Il parto

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“Il recupero della Memoria” – Pasquale Vallone 2008 (vai al precedente post sull’argomento)

Cap. 1.1 – RITRATTO DI VITA DELLA CIVILTA’ CONTADINA A BRATTIRO

Il parto

I parti avvenivano nelle abitazioni, non in ospedale o in clinica. Quando la sposa aveva interruzione delle mestruazioni, cioè non aveva più “u misi”, allora era incinta.

Se la gravidanza si presentava difficile, la gestante non praticava lavori pesanti.

Durante il parto veniva assistita da qualche praticona e dalla levatrice (mammina).

C’era in ogni comune, stipendiata, la Levatrice Condotta. Solo se il parto si presentava difficile, si faceva ricorso al medico.

Per questo evento ogni futuro padre conservava appositamente i salami più “pregiati”: capicollo, “orba”….

Il primo alimento del neonato era “u pappatolu” costituito da un batuffolo di pezza imbevuto di zucchero e miele; poi subentrava l’allattamento materno integrato, spesso, con latte di mucca, e a volte di asina.

Era però piuttosto un privilegio avere a disposizione latte di “ciuccia”, o di capra, molto nutriente.

Per lo svezzamento si passava al “panicottu”, ossia il pane duro messo a cuocere in acqua, che, diventato molle come una poltiglia, era facilmente assimilabile e anche molto nutritivo.

Pasquale Vallone

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