A Carìa don Bosco continua a vivere…

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1796677_10202344948937929_1037407277_nSi sono concluse le celebrazioni in onore di San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù. Una festività che Carìa ha ereditato dalla famiglia salesiana e che continua ad essere un appuntamento molto sentito e partecipato. Questo perchè, certamente, il carisma e la figura del Santo ha segnato e continua a segnare profondamente l’intera comunità. Ieri, grazie alle Figlie di Maria Ausiliatrice; oggi, grazie all’oratorio don Bosco e in particolar modo grazie a tutte quelle persone che all’interno della struttura salesiana delle FMA (presente nella comunità dal 1965 al 2000) si sono formate. 

Il carisma salesiano è ancora fortemente presente perché è lo stesso Santo a rendere tangibile la sua presenza all’interno della comunità.

Don Bosco è entrato a far parte del nostro Dna: lui continua a vivere in ognuno di noi.

Questa è stata la sensazione provata da tutti noi, nella giornata del 31 gennaio scorso, festa del Santo educatore.

 Le celebrazioni in onore di don Bosco hanno preso il via lo scorso 28 gennaio, nella chiesa parrocchiale con il tradizionale triduo di preparazione alla festa. Triduo presieduto dal parroco della comunità don Antonio Gennaro.

Gli animatori dell’oratorio alle celebrazioni religiose del 28, 29, 30 gennaio hanno affiancato attività di gioco per i ragazzi della scuola elementare e media con lo scopo di far scoprire la vita e l’opera del Santo. Per tutte e tre le sere, nel salone dell’oratorio, sono stati radunati i ragazzi e realizzati giochi costruiti appositamente per far scoprire episodi legati alla figura e alla vita di don Bosco.

Il momento centrale della festa è stata la Solenne Celebrazione Eucaristica il 31 gennaio, giorno della nascita al cielo del santo dei Giovani. Tantissimi i  giovani che hanno preso parte alla celebrazione animata dal coro parrocchiale. A presiedere l’Eucarestia, don Danilo D’Alessandro che, con la sua omelia, ha letteralmente incantato i tanti giovani presenti e non solo.

Un’omelia arricchita anche da esperienze personali che ha attirato l’attenzione di tutti in modo sorprendente. Eccone alcuni passaggi:

 (…)”Dobbiamo prendere coscienza del fatto che, quando assistiamo alla celebrazione dell’Eucarestia, siamo alla presenza di un amico speciale, il quale merita tutto il nostro rispetto e la nostra attenzione. Dobbiamo sempre tenere bene in mente che Gesù è realmente e sempre presente in ogni nostra celebrazione, merita la nostra attenzione e il nostro rispetto. (…) Mentre io vi sto parlando Gesù è realmente presente accanto a voi, così come la Madonna e lo stesso don Bosco. Prendiamo coscienza di ciò. Se stiamo qui, questa sera a celebrare questa Eucarestia nella festa di don Bosco tenete bene in mente che noi non stiamo ricordando un morto ma una persona che vive e che è presente. Si. Vive! don Bosco vive e in questo momento sta ponendo la sua mano su tutti voi. Don Bosco era un “folle”, un “pazzo” che si è donato senza riserve. (…) Io questa sera vi voglio parlare di lui, ma non del don Bosco delle immaginette o del don Bosco con l’aureola ma del don Bosco “pratico”, “impegnato”; vi voglio così parlare anche di Maria ma non di Maria Ausiliatrice “chiusa nelle nicchia” e con lo scettro in mano, ma vi voglio parlare di Maria che si rende presente, che cammina con noi, Marìa che ha sofferto, che ha lavorato che ha fatto sacrifici. (…) L’immagine che vi voglio lasciare questa sera è quella tratta da un famoso  sogno di don Bosco, da quel sogno in cui  sognò una grande nave guidata dal Papa, che in mezzo ad una tempesta,  si ancorò a due grandi colonne. Su una si trovava l’Eucarestia, su l’altra l’Immacolata, Maria! Questa è l’immagine che vi voglio lasciare questa sera. Ancoriamo la nostra vita a queste due colonne così come ha fatto don Bosco. (…) Impegniamo la nostra vita. Non c’e’ bisogno di partire in missione, iniziamo dalle nostre comunità, dalle nostre realtà, anche perché è più facile impegnarsi la dove non si conosce nessuno ma è difficilissimo impegnarsi la dove ci si conosce. (…) Facciamo le cose con il cuore senza aspettare di essere ringraziati. Impegniamoci con i giovani senza pretendere nulla in cambio.

Un’omelia, quella di don Danilo, che ha affascinato in modo particolare i giovani i quali,  alla fine della celebrazione, si sono alzati per andare in sacrestia a ringraziare il sacerdote che, come lui stesso più volte ha sottolineato nell’omelia, è legato fortemente alla figura di don Bosco e alla famiglia salesiana.

Alla fine della celebrazione don Danilo rivolgendosi ai giovani  ha aggiunto: “Ci vediamo presto, perché io voglio tornare anche perché vi voglio confessare tutti! Voglio tornare anche perché voi ormai siete “mosche bianche”; non è facile trovare nelle parrocchie un bel gruppo di giovani come questo. Dunque ritornerò.”

Dopo la celebrazione,  la festa si è spostata nel salone dell’oratorio dove i ragazzi e i bambini hanno presentato una rassegna di canti dedicati a don Bosco e una brevissima ma significativa scenetta tratta dalla vita del Santo. Un fuori programma apprezzatissimo è stata l’esibizione dello stesso don Danilo che ha interpretato il brano “don Bosco e noi”.

Il giorno seguente, sabato 1 febbraio, un ulteriore momento di festa nel salone dell’oratorio con i ragazzi delle scuole medie e superiori. Dopo un momento di preghiera guidata dal nostro parroco don Antonio Gennaro, è stata servita la cena preparata dagli animatori dell’oratorio e consumata all’insegna della condivisione, della gioia e dell’allegria. In questi giorni, inoltre, è in allestimento nei locali parrocchiali, una mostra su San Giovanni Bosco  voluta e curata da don Antonio Gennaro che potrà essere visitata a breve.

Comunicheremo anche su questo spazio i giorni in cui sarà passibile visitare la mostra.

Un ulteriore iniziativa per approfondire e conoscere sempre più il carisma, l’opera e la spiritualità di questo grande Santo invocato in tutto il mondo e al quale in tutto il mondo volgono lo sguardo milioni di giovani.

Francesco Pugliese

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