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Una sfida essenziale e inderogabile

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Andrea Locane
Andrea Locane

Una sfida essenziale e inderogabile

La protezione dell’ambiente è una delle più grandi sfide cui le amministrazioni pubbliche locali della “costa degli dei” sono chiamate a rispondere, per la semplice ragione che si tratta di una questione che riguarda il benessere e lo sviluppo delle comunità e dei territori affidati alle loro cure.

Sembra che le sindache di Parghelia e di Zambrone lo abbiano compreso bene. Ne è prova il fatto che hanno cominciato ad occuparsi dei temi ambientali realizzando un’iniziativa comune, che certamente porterà l’opinione pubblica ad interessarsi ai problemi dell’ambiente, considerando che essi riguardano non solo la qualità della vita di tutti, ma anche la possibilità concreta di crescita del turismo e quindi dell’economia dei due paesi, che legittimamente aspirano a diventare punti d’eccellenza del turismo calabrese, soprattutto per l’eccezionalità del loro patrimonio naturalistico e paesaggistico.

L’iniziativa, certamente encomiabile, dei due comuni che hanno di recente organizzato “una giornata ecologica” con il coinvolgimento di cittadini e associazioni – pur se limitata a “decespugliare e raccogliere rifiuti abbandonati” lungo la strada che collega Daffinà a Parghelia – è un buon inizio e fa sperare per il futuro, perché ciò significa, a mio parere, che il tema dell’ambiente è considerato centrale nella politica amministrativa locale e che, una volta che esso sia entrato stabilmente nella coscienza collettiva, si potrebbe decidere di lavorare per individuare, e quindi eliminare, le cause del degrado, che pare inarrestabile, del territorio e, soprattutto, le cause dell’inquinamento, ormai cronico, del mare e delle spiagge, unica risorsa disponibile e possibile per il rilancio turistico ed economico della zona. E’ cosa buona rimarcare che le politiche di qualsivoglia natura hanno bisogno, sì, dell’attività e della buona volontà degli amministratori della cosa pubblica, ma si possono veramente realizzare solo se, verso di esse, si indirizza l’attenzione, l’interesse e la cura di tutti i cittadini, la loro collaborazione e partecipazione, il loro appoggio e consenso. Cose che, senza alcun dubbio, rafforzerebbero politicamente la posizione dei pubblici amministratori, offrendo loro l’opportunità e il coraggio necessario per analizzare a fondo, senza remore o paure di sorta, i problemi che riguardano l’ambiente e il territorio e trovare le soluzioni più adeguate ed efficaci. Perché è un’assurdità che si continui ad assistere passivamente, senza che nessuno muova un dito, allo sperpero e alla dilapidazione di una inestimabile ricchezza costituita dall’immenso e invidiabile patrimonio paesaggistico della bellissima “costa degli dei”, e quindi al mancato decollo dell’economia turistica, che, in un futuro non troppo lontano – sempre che la situazione resti ferma – potrebbe finire, con buona pace dei progetti e dei desideri di benessere e di rilancio economico del territorio, nel famoso “libro dei sogni”.

Le due sindache hanno certamente capito che il percorso di coinvolgimento della società civile nella elaborazione ed attuazione delle politiche dell’ambiente deve avere carattere primario e permanente perché si tratta di uno degli elementi di un nuovo modello di “governance”, che – cosa di non poco conto – favorisce la legittimazione  delle politiche e delle scelte eventualmente adottate, principalmente  in materia ambientale, anche di quelle più coraggiose, potenziandole.

Pertanto, collocando l’ambiente tra i valori primari della politica amministrativa locale e, nel contempo, insistendo nel processo di coinvolgimento della gente, si può arrivare alla costruzione di un consenso pubblico che elimini o, quantomeno, riduca i rischi e i pericoli degli amministratori per le decisioni di politica ambientale che potrebbero entrare in conflitto con interessi  forti e consolidati di organizzazioni che operano fuori delle regole.

A questo punto non resta che insistere, con coraggio e perseveranza sul discorso dell’ambiente, perché, così facendo, la tematica della protezione e tutela dell’ambiente viene altresì ad arricchirsi di una dimensione soggettiva, quella della percezione delle questioni ambientali da parte dei soggetti interessati e quindi dei cittadini.

Pertanto, anche per non disperdere quanto si è seminato, occorre definire – non è la prima volta che mi permetto di suggerirlo – programmi coerenti ed efficaci di politica ambientale, che richiamino anche al principio di doverosità sociale e solidale non solo l’attività dei pubblici amministratori, ma anche l’impegno dei cittadini e delle loro forme organizzative, istituzionali e spontanee. E’ necessario, in ogni caso, un forte, determinato e risoluto impegno dei dirigenti politici locali per fare avanzare non solo la cultura della condivisione e della solidarietà ambientale, ma anche quella della legalità, che non significa solo osservanza delle leggi  da parte degli amministratori della cosa pubblica, ma anche il doveroso esercizio, da parte degli stessi, del potere di controllo di legalità su ogni iniziativa che riguardi il territorio e l’ambiente. Solo in questo modo la coscienza ambientale può rafforzarsi nella collettività e in ciascun cittadino.

Un altro anno, carico di problemi, di affanni e, purtroppo di troppe parole, delle quali non si comprende più il significato, se ne sta andando ed io vorrei augurare, alle due sindache e alle comunità che rappresentano, che il nuovo anno sia diverso e migliore, e chiudere con una bellissima frase di san Francesco d’Assisi:”Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”.

 

Gorizia 20 dicembre 2015                                                                                                

  Andrea Locane

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