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A Caria il Concerto del primo maggio

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29/04/12. RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO.  “Lavoro: tra disoccupazione e morti bianche”. E’ questo il titolo che l’associazione ha voluto dare quest’anno alla rassegna musicale che si terrà in occasione della festa del primo maggio. Nonostante la cronica carenza di fondi, aggravata dalla drammatica situazione economica mondiale, anche quest’anno, grazie alla forza e all’instancabile impegno dei giovani del sodalizio, si è riusciti ad organizzare una rassegna musicale, che si sta sempre più affermando come evento culturale di primo piano per il territorio. In verità la manifestazione del primo maggio, che si svolgerà nei giardini del castello Galluppi di Caria, rappresenta il momento conclusivo di un progetto musicale che ha visto la straordinaria partecipazione di numerose band durante tutto il mese di aprile. Dicevamo che il titolo che quest’anno si è  deciso di dare al progetto è “Lavoro: tra disoccupazione e morti bianche”. Un titolo ed un argomento che se da un lato riassume quella che è la ragione d’essere dell’associazione, la quale ha scelto fin dalla costituzione di porre al primo posto nella graduatoria del proprio impegno la difesa dei cittadini, dall’altro è purtroppo  sempre più di dolorosa attualità. In Italia, infatti, c’è un dramma di cui pochi parlano, che raramente troviamo nelle prime pagine dei quotidiani o nei titoli dei TG e mai nelle agende della politica. Un dramma che viene comunemente chiamato delle morti bianche. Un dramma che fa più vittime della guerra. Sono questi, infatti, i tristi dati che vengono forniti dall’osservatorio indipendente di Bologna: nel solo 2011 ci sono stati 1.170 morti a causa del lavoro; dal primo di gennaio a fine aprile di quest’anno sono morte 315 persone  per il lavoro.  A questi occorre aggiungere quelli  (circa 25 mila) che a causa di un incidente sul lavoro rimangono mutilati e gravemente invalidi.

Ma vi è di più!

Ai morti sul lavoro occorre sommare quelli che quotidianamente si tolgono la vita  per la  mancanza di lavoroDietro queste cifre ci sono corpi e sentimenti, persone che muoiono e familiari gettati in una doppia disperazione. Davanti  a questi dati francamente ci sarebbe poco da festeggiare. Ed infatti, cosa festeggiare? Quando dinanzi a noi si intravede solo disoccupazione, precariato, caporalato, morti bianche….E’ un interrogativo che occorre porsi se si vuole che tutte le manifestazioni della Festa del Lavoro non siano unicamente una piacevole kermesse, un’occasione gioiosa per stare insieme, ascoltare un concerto, ballare e bere un bicchiere più del solito, ascoltando discorsi sul passato, ma abbiano un significato in linea con l’epoca in cui viviamo e con le prospettive per il futuro. Se cosi è la festa deve quindi necessariamente rappresentare una seria occasione per riflettere, discutere, far conoscere e diffondere quello che spesso i media non dicono. Certo tutto potrebbe essere più semplice se accanto ai cittadini fosse presente lo stato che in teoria dovrebbe tutelare il diritto al lavoro costituzionalmente garantito. Ed invece lo stato è sempre più lontano da quello che sono gli interessi dei cittadini. Da tempo ormai siamo entrati in un tunnel pericoloso, in una corsa senza fine verso il basso priva di futuro dove i governanti dei paesi, nella speranza di attirare lo sguardo benevolo di qualche segmento di mercato, sono costretti a girare il mondo ostentando lo scalpo dei lavoratori.

E’ ora di fermarsi. E’ ora di dire basta.

Dalle piazze di tutta Italia è questo l’urlo che deve salire: Rispetto per il lavoro. Rispetto per i lavoratori.

Viva il primo maggio!

Associazione Liber@mente (Drapia)

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