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Spedizione alla ricerca della Grotta “scomparsa”

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Un nostro articolo nei giorni scorsi ha spinto un gruppo di giovani cariesi  ad organizzare “una spedizione” per andare alla ricerca della famigerata “Grutta di Santu Liu”.

Nelle settimane scorse si era diffusa la voce che il prezioso sito era introvabile e che probabilmente era stato sepolto da una frana lo scorso inverno. Per fortuna non è stato così, la Grotta di Santu Liu è sempre li al suo posto, con i suoi affreschi, in quella silenziosa vallata in attesa che qualcuno si interessi di essa.

E’ vero: è ancora la, da secoli è la, ma quanto durerà ancora se chi di dovere non interviene per salvaguardarla e tutelarla?

Il gruppo di giovani cariesi,  armato di decespugliatori e falci, è riuscito ad individuare il prezioso sito solo dopo due giorni di estenuante ricerca. La grotta non è crollata, come si diceva; era praticamente scomparsa perchè coperta da una vera e propria boscaglia.  L’entrata era chiusa da piante e rovi che i ragazzi hanno provveduto ad eliminare. Eliminati quei rovi i preziosi affreschi che essa custodisce si sono ripresentati all’occhio umano.

Per chì non sa cosa sia la Grotta in questione  diamo alcune brevi notizie u di essa:

La grotta di “Santu Liu” è una  grotta monastica basiliana nella quale ancora oggi sono presenti diversi affreschi a serio rischio di sopravvivenza. Di difficile accesso, ubicata sulle pendici della fiumara Ruffa, a Carìa (VV) in un luogo altamente scosceso, ed è una delle poche grotte eremitiche affrescate rimaste in Calabria. Probabilmente, prese il nome dall’eremita San Leo di Africo o di Bova, santo calabro-greco, che visse nel X secolo.Allo stato attuale, non presenta tracce di muratura né, tanto meno, di una delimitazione dell’ingresso. Dall’esterno della stessa, si abbraccia con lo sguardo tutta la parte interna, semicircolare, affrescata. Non rimangono tracce del pavimento. La parte superiore della grotta, piana, è intonacata. La parete di fondo è divisa in cinque quadri rettangolari, disposti verticalmente. Del primo affresco, che raffigura l’adorazione dei Magi, rimangono delle piccole porzioni. Il secondo affresco, che rappresenta un Santo Papa e reca l’iscrizione S.C.P.M. (Santo C. Pontefice Massimo), si conserva ancora in discrete condizioni. Il terzo, che raffigura il Padre in trono benedicente che sorregge dalle due estremità della croce il Figlio crocifisso, appare rovinato, ma quasi integro nel suo insieme. Il quarto affresco, che raffigura una Madonna sul trono con Bambino, culmina in alto con un arco schiacciato e rispetto ai primi tre appare in una posizione più elevata. Questi primi quattro affreschi, probabilmente del secolo XVI, sono caratterizzati da una iconografia comune e delimitate ai lati da un cornicione blu. L’ultimo affresco, il più rovinato, non ancora ben decifrato, andrebbe studiato più attentamente. Secondo alcuni, riproduce l’iconografia della deisis. Di esso si intravede appena l’immagine di Cristo, molto rovinata dall’umidità, e più leggibile, una porzione superstite al taglio della parete effettuato al limite del quarto affresco della Madonna. La composizione risulta schiacciata, frontale, tipica dell’iconografia bizantina e per il tema e per l’esecuzione. Tale affresco, perciò, è decisamente precedente a quelli presenti sulla parete e può essere ascritto al secolo XI. Per quanto riguarda le sue dimensioni, essa era inizialmente più grande: era larga 5 metri e alta 3 metri. Oggi le sue dimensioni variano: è larga 4,7 metri e alta circa 2 metri.

PECCATO CHE QUESTO TESORO SIA ABBANDONATO A SE STESSO.

SE NON SI INTERVIENE IN MODO TEMPESTIVO RISCHIA DI SCOMPARIRE PER SEMPRE!!!

L’APPELLO DUNQUE ALLA REGIONE CALABRIA -ALLA PROVINCIA DI VIBO VALENTIA- AL COMUNE DI DRAPIA  E AI SINGOLI CITTADINI E’ SEMPRE LO STESSO: SALVIAMO SANTU LIU!!!

Francesco Pugliese

 

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