Drapia: “Chi comanda in questo comune?”

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17/08/12. RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO. Ora che “finalmente l’arcano è stato svelato”, come si legge su www.vibonesiamo.it il 06/08/2012, dove l’ex Vice sindaco di Drapia Cosmo Vallone esterna le sue osservazioni sulle opere previste in bilancio con fondi pubblici nelle frazioni di Brattirò, Caria e Gasponi, l’indignazione che cova dentro di noi da più tempo, si è trasformata in vera e propria rabbia, e se finora si è parlato di ingiustizia, è ora il caso di parlare di veri e propri soprusi ai danni di Drapia Capoluogo.

            Fermo restando che Vallone ci trova d’accordo su molti punti del suo dire, e che ancora una volta apprezziamo la sua onestà politica e intellettuale, che lo porta ad essere una voce fuori dal coro, abbiamo da fare alcune considerazioni.

            Il 30 giugno 2012 in sede di Consiglio viene approvato il bilancio di previsione di cui più volte si è parlato, il 1° agosto 2012 si riunisce la Giunta ed approva (mai vista tanta tempestività) i progetti “preliminari e definitivi” delle opere previste, che nel sito suddetto sono ampiamente descritti e chiunque volendo può accedervi e rendersi conto di persona di come effettivamente stiano le cose. Drapia è stata tagliata completamente fuori, anche se i cittadini drapiesi, a meno che la mia mente non vacilli, essendo per la maggior parte, se non nella totalità onesti contribuenti, hanno concorso a rimpinguare le casse comunali e continueranno, sempre pagando le tasse dovute, a far sì che il mutuo acceso con la Cassa DD.PP. per finanziare le opere suddette venga estinto. Quindi ancora una volta ribadiamo, solo doveri e niente diritti. Drapia evidentemente è stato annullato dalle menti di questi presunti politici, è diventato un paese fantasma, evanescente, sebbene lo stesso Vallone, mentre da una parte evidenzia l’inutilità soprattutto delle opere previste in Piazza C. Battisti a Brattirò, pur essendo Brattiroese, dall’altro afferma che “a Drapia, per la sua storia e la sua conformazione urbana la pavimentazione sarebbe veramente necessaria”. Il centro storico di Drapia infatti è stato deturpato durante le precedenti amministrazioni, le quali hanno permesso che le pietre che pavimentavano C.so Umberto I, rimosse per la messa in opera di alcuni lavori, sia pubblici che privati, fossero trafugate da privati soprattutto non drapiesi, e poi hanno riparato il danno ricoprendo il tutto con un manto di bitume, che non solo ne ha alterato l’antica bellezza, ma ha creato seri disagi ai residenti soffocati dal calore asfissiante e dall’odore nauseabondo che il bitume emana nei mesi estivi. Da considerare ancora, riflettendo sui problemi di questo paese, quanto siano obsoleti i marciapiedi che si snodano sul proseguimento di via F. Filzi, in località Sottocuntura, dove i tigli messi a dimora con le loro radici devastanti hanno spaccato, sollevato o divelto parte degli stessi, il che costituisce un serio pericolo per i pedoni, specie nelle ore serali o notturne. E che dire poi delle opere rimaste incompiute, come la rete fognaria, la ristrutturazione dell’ex scuola elementare, il completamento della strada del “Briganteo” che garantirebbe a Drapia una via di transito in caso di chiusura – quasi certa se non si provvede con urgenza – della S.P. 18 per dissesto idrogeologico, per la sistemazione della quale nel passato sono già stati spesi parecchi quattrini, e che oggi è diventata una discarica pubblica, mentre ogni tentativo di realizzazione della stessa è stato da una parte dell’amministrazione precedente boicottato in tutti i modi possibili.

            Nessuno tra l’altro sembra accorgersi del serio pericolo che minaccia la salute dei cittadini drapiesi, e stiamo parlando del tetto in eternit, corroso dall’usura del tempo, che ricopre l’ex scuola materna, poi ex Municipio, struttura che oggi ospita tra l’altro lo studio medico e l’aula consiliare, ed è talmente fatiscente da meritare soltanto di essere demolita.

            Da quanto detto si evince che Drapia non ha proprio bisogno di nulla, può cadere nel dimenticatoio o diventare un letamaio in attesa delle graduatorie della legge 24, dalle quali potrebbe anche essere esclusa, mentre le tre frazioni o chi per loro possono comodamente attingere dalle casse comunali per i loro bisogni o falsi bisogni.

             Da ciò si deduce che il necessario, o meglio l’urgente a Drapia no, l’inutile altrove sì. Questo nel linguaggio comune, popolare, si chiama “sperpero”, e se ciascuno è libero di sperperare il proprio denaro come meglio crede, nessuno può arrogarsi il diritto di sperperare il denaro pubblico, specie in questo momento di crisi.

            Si resta comunque a dir poco esterrefatti, davanti alle affermazioni di Vallone, sulla cui veridicità non ci possono essere dubbi visto che si espone in prima persona, e cioè che “la sua funzione di consigliere di maggioranza è stata svilita”, e ciò non solo reca a lui un “dispiacere”, ma secondo noi diventa un problema di “etica”, di responsabilità prima morale e poi politica, di rispetto della personalità dell’altro, a cui non si può chiedere una condiscendente alzata di mano come fosse un burattino al quale muovere i fili. E poi aggiunge che “qualcuno ha giocato a carte coperte” – bella trasparenza tanto propagandata – , che prima ancora che si svolgesse il Consiglio del 30 giugno scorso, all’insaputa del Sindaco si stava già ultimando il progetto di Piazza C. Battisti a Brattirò, ed è cosa veramente grave che qualcuno decida ed agisca senza che il Sindaco ne sappia nulla, in quanto a lui e solo a lui è stato demandato dagli elettori il compito di guidare l’amministrazione e su di lui ricade la responsabilità di ogni decisione presa. Allora sorge spontaneo domandarsi da chi e perché le opere progettate sono state volute, quale velleità abbia spinto qualcuno o alcuni a prevaricare l’autorità primaria.

            Inoltre, un Consiglio nel quale la maggioranza si è spaccata, la minoranza o “opposizione” si defila oppure tacitamente o palesemente approva, un Consiglio nel quale non c’è dibattito, non ci sono possibilità di confronto, non si possono avanzare proposte, non si fanno serie valutazioni, non si forniscono valide motivazioni su decisioni prese, quali garanzie di democraticità può assicurare ai cittadini?

            Verso quale forma di “governo” ci stiamo avviando, o meglio quale forma di governo è già vigente?

            “Alias” Chi comanda in questo comune?

                                                                                        Maria Domenica Ruffa

 

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