Il muro di gomma e il silenzio

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Andrea Locane
Andrea Locane

Il muro di gomma e il silenzio

Ho pochissime chance d’essere ascoltato e preso in considerazione. Ma non smetto di insistere nel dare indicazioni e pareri, pur non richiesti, agli amministratori della cosa pubblica sui temi concreti e non immaginari che riguardano Parghelia, il paese al quale voglio un sacco di bene.

Niccolò Machiavelli, un maestro di politica sempre attuale dopo cinquecento anni, cosi scrive, al capitolo XV de “Il Principe”: “Ma sendo l’intenzione mia stata scrivere cosa che sia utile a chi la intenda, mi è parso più conveniente andare dreto alla verità effettuale [ attuale ] della cosa che all’immaginazione di essa”.

Che piaccia o meno, intendo per “verità effettuale”  sempre il problema concreto dell’ambiente, un tema ormai scolorito o addirittura assente nell’agenda politica degli amministratori pubblici, nel mentre che lo stato generale  del territorio va peggiorando, anche se nessuno se ne accorge o fa finta di non vedere, e così pure la qualità della vita dei cittadini.

Per quanto incredibile possa sembrare, tutte le Amministrazioni, che si sono succedute nel tempo, compresa quella attuale, non hanno mai fatto il tentativo, né hanno mai avuto il coraggio di andare all’origine del disastro, di cui continuo da tempo a discorrere. 

Anzi, osservando la regola non scritta della noncuranza e dell’indifferenza, ne sono diventate, senza volerlo, complici.

Sono da sempre convinto che un’operazione di controllo e di monitoraggio dello stato del territorio e dell’ambiente non è una cosa impossibile, visto che gli amministratori di molti comuni della regione dove risiedo fanno ciò con cadenza annuale, elaborando  i dati acquisiti e trasferendoli poi in un programma di interventi da mettere in atto ove lo stato del territorio lo dovesse richiedere.

Ma a Parghelia la regola è un’altra: quella del disinteresse, dell’apatia, della  noncuranza. Il tutto protetto da un robusto “muro di gomma” che assorbe e neutralizza tutti i rilievi e le critiche e che impedisce di  replicare, di dare delle risposte o di precisare,  solo allo scopo di generare un dialogo e di far cambiare idea a chi muove gli appunti.

Di certo il silenzio è una notevole trovata “politica”, disinvolta, a volte sfacciata e prepotente, praticata con una certa incoscienza da parte dei “giovani amministratori”, che, secondo me,  dovrebbero dare delle risposte, se non altro per uno scatto di orgoglio “amministrativo”, elencando le iniziative intraprese per risolvere definitivamente i problemi legati all’ambiente.

Anche perché il “Piano Spiaggia”, presentato con squilli di fanfara e rulli di tamburi, non basta, indicando lo stesso una parte della strada che la giunta comunale dovrebbe percorrere per il raggiungimento di un risultato complessivo.

Mi rendo conto che tutto ciò comporterebbe per gli amministratori un processo lungo e difficile fatto di impegno costante e coerente, ma questo deve essere l’investimento politico e intellettuale da portare avanti senza perdersi d’animo.

Ma “ silenzio” sembra essere, al momento, la parola che  rappresenta di più, e racchiude e descrive meglio, la vicenda politica che si sta vivendo nel  paese più bello della “costa degli dei” e che dura ormai da quasi cinque anni.

Ed allora, perché non si comincia ad attuare quelle parti del programma elettorale, che hanno per titolo “ambiente” e “governo del territorio”, finora interamente trascurate e dimenticate, coinvolgendo nella questione la popolazione mediante la messa in pratica della tanto declamata “democrazia partecipativa” e sollecitando e organizzando, di conseguenza, una discussione e un dibattito pubblici su tutti i problemi, ancora da risolvere, del paese, con una particolare attenzione al tema dell’ambiente?

Tutto ciò allo scopo di redigere un piano d’insieme, in piena corresponsabilità, delle cose da fare, ed anche per dare doverosamente conto ai cittadini delle iniziative portate a termine, al di là di quelle svolte nell’ambito dell’ordinaria amministrazione del Comune.

Sono dell’avviso che un’idea del genere apporterebbe dei benefici e dei vantaggi soprattutto agli amministratori, anche perché – è bene che essi lo ricordino – il silenzio e l’inerzia, il famoso “muro di gomma” e ogni altro atteggiamento come quello del tirare a campare, corrispondono, a mio modesto avviso, ad un’auto-deresponsabilizzazione e, quindi, ad un’auto-destituzione dai compiti istituzionali. Pertanto, tutto rischia di apparire una messinscena o, con parola forse più chiara, una farsa, dietro la quale c’è un retroscena, dove si svolge una politica vuota di contenuti.                                                       

                                                                                                                                                                    Andrea Locane

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