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Drapia, discariche a cielo aperto ovunque

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La bravissima giornalista, amica del nostro blog, Viviana Mazzocca nell’edizione di ieri della Gazzetta del Sud ha affrontato l’annosa questione delle discariche a cielo aperto nel comune di Drapia. Il problema non riguarda solo questo territorio. Purtroppo, come scrive l’attenta cronista, è molto diffuso in tutta la provincia vibonese e non solo. Io mi sono occupato della problematica più volte, sia sul Quotidiano della Calabria che sul mensile Tropeaedintorni, ottenendo anche pagine intere sulle due testate. Le immagini che ho io delle stesse discariche segnalate da Viviana le avevo scattate più di un anno e mezzo fa. Devo constatare che da allora nulla è cambiato, se non in peggio…

Un grazie a Viviana per il pezzo e per le immagini, che pubblichiamo senza didascalia perchè eloquenti.

MarioVallone

“Che il territorio del comune di Drapia fosse ricco di bellezze naturalistiche e di aree incontaminate è un dato che spesso viene sottolineato dalle associazioni del luogo, dalla stessa cittadinanza, da chi viene in vacanza per immergersi nella natura e per godere di paesaggi in cui l’uomo non ha ancora avuto il sopravvento. Che lo stesso territorio di Drapia, così come una buona fetta dei comuni vibonesi, sia un luogo in cui nascono e crescono discariche a cielo aperto forse lo sanno in pochi, o forse lo sanno tutti perché un po’ tutti contribuiscono a quell’orribile crescita. Probabilmente memore della presenza di una vecchia discarica, situata proprio nel comune di Drapia, oramai dismessa da molti anni ma che ancora mostra i segni di anni e anni di deturpamento ambientale, una parte di popolazione di questo comune e dei comuni limitrofi continuano a credere che i rifiuti possano essere gettati ovunque, a casaccio e dove, credono loro, non li vedrà mai nessuno. E, invece, passeggiando per le numerose stradine del territorio comunale, quelle nascoste, sconosciute ai più, spesso non facilmente accessibili, non è difficile imbattersi in spettacoli che fanno davvero inorridire. Lo spettacolo comprende di tutto, dai complementi d’arredo, ai frigoriferi, alle lavatrici, ad un numero imprecisato di lastre di ethernit. Nella maggioranza dei casi si tratta di agglomerati  di materiali edili, il cui smaltimento ha dei costi relativamente alti per privati e ditte che, quindi, in totale tranquillità, vengono abbandonati nelle zone meno battute da auto e appassionati del passeggio. Un esempio lampante è Torre Galli, a Caria, nei pressi di una stradina ormai chiusa al traffico che da diverso tempo, nonostante le numerose denunce da parte dei cittadini, è divenuta “deposito” di scarti edilizi. I rifiuti più disparati si possono ammirare anche lungo il percorso che circonda il bellissimo boschetto di Caria, dove, a macchia di leopardo, spuntano indisturbate tegole, materiali plastici e rimasugli di elettrodomestici nascosti tra la vegetazione, la stessa che ospita da tempo immemorabile la Woodwardia radicans, la famosa felce primitiva che ancora cresce in questi luoghi benedetti dalla natura. Uno scempio ancora in località “masseria”, tra le frazioni di Brattirò e Caria, dove i rifiuti ammassati in decine e decine di metri quadrati fanno pensare ad una vera e propria discarica abusiva. Qui, complice la natura che nasconde ciò che l’uomo deturpa e complice la posizione nascosta del luogo, sono stati depositati, anche qui, elettrodomestici, scarti di costruzioni, lastre di ethernit ammassate una sull’altra. Addentrandosi, poi, due automobili gettate in un dirupo, completamente svuotate, delle quali sopravvivono soltanto i telai, quasi a provare un furto ben riuscito. Il tutto a poche centinaia di metri da campi coltivati ad ulivi. Una situazione, insomma, che dà uno schiaffo alla civiltà e al buon senso e per la quale sarebbe ora che le istituzioni iniziassero a darsi da fare. Si rivela del tutto inutile, altrimenti, organizzare, come recentemente avvenuto proprio a Drapia, le “giornate alla riscoperta dell’entroterra” quando l’entroterra offre solo questi scempi nell’indifferenza generale.”

Viviana Mazzocca

 

 

 

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