“Superfish” di F. Costa (inedito) – Cap.5

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Fortunato Costa

Il quinto capitolo del libro “Superfish” di Fortunato Costa (Mario Vallone Editore)

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Capitolo 5

“Hai capito? E’ stato in apnea per trenta minuti buoni…”

“Ma sei sicuro che il tuo orologio funzioni bene? Magari hai preso una svista, la pila era scarica…”

“Il mio diver spacca il secondo ed è radiocontrollato. E non ho preso nessuna svista, credimi. Non so più cosa pensare…”

“Come prima cosa Eros dovrebbe fare un esame emocromocitometrico. Magari è cambiato qualcosa nella composizione del suo sangue che potrebbe giustificare una permanenza in apnea di così lunga durata. Mai sentito niente di simile!” disse Sabrina entrando in rete con il tablet per fare una ricerca veloce e dare consistenza all’assurdità di quell’apnea abnorme.

“La notizia più recente ed altrettanto incredibile è che un certo Stig Severinsen, un danese, è rimasto sott’acqua senza respirare per ben 22 minuti. Ma è uno che pratica costantemente yoga e poi l’apnea è stata condotta in una piscina con l’acqua a 30 gradi ed in apnea stabile, quindi con consumo di ossigeno minimo. Eros era giù a 50 metri e pinneggiava. E’ un mistero di quelli fondi!”

“Quando mai Eros ha fatto esercizi per la respirazione? In precedenza, durante le nostre innumerevoli immersioni insieme, se resisteva due minuti e trenta secondi era una vittoria. Deve ripetere gli esami del sangue, hai ragione; magari è cambiato qualcosa, deve essere cambiato qualcosa…”

Sabrina assunse un’aria di cospiratrice e si avvicinò moderando il tono della voce per essere certa di non farsi sentire.

“Forse non dovrei dirtelo ma non riesco a nascondertelo. Caterina si è confidata con me…”

Nicola la guardò di traverso, come se Sabrina fosse improvvisamente ammattita, e restò in attesa della rivelazione segreta.

“Mi ha detto che quando fanno l’amore lui è diverso” disse arrossendo la ricercatrice.

“Potresti spiegarti meglio?”

“Lui è diventato…insaziabile. Ha sviluppato un desiderio incoercibile di Caterina e quando sono soli…ecco, lui la possiede con bramosia, quasi con violenza. E più volte di seguito. Caterina è sconcertata: non era mai accaduto prima e si trova in difficoltà per questo motivo. Eros è irriconoscibile in quei momenti. Caterina ha paura di restare da sola con lui ed ormai fa di tutto per evitare che accada.”

“Ma pensa un po’!” disse Nicola sorpreso.

“E non è tutto. Mi ha riferito che la pelle di Eros è divenuta più grassa e scivolosa, come se fosse sempre rivestita di un film siliconico impalpabile. Dice che è orribile a toccarsi, ed il fenomeno è presente anche nelle parti intime… E’ disperata, anche perché non capisce cosa stia accadendo” disse Sabrina abbassando gli occhi ed arrossendo nuovamente.

“Caspita! Che casino. Vado subito a parlare con Eros e gli comunico che domani dovrà ripetere il prelievo di sangue. Parlerò con il medico responsabile del laboratorio di analisi e gli accennerò qualcosa; saprà darmi un consiglio!”

Il giorno seguente di buon mattino i due amici erano al laboratorio di analisi in attesa che venisse indicato il numero di Eros sul grosso display luminoso su cui erano appuntati gli occhi dei pazienti.

“Vado a scambiare due parole con il medico analista. Tu resta qui in attesa  del tuo turno; poi ti raggiungo ed andiamo a far colazione” disse Nicola avviandosi verso una porta chiusa in fondo al corridoio.

Dopo aver bussato ed atteso l’invito, entrò e salutò cordialmente il medico che conosceva da quando era bambino.

“Nicola! Ma da quanto tempo non ci vediamo? Sei diventato un uomo, guardati” disse il dottor Conte. “Accomodati, dimmi di cosa hai bisogno.”

“Non sono qui per me ma per Eros Caroni. E’ di là a fare il prelievo e volevo schiarirmi le idee.” Il ragazzo raccontò per sommi capi cosa stava accadendo al suo amico e chiese alcuni chiarimenti in merito.

“Non saprei cosa risponderti. E’ la prima volta che mi capita un caso del genere. Oggi stesso vedrò i risultati e, se presentano particolarità degne di nota, ti saprò guidare e consigliare. Lasciami il tuo recapito telefonico; ti contatterò questa sera stessa” disse il dottor Conte appuntandosi il numero che Nicola gli dettò subito.

Verso sera il dottor Conte inviò un messaggio a Nicola corredandolo con una foto dei risultati degli esami. Alla fine del messaggio era scritto: ‘Se puoi telefonami subito’.

“Pronto, dottore? Sono Nicola. Mi dica.”

“Ciao. Le analisi di Eros indicano molti valori anomali che mi lasciano quantomeno perplesso. I reticolociti, i precursori nucleati dei globuli rossi, sono tantissimi, presentano un valore che è dieci volte la norma. Questo vuol dire che il midollo osseo sta producendo abnormi quantità di cellule per il trasporto di ossigeno. E’ come se ci fosse una iperstimolazione da parte di una sostanza come l’eritropoietina ma sappiamo bene che Eros non assume questo tipo di farmaci; e poi in ogni caso non sortirebbe un effetto così potente. Ma il dato sconcertante è che i globuli rossi maturi sono molto più grandi del normale. Forse è il caso che Eros passi alla diagnostica di secondo livello, venga indirizzato ad un centro di Riferimento di 2°livello per lo studio delle emoglobinopatie e patologie associate. Ah, dimenticavo: i lipidi presenti nel sangue, in particolare le LDL o lipoproteine low density, sono schizzate a livelli eccessivi, sicuramente pericolosi per la circolazione del sangue e per la formazione di placche lipidiche sulle pareti arteriose.”

“Dottore, mi dica lei. Dove andiamo?”

“A Napoli ci sono ben due Laboratori di 2° livello, uno all’Ospedale Cardarelli, il CEINGE, che si occupa di biotecnologie avanzate, l’altro al II Policlinico Universitario presso il centro di Genetica Medica. Non c’è che da scegliere. Tienimi aggiornato in ogni caso. Buona fortuna!”

“Grazie, di sicuro mi farò risentire più avanti.”

Dunque qualcosa di strano si stava verificando nell’organismo di Eros.

Mio Dio, pensò Nicola: in cosa si sta trasformando il mio più caro amico?

Il giorno seguente i ragazzi andarono a Scilla, un posto magico da visitare con la sua rupe fortificata, la sua storia antica ricca di avvenimenti sin dal V secolo avanti Cristo.

Trovato parcheggio fecero una passeggiata lungo le stradine di Chianalea, ammirando le discese a mare con le barche di pescatori tirate in secco tra i palazzi che sorgevano direttamente sul mare. Poi fu la volta di raggiungere il castello Ruffo, sulla rupe che domina le spiagge di Chianalea e di Marina Grande. La fortezza, raggiungibile mediante un ponte, residenza dei principi Ruffo che ne hanno migliorato e consolidato la struttura nel XVI secolo, offriva un panorama mozzafiato sul Tirreno e sullo stretto di Messina. Nella zona espositiva poterono ammirare il Luntru, una imbarcazione di legno a quattro remi con un solo albero centrale, adoperata dai pescatori del posto per catturare il pesce spada. L’albero centrale, il Farere, alto circa 3 metri, accoglieva alla sua sommità l’avvistatore. Altri avvistatori, i Banniaturi, erano dislocati lungo la costa calabra ed avvertivano gli equipaggi della presenza del pesce spada nelle vicinanze. Era presente anche una Feluca, imbarcazione più sottile e veloce, per l’avvistamento del pesce spada.

Il Lanzaturi, un marinaio con la fiocina o Draffinera a due punte, scagliava il suo arpione centrando il grosso pesce e lasciandolo sfiancare nel tentativo di sfuggire alla cattura.

Questo in tempi non recenti; attualmente, ed anche a motivo del fatto che le lunghissime reti  dette Spadare sono state vietate, sono adoperate delle imbarcazioni a motore più grandi con altissime torrette di avvistamento, tralicci che raggiungono anche i 25 metri, e dotate a prua di una passarella lunga fino a 40 metri da dove il fiocinatore lancia l’arpione.

Il caldo cominciava a farsi sentire ed Evelyn manifestò la voglia irrefrenabile di fare una nuotata rinfrescante. In breve raggiunsero nuovamente l’auto per prendere asciugamani ed attrezzatura varia e si affrettarono a raggiungere la spiaggia già notevolmente affollata.

Eros si tuffò per primo e si allontanò subito nuotando a velocità sostenuta, seguito da Nicola che non voleva perderlo di vista.

Ma non fu possibile seguire Eros; il ragazzo si diresse in mare aperto, nelle profondità del blu, dove scomparve alla vista dell’amico dileguandosi verso il fondo.

Nicola tornò ad attenderlo sulla riva e per circa un’ora trattenne il respiro.

“Vieni ad aiutarmi, presto” disse Eros riaffiorando a pochi metri da Nicola che si tuffò nuovamente per andare incontro all’amico.

Il ragazzo aveva uno strano colore fosforescente negli occhi ed i capelli, lunghi e biondi, erano pieni di sottili alghe di colore marrone.

Eros aveva recuperato un’ancora gigantesca di ferro arrugginito ricoperta per gran parte da denti di cane ed incrostazioni marine.

“Bella, vero? Deve essere antica, guarda le marre dritte con il foro centrale quadrangolare. E c’è anche un’incisione in latino ma non capisco cosa c’è scritto.”

“Dove diavolo sei andato a pescarla? Peserà 80-100 chili come minimo! E come hai fatto a trasportarla fin qui…” disse Nicola mentre si sforzava di tirare l’ancora verso riva. Se non fossero stati in acqua sarebbe stato impensabile smuovere quell’oggetto così pesante.

“L’ho trovata laggiù. Ed ho anche nuotato con una coppia di pesci spada, il maschio e la femmina. Sono animali magnifici, poderosi e veloci. Non ci crederai ma mi hanno comunicato un sacco di cose…”

“Vi siete scambiati anche il numero di telefono per caso?” chiese Nicola, sornione.

“Ahahah. Non ce l’hanno il telefono, almeno quelli che ho visto io. Ma non è detto che un giorno o l’altro…”

Un gruppo di curiosi si era avvicinato ai due per ammirare il reperto trovato da Eros e si scambiavano opinioni varie.

“E’ sicuramente dell’epoca romana. Il legno è marcito ed è rimasta solo la parte in metallo!”

“A me sembra ottone. Ma potrebbe essere anche piombo, non si capisce conciato in quel modo per via della patina e delle incrostazioni.”

“E’ del tipo a cassa senza perno. E’ una bellissima scoperta. Bravi ragazzi!”

Qualcuno telefonò alla capitaneria di porto che si presentò in meno di mezz’ora per entrare il possesso del reperto, dopo aver calorosamente ringraziato Eros e Nicola che furono così eroi per un giorno.

“Se hai finito di recuperare ancore ed anfore potremmo anche andare a mangiare. Ho una fame!” disse Evelyn prendendo sottobraccio Nicola ed avviandosi verso il parcheggio. Tutti scoppiarono a ridere e li seguirono.

Al ristorante, seduti in un delizioso terrazzo sul mare, tutti mangiarono pesce. Tutti tranne Eros che si accontentò di un primo piatto e di un po’ di frutta. Eros era stato sempre goloso di tutti i tipi di ricette a base di pesce e crostacei, prima dell’incidente.

A Nicola la cosa non sfuggì ed il rilevare questo atteggiamento lo impensierì maggiormente.

Qualche giorno dopo erano nuovamente sulla spiaggia.

“Sapete dov’è finito Eros?” chiese Caterina uscendo dall’acqua dopo una lunga nuotata rigenerante nel limpido mare di colore turchese, tipico di  Tropea.

“Non saprei” disse Nicola guardandosi intorno con aria preoccupata.

Evelyn, sdraiata accanto a lui, si sollevò dall’asciugamano per scrutare il mare calmo, poi disse: “L’ho visto entrare in acqua circa un’ora fa. E’ scomparso e non è ancora tornato. Devo preoccuparmi?”

“Ma no, certamente tornerà tra poco con qualche reperto trovato sul fondo del mare. Vedrai.”

Dopo un quarto d’ora circa Eros riemerse dall’acqua all’improvviso ed abbracciò Caterina facendola sobbalzare mentre sonnecchiava distesa al sole, girata di spalle.

“Mi hai fatta preoccupare. Dove sei andato? Sei stato via tutto questo tempo!” disse lei accarezzandogli i lunghi capelli biondi gocciolanti e guardandolo affascinata, come sempre quando ne considerava la bellezza dei lineamenti.

“A fare una cosetta non proprio lecita ma sentivo di doverla fare e così è  stato.”

“Cosa hai combinato? Pirata…” chiese Nicola scorgendo negli occhi dell’amico il bagliore fosforescente cui ancora non si era abituato e che gli comunicava un po’ di inquietudine.

“Non posso dirtelo, non vorrei farti preoccupare più del necessario. Meno sai, meglio è.”

“Ora si che sono preoccupato. Dimmi cosa hai fatto laggiù!”

“Forse te lo dirò domani, o un altro giorno. Ora non ho voglia di parlarne” rispose Eros riponendo nel sacco idrorepellente il coltello. La maschera non gli serviva più ormai.

“A cosa ti è servito il coltello? Non lo porti mai con te…”

“Lascialo stare” intervenne Evelyn “Quando ne avrà voglia te lo dirà spontaneamente. Non avrà fatto nulla di male.”

“Chi ha voglia di giocare con i racchettoni?” chiese Sabrina per interrompere la tensione.

Malgrado la spiaggia dell’Isola fosse affollata, riuscirono a ritagliarsi una striscia di sabbia per poter giocare tutti, a turno.

“Vado a prendere qualcosa da bere” disse Sabrina facendo un lieve cenno a Nicola per indurlo ad accompagnarla.

Una volta al bar, mentre bevevano una coca cola con la cannuccia, Sabrina disse: “Ho telefonato a mio fratello e mi ha assicurato che potremo inviare il campione di sangue al II Policlinico di Napoli. Ha già parlato con il direttore del laboratorio di genetica e gli ha assicurato che se il campione giunge entro 48 ore, correttamente conservato ad una temperatura tra 6° ed 8° centigradi, potrà condurre l’analisi molecolare di secondo livello.”

“Ottimo! Grazie Sabri, grazie di cuore per tutto quanto stai facendo per Eros” disse Nicola; poi prese lo smartphone e chiamò il dottor Conte per organizzare tempi e modi del prelievo.

“Domani mattina a digiuno al laboratorio, sul presto. Solo domani perché poi chiudiamo per ferie una settimana. Per l’invio del campione non preoccuparti, ci penso io. Non è la prima volta che utilizzo un corriere fidato per spedire campioni all’università di Napoli. A domani.”

Quando portarono caffè e bibite per tutti Evelyn li guardò imbronciata e subito Nicola le si avvicinò per farle dimenticare la gelosia.

“State sempre incollati, voi due. Non mi piace questo fatto” disse la ragazza bevendo nervosamente il caffè.

“Sei gelosa, e può starmi anche bene, ma non devi credere che il nostro rapporto vada oltre l’amicizia. Sei bella come una dea questa mattina, la più bella del mondo…” disse Nicola abbracciando Evelyn che ricambiò anche se di malavoglia perché ancora irritata.

“Dimmi subito che ami solo me!”

“Amo solo te; sono cotto di te, non c’è nessun’altra e mai ci sarà” rispose Nicola stringendola ancora di più.

“Se siamo di troppo avvertiteci che ce ne andiamo!” disse Eros prendendoli in giro.

“Tu fatti i cavoli tuoi!” disse acida Evelyn. “Una volta tanto che Nicola mi dedica qualche attenzione e tu devi rovinare tutto!”

“Ma come puoi dire una cosa del genere? In mezzo a migliaia di persone che vanno e vengono sarei io a rovinarti tutto? Sei assurda, stavo solo scherzando.”

“Eros, a proposito: domattina il dottor Conte ci aspetta al laboratorio di analisi.”

“Ancora? Ma che altro dovrei fare? Mi state dissanguando!”

“Stiamo solo cercando di aiutarti, questo facciamo. E tu non renderci la vita più complicata di quanto già non lo sia!” rispose Nicola un po’ seccato.

“Ma che avete oggi? Datevi una calmata!” si intromise Caterina indossando il pareo per far capire che era ora di andare.

Quella sera stessa Nicola riuscì a farsi raccontare da Eros i particolari dell’immersione di quella mattina.

“Sento dentro di me qualcosa di strano, come una spontanea ed irrefrenabile esigenza di immergermi e di nuotare verso il mare aperto.

Una volta ero un po’ spaventato dalla profondità, dall’abisso scuro che potrebbe nascondere qualsiasi sorpresa ma ora…ne sono irresistibilmente attratto. E’ come se non avessi più alcuna paura dell’ignoto. E poi non sopporto coloro che fanno del male ai pesci, agli abitanti del mare per essere più precisi. Comincio ad odiare i pescatori professionisti!”

“Non stai esagerando?” lo interruppe Nicola.

“No, non credo proprio. E ti spiego perché. Ora avverto le emozioni degli animali marini, ne sento la paura, l’angoscia, il terrore che provano quando vengono catturati. Sento tutta la tristezza dei pesci avviluppati nelle reti od imprigionati all’amo; loro capiscono, sanno che stanno per morire.

Si dibattono, tentano di liberarsi in tutti i modi e di fuggire lontano, e quello è il momento della rabbia; poi sopraggiunge la tristezza quando si rendono conto che non c’è nulla da fare. Poi la consapevolezza e l’abbandono alla morte certa dopo ore ed ore di agonia. Mi sento in colpa, sono coinvolto da queste nuove sensazioni sgradevoli. Nicola: sai cosa ho fatto questa mattina?”

“Non dirmelo…”

“Sono andato a tagliare tutte le reti che ho trovato. Ho liberato i miei amici imprigionati e gli ho ridato vita e libertà!”

“Ma sei impazzito? Hai tagliato le reti? E se qualcuno scopre che sei stato tu che succederà?” disse Nicola preoccupato per le eventuali conseguenze di tale gesto.

“Non importa. Volevo farlo, dovevo farlo e l’ho fatto. E’ stato più forte di me, sento di essere dalla parte del giusto.”

“Ma la gente ci vive con quel lavoro. Famiglie intere aspettano e sperano di pescare qualcosa per tirare avanti, dovresti saperlo.”

“E credi che non lo sappia? Credi che non abbia alcun rimorso? Ma se tu li sentissi piangere ed implorare la libertà perduta quando restano imprigionati non mi faresti queste osservazioni. Ed è sempre peggio, Nicola caro.  Non riesco a smettere di pensarci, di fare elucubrazioni che mi dividono la testa dal cuore.

Le reti sono una vigliaccata! Una porcheria! Che abilità c’è nel tendere un agguato così insidioso alla preda? Ed il novellame? Tutto quel novellame che viene pescato per farne stupide frittatine? Quello è cibo per i pesci! Quello rappresenta le nuove generazioni che vengono decimate senza pietà. Il pesce si sta estinguendo a causa della pressione venatoria professionale eccessiva! E tutto per colpa nostra…”

“E ci si mette anche il riscaldamento globale delle acque. Pensa che le aree di desertificazione del fondo marino in pochi anni sono salite a quattrocento da quaranta che erano. Ma cosa dovremmo fare? Diventare tutti vegetariani in un sol colpo perché i pesci soffrono?”

“E la plastica che sta soffocando inesorabilmente il mare? Tu ben sai quanti animali marini crepano orribilmente perché ingeriscono quella robaccia. E quanta microplastica è già entrata nel metabolismo degli animali marini trasformandosi in carne sintetica? Potremmo andare avanti fino a domani…”

“Ma cosa possiamo fare per fermare tutto ciò? Io sono disposto ad impegnarmi ma non vedo soluzioni soddisfacenti nell’immediato.”

“Non lo so, non lo so. Intanto io taglio le reti perché il mio istinto mi dice di far così. E accada quel che accada…” disse Eros allontanandosi, troncando definitivamente quel discorso che sembrava schiantarsi contro il muro di ogni soluzione plausibile.

Nicola rimase da solo, annichilito, schiacciato dal peso della terribile realtà, messo alle strette di fronte ad un problema di enormi dimensioni apparentemente senza soluzioni soddisfacenti. E, a quanto pare, Eros era una parte consistente del problema.

Trascorsi alcuni giorni da quell’evento, Sabrina finalmente ebbe notizie dal fratello tramite un messaggio sul telefono cellulare mediante il quale li invitava a contattarlo per un aggiornamento della situazione.

“Pronto? Ciao fratellino, come va?”

“Bene, grazie. Finalmente un po’ di riposo dopo un anno infernale. Domani ci trasferiamo ad Ischia per trascorrere il Ferragosto nella casa paterna. Tu ci raggiungi? Non è lo stesso senza di te. Facci un pensierino, Sabri, mia moglie ed i bambini sarebbero felici di trascorrere un po’ di tempo con te. Andiamo in barca: Procida, Capri, Sorrento. Non vorrai perderti i nostri soliti giri.”

“Va bene, vi raggiungo tra qualche giorno. Ma tu avevi delle notizie da comunicarmi…”

“Si, ti invio subito il materiale tramite WhatsApp. Ma il tuo amico, Eros, è davvero un caso stranissimo. Ora ti spiego.

L’analisi molecolare e l’isoelettrofocalizzazione hanno svelato che nei globuli rossi di Eros è presente emoglobina fetale, HbF, in quantità esorbitanti. Il dato è confermato anche dall’analisi a scambio cationico.

Devi sapere che quel tipo di emoglobina è presente nel feto e nel neonato  in percentuali che raggiungono l’80% del totale. Questo perché quella molecola è dotata di una elevatissima affinità per l’ossigeno che facilita lo scambio tra madre e feto. Ma durante il primo anno di vita si riduce fino a raggiungere livelli dell’1%. Eros attualmente ha una percentuale prossima al 75% ed è una cosa inaudita, incredibile. E sembra siano ricomparse anche alcune molecole tipiche delle prime settimane di vita embrionale, l’emoglobina Portland e Gower. E’ un mistero!”

“Ah…non credo di aver capito tutto fino in fondo ma mi rendo conto che è una cosa incredibile.”

“E non è tutto. Le lipoproteine circolanti sono eccessive e probabilmente andranno a modificare gli equilibri di tutto l’organismo, sia a livello della barriera cellulare cutanea che dei vari organi coinvolti nella variazione della permeabilità di membrana!”

“Mandami i risultati sullo smartphone. Grazie di tutto, ci vediamo ad Ischia tra qualche giorno. Un bacio a tutti voi.”

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