Lettera aperta…

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Lettera aperta

 

Al Sindaco del Comune di Zungri, arch. F. Galati

Ali consiglieri membri del Consiglio comunale di Zungri

Alla Direttrice della Sovrintendenza per i beni architettonici, dott.ssa S. Bonomi

All’Assessore alla Cultura della Regione Calabria, dott. Mario Caligiuri

 

L'insediamento rupestre di Zungri
L’insediamento rupestre di Zungri

Egregi signori,

vi scrivo la presente lettera aperta in merito al villaggio rupestre di Zungri; ho letto sulle pagine vibonesi del Quotidiano della Calabria del 12 agosto scorso l’articolo “Zungri. Sito archeologico. In arrivo 600 mila euro”.

Da tempo sono tra coloro che hanno cercato e cercano di sensibilizzare e informare sulla importanza straordinaria del sito. E perciò la notizia circa detti finanziamenti decisi dalla Regione Calabria non può che essere considerata positiva: merito dunque a questa scelta e al Comune che si è adoperato.

E ciò è la prima ragione della lettera aperta; la seconda è per sollecitare attenzioni sulla utilizzazione di questi fondi. Si tratta di un finanziamento considerevole, tanto più in questo momento di gravissima crisi e di drammatici tagli alla spesa pubblica, a quella sociale in particolare. Si tratta di danaro delle tasse degli italiani. Buone ragioni insomma per sentire la responsabilità di spenderli bene questi soldi.

E bene vuol dire, a parer mio, in modo trasparente ed efficace. Per la tutela e valorizzazione del villaggio rupestre di Zungri. Un patrimonio di incredibile bellezza, il cui immenso valore culturale e anche identitario stentiamo ancora ad afferrare, in primis in ambito locale. Che non appartiene a Zungri, ma all’Italia e al mondo. E non solo per i tanti visitatori. Si senta questa responsabilità. Si facciano concorsi di idee, e bandi pubblici.

Il Comune informi i cittadini (e non solo di Zungri). Informi in modo dettagliato sul progetto o sui progetti (se già ci sono) e faccia di tutto perché poi siano affidati a professionalità di riconosciuto e documentato alto livello e con tutte le garanzie.

Gli organi preposti assicurino che gli interventi che si andranno a fare vadano a tutelare e valorizzare il sito archeologico e il suo contesto: in passato ci sono stati interventi assolutamente dannosi, per non dire di peggio (colata di cemento sulla scalinata, scalini sostenuti da tondini di ferro conficcati nel tufo, staccionate divelte e mai sistemate, etc. etc.)

Auspico che nell’ambito delle sue competenze – e con la sua competenza – la Sovrintendenza vigili e controlli e indichi ciò che si può fare e ciò che non si può fare. Il sito è luogo delicatissimo, il contesto è di estrema fragilità. Manomettere il contesto è irreparabile quanto toccare una grotta, senza il contesto la grotta dice poco; il senso del villaggio sarebbe compromesso, il suo fascino svanirebbe.

Non c’è bisogno di chissà quali vie di comunicazione, di megainterventi, né di improbabili aree pic-nic, né di scalinate posticce, né di pareti ciclopiche, né di cementificazione alcuna.

C’è bisogno di ordinaria continua piccola manutenzione; di minima pulizia da rovi e sterpaglie, soprattutto dei viottoli del contesto; di almeno un cartello di attenzione per il pericolo dei dirupi…di ripristino delle antiche reti di raccolta acqua piovana realizzate dai contadini, di piccola manutenzione degli antichi terrazzi… di ripiantare i vecchi ulivi distrutti dagli incendi – chè quelli sì che tenevano il terreno, c’è bisogno di protezione dagli incendi…

Piccole note di buon senso, da un non tecnico, naturalmente. E se i progetti del Comune già prevedono tutto questo, si rendano pubblici nel dettaglio; hanno già il via libera della Sovrintendenza? Come la Sovrintendenza eserciterà i suoi controlli?

Necessitano solo interventi di tutela e valorizzazione. E senza la direzione e il controllo della Sovrintendenza il timore di molti è che gli interventi possano essere anche negativi.

Sono poi necessari interventi per il prosieguo degli studi e delle ricerche sul sito ad opera di specialisti ed Università; è necessaria la formazione delle guide e degli addetti; è necessario renderlo fruibile al pubblico tutto l’anno.

La comunicazione è altro campo di forte criticità. Il sito andrebbe pubblicizzato con competenza, a cominciare dalle scuole (non riesco a descrivere la meraviglia negli occhi dei miei studenti che dal Trentino ho portato più volte a visitare il sito).

Al riguardo, piccolo esempio: è così difficile e costoso rivolgersi a chi di dovere per apporre tre semplici cartelli al bivio statale 18-provinciale per Tropea, quadrivio Zungri-Spilinga, bivio Zungri-Zaccanopoli?

Zungri poi potrebbe attivarsi per un Centro di studio e di ricerca sulla civiltà rupestre (almeno in Calabria, ma nel contesto Mediterraneo). Potrebbero partire col villaggio rupestre tutta una serie di attività e azioni, culturali e non, a partire dalla cura e dalla valorizzazione del particolarissimo e ricchissimo territorio e dell’ambiente, capaci di contribuire enormemente anche alla economia dell’area e creare posti di lavoro veri, non assistenzialismo. E Dio sa quanto sarebbe necessario; perché, incredibile ma vero, da queste terre si continua ad emigrare… da 130 anni.

Auspico che questa lettera aperta sia presa in considerazione seriamente, un piccolo contributo civico e di idee, da un cittadino che, seppur lontano, sente ancora il richiamo della coscienza a dire la sua a sostegno di un patrimonio troppo importante e troppo bello per essere lasciato solo nelle mani di pochi. Con l’auspicio che anche altri, a partire dagli intellettuali, dicano la loro.

Grazie per l’attenzione.

Distinti saluti

prof. Francesco Pugliese

 Rovereto, 30 agosto 2013

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