Un triste anniversario per Polia

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Un triste anniversario

Quattro anni: quattro lunghi anni dal boato, sordo e cupo, che nella tarda serata dell’otto febbraio 2010 ha visto crollare un costone di montagna assieme ad un veicolo fortunatamente privo, al momento, della gentile signora che lo conduceva, e che ha rotto i sogni di un’ intera comunità locale.

Pesa su ciascuno di noi il fardello ingombro dei massi rotolati giù dal costone, ancora più dura è la sopportazione del malessere quotidianamente vissuto dai poliesi.

Ma quello che crea angoscia è il senso d’ indifferenza delle istituzioni sovra comunali, sorde al grido disperato di Amministratori, singoli cittadini e comitati costituiti.

A quattro anni dal giorno della frana, quante legittime richieste d’aiuto, quante interviste televisive, interrogazioni in Consiglio regionale ed in Parlamento, incontri con i diretti interessati, articoli sulla carta stampata: ma quanti passi avanti sono stati compiuti?

Un mese fa ho contattato in diretta televisiva il Presidente della Regione, on. Scopelliti, ma la promessa di condividere questo infinito disagio con la comunità poliese è stata raccolta, per ora, dal conduttore di “Articolo 21”, l’amico giornalista Lino Polimeni, giunto in paese per informare i calabresi sui tempi, assurdi, di realizzazione dell’opera, sprovvisti di ogni fonte di certezza.

Su un’ ammissione a finanziamento per l’importo di 700.000 euro, ad oggi, risultano spesi solo 16.000 euro per indagini geognostiche ordinate dal Commissario straordinario delegato, dott. Percolla: nulla più.

Intanto il paese affonda e con lui le speranze di noi cittadini, delusi da un sistema inconcludente e da chi sembra intravedere, di tanto in tanto, soluzioni alternative senza serie prospettive di fattibilità.

Abbiamo dovuto trasferire la scuola media chiudendone i locali, le attività commerciali sono in ginocchio, i turisti scelgono altre mete, i flussi di transito, anche verso altre realtà, dirottati lungo strade alternative e la fermata del bus per Vibo Valentia spostata di due chilometri, percorsi dai nostri ragazzi, il più delle volte a piedi sotto la pioggia; ogni acquazzone, anche di lieve entità, fa rivivere in tutti noi il terrore di quel terribile disastro ambientale.

E poi, a chi raccontiamo tutto questo, con chi confrontiamo gli stati d’animo cupi e desolati della nostra gente ormai esausta? Finché ci sarà dato di rappresentare la popolazione poliese, non ci stancheremo di denunciare, a fronte alta e senza riserve, la condizione di abbandono di una comunità avvilita ma ancora non arresa ad un destino freddo ed indifferente che, senza volerlo, le è stato cucito addosso.

                                                                                          Domenico Amoroso

                                                                                         Vicesindaco di Polia

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La famigerata frana di Polia

 

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