e di famiglia

In famiglia, nel mondo del lavoro, le immagini costruiscono i ruoli, disinnescano le aspirazioni, le motivazioni, in una sorta di sottotraccia che dice: “non si può diventare ciò che non ci viene mostrato”. Mancano le rappresentazioni, ad esempio, di donne meccanico, di pompieri donne, direttrici di orchestra, pittrici ecc. I ruoli, nel lavoro, in famiglia, sono fortemente cristallizzati,  probabilmente le stereotipizzazioni più difficili da decostruire.

Obiettivo specifico: fornire nuove visioni in ambito lavorativo e familiare, per decostruire i pregiudizi e superare i limiti che riducono le possibilità di affermazione futura, per le donne come per gli uomini di domani.

Obiettivo specifico ambito giuridico: Dove inizia la libertà di educare la prole e dove finisce il potere di imporre stereotipi funzionali all’idea di famiglia dei genitori? L’obiettivo è comprendere il disagio familiare nei rapporti interpersonali dal punto di vista della normativa vigente, individuando gli estremi per configurare violazioni dei ditti e fattispecie di reato.

Che Genere di violenza

In Italia, le tragiche vicende degli ultimi tre anni raccontano di una violenza declinata al femminile. L’attenzione mediatica riservata al tema, oltre all’importante monito di denuncia e un richiamo alla riflessione collettiva, rischia però di delegare al “solo” ambito della violenza fisica la fondamentale questione riguardante le discriminazioni di genere, che sono invece trasversali. Obiettivo specifico: partire da questo aspetto per arrivare a considerare la violenza sulle donne non come tragica episodicità, ma come questione che ha fondamento culturale.

Obiettivo specifico ambito giuridico: L’obiettivo è partire dai casi pratici, mediaticamente  per arrivare a comprendere le ragioni in fatto e in diritto per cui la violenza sulle donne in Italia viene condannata ancora come caso isolato figlio di raptus violenti, senza tentare di comprenderne le radici culturali, decostruendole.

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