La storia di Nandino e Antonietta: l’amore che trionfa sul covid

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Nandino e Antonietta (Foto Salvatore Libertino kid)

Una persona che amava tanto Nandino e Antonietta, i due coniugi di Brattirò deceduti l’altro ieri a causa del covid, mi ha inviato uno scritto toccante, che desidero condividere con tutti voi:

Questa è la storia di Nando e Antonietta e del loro amore.

Settantasette anni lui e settantaquattro lei, quasi cinquanta trascorsi insieme, fianco a fianco.  La vita lì ha fatti innamorare e la morte ha reso il loro amore eterno e immortale.

Ai primi di febbraio il covid, nonostante la loro attenzione quasi maniacale, è entrato nella loro casa, nella loro vita. È entrato, e aggressivo ha preso i loro corpi, ma non i loro cuori.

Dopo un’agonia di oltre 25 giorni tra reparto e terapia intensiva sono morti a Catanzaro a distanza di poche ore per complicanze dovute al virus.

I loro corpi sono stati nella morsa di questa schifosa malattia senza che ci fosse alcun miglioramento, ne ha dilaniato i polmoni, indebolito il cuore ed i reni, li ha fatti intubare, ne ha fiaccato le membra.

Ma non è riuscito a prendersi la loro anima, quella è una cosa di una bellezza tale a cui non può mentire neanche un subdolo virus.

Così, dopo una vita trascorsa mano nella mano, anche la morte lì ha sorpresi vicini e, con le stesse mani avvinghiate, sono ritornati al Padre.

In quel momento così feroce e drammatico, l’anima scossa da giorni di inferno e lacrime ha trovato pace. Quella morte ha avuto un significato profondo che ha reso onore a quelle sofferenze.

Il loro amore era trionfato, le loro mani fredde e tremolanti avevano ripreso a tenersi strette come in vita, i loro occhi chiusi per la sedazione si erano riaperti per guardare l’eterno.

Si erano scelti nella vita e l’ hanno fatto nella morte.

Sarebbe stato troppo crudele per uno dei due riprendersi e non trovare il proprio amato. E così, come una beffa, hanno dato a quel virus l’umanità che lo stesso ti toglie vigliaccamente. Una umanità, una gentilezza, una bontà che solo due cuori puri e innamorati possono avere.

L’orco non vince: trionfa l’amore incondizionato.

E così è stato.

Nando ha preso per mano sua moglie come faceva da quasi 50 anni e l’ha condotta nell’eternità.

Gli ultimi sette della loro vita, a causa di un ictus che aveva colpito Antonietta, Nando, oltre che le sue braccia, era diventato anche la sua voce. Era l’unico che nell’afasia più totale di Antonietta, riusciva a capirla, a cogliere i suoi pensieri e i suoi sentimenti.

Lo faceva con un’arte ormai sconosciuta. Con la stessa gentilezza le avrà sussurrato all’orecchio di seguirla. La sua pazienza nell’aiutarla nelle fatiche quotidiane, nell’accudirla amorevolmente, sono l’esempio di un amore e un rispetto ormai obsoleto – purtroppo – che non può farsi vincere dalla morte.

Ed è proprio il loro amore il lieto fine di questo dolore soffocante, di questa tragedia devastante, un amore eterno e immortale.

Questa è la semplice storia d’amore e di vita di Nando e Antonietta, dei loro sorrisi gentili, dei loro occhi buoni, della loro dolcezza, che hanno reso umana persino una morte così tragica e dolorosa.

Per noi resta una sola considerazione: in un mondo dove l’apparenza conta più della sostanza, la vita vera resta nell’esempio meraviglioso di queste due anime belle e pure che nella perfezione dell’amore sopravvivono alla morte e all’oblio.

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