La “buona politica” di Michele Mirabello

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Michele Mirabello
Michele Mirabello

Il “Belvedere” di Capo Vaticano suscita sempre emozioni intense e magnetiche. Contrariamente alla politica chiusa da qualche lustro in una dimensione asfittica e incupita da una grigia mediocrità.

Ad accendere la fiamma della passione per la politica ci ha provato ieri il Pd provinciale. “Buona politica per costruire il futuro”, questo il titolo della manifestazione che si è svolta nella piazzetta adiacente il Faro della nota località marina.

Massiccia la presenza di militanti, simpatizzanti e dirigenti provenienti da ogni angolo della provincia.

A dare il benvenuto agli ospiti Ignazio Pontoriero segretario del circolo Pd di Ricadi. A seguire, la relazione di Michele Mirabello in corsa per la guida del Pd provinciale che ha introdotto i lavori con una panoramica sulle questioni politiche nazionali e regionali di attualità. Quanto alla sua idea di partito ha ipotizzato un’organizzazione radicata sul territorio e propositiva sui nodi che ne ostacolano la crescita economico sociale.

Infine, sul congresso, Michele Mirabello ha sottolineato: «Il vero problema non è avere, alla guida del Pd provinciale, una candidatura unitaria o meno. La sintesi deve avvenire su un piano differente, quello delle idealità e dell’azione politica».

A seguire l’intervento di Vincenzo Insardà componente della commissione di garanzia per la vigilanza sul corretto svolgimento congressuale, secondo cui «occorre costruire un partito su valori chiari e condivisi».

È toccato poi a Tania Ruffa che nel suo appassionato discorso ha criticato la scelta di abolire il finanziamento pubblico ai partiti in quanto ciò potrebbe compromettere la reale partecipazione dei cittadini a concorrere nella gestione della res pubblica. A tale proposito ha citato l’articolo 49 della costituzione nazionale «che -ha dichiarato- nel suo contenuto si rivela quanto mai attuale e inderogabile».

Dal canto suo, un’altra dirigente provinciale, Teresa Esposito ha auspicato che l’azione del Pd possa essere orientata «dalla valorizzazione delle risorse del territorio».

Coerente, profonda e incisiva la riflessione del segretario provinciale della Cgil, Luigino De Nardo. Dopo un’analitica disamina sulla crisi del sistema nazionale e su quello regionale in particolare ha invocato l’urgenza di recuperare il gap di negatività che separa la Calabria dalle aree più sviluppate «lavoro, disagio e disoccupazione, questi -ha chiosato De Nardo- i temi centrali da inserire all’ordine del giorno da parte del Pd».

Il deputato nazionale Bruno Censore ha esaltato la ricchezza umana e politica della realtà vibonese. Poi si è dichiarato certo che i futuri dirigenti del partito «sapranno costruire un’idea di partito moderno e allo stesso tempo radicato nella tradizione. E ciò come presupposto per un’azione politica al servizio della gente, attraverso la quotidiana presenza e idee sullo sviluppo concrete ed efficaci».

Le conclusioni, affidate al capogruppo Pd a Montecitorio, Roberto Speranza per il quale sul Pd ricade una responsabilità enorme, quella di «governare una realtà nazionale difficile e senza poli dialettici di riferimento». A suo giudizio, proprio per tale motivo «la tenuta del Pd e quella della democrazia viaggiano di pari passo». Per quanto concerne i temi legati al Sud, il deputato lucano si è impegnato a «riportare il Mezzogiorno nell’agenda di governo dal quale è assente da molti anni. Perché la rinascita stessa dell’Italia non può avvenire senza una crescita economica ed occupazionale delle aree meridionali».

Corrado L’Andolina

Pubblicato su L’Ora della Calabria il 21 ottobre 2013 p. 18

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