Amministrazione Drapia: un esempio da non seguire

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“L’ambiente rappresenta un’assoluta priorità e gli interventi a tutela dell’ambiente e della natura saranno uno dei pilastri fondamentali dell’attività amministrativa della Giunta guidata da Alessandro Porcelli.
L’obiettivo perseguito sarà quello di fare in modo che il Comune di Drapia, entro il 2024 divenga un vero e proprio simbolo a livello nazionale per le sue politiche ambientaliste”.

Sono queste le monumentali parole di introduzione al programma elettorale della lista del Sindaco Porcelli in materia di politiche ambientali.
Non sappiamo se entro il 2024, grazie al lavoro della Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco e dal Super Assessore all’Ambiente, il Comune di Drapia riuscirà a divenire un simbolo nazionale per le sue “politiche ambientaliste”, anche se francamente, visto lo stato dell’arte, riteniamo che dubitare sia quantomeno legittimo.

Certo è che l’Amministrazione Comunale, fino ad ora, si sta facendo notare, con il concreto rischio di far diventare il Comune di Drapia si un simbolo nazionale, ma in negativo, non solo per le scellerate politiche ambientaliste, ma anche per il ginepraio amministrativo nel quale è riuscita a far cacciare l’Ente.

L’ultima perla amministrativa, solo in ordine di tempo, che da qui a qualche giorno ci farà conoscere se non proprio a livello nazionale, quantomeno a livello provinciale e regionale, è la recentissima determina, vergata dal Sindaco Porcelli, con la quale è stato affidato il servizio di mantenimento e assistenza cani randagi.

Intanto occorre rilevare che il Comune per circa 10 mesi (dal 1 giugno 2021 fino al 1 aprile 2022) è rimasto privo del predetto servizio, consentendo che branchi di animali randagi scorrazzassero indisturbati per il territorio comunale e compissero ogni sorta di aggressione all’interno dei centri abitati.

Dopo 10 mesi di assenza di servizio il Sindaco ha pensato bene di affidare in forma diretta il mantenimento e l’assistenza dei cani randagi ad una impresa che secondo le Autorità a ciò preposte è in odore di mafia, tanto che ai sensi dell’art. 91 del D. Lgs. 159/2011 è stata raggiunta da specifica interdittiva.

In pratica proprio mentre i Comuni della provincia di Vibo Valentia, anche viciniori, si preoccupavano di revocare ed annullare, per come prevede la legge, ogni rapporto che avevano in essere con la impresa colpita da interdittiva antimafia, a Drapia, dopo che per 10 si era rimasti privi del servizio di assistenza e mantenimento dei cani randagi, quest’ultimo veniva affidato proprio a quella impresa.

Da parte nostra possiamo solo auguraci che quello che rimane dell’apparato amministrativo dell’Ente, provveda con la massima urgenza a ripristinare la legalità.

Giuseppe Rombolà, Teodora Rombolà e Antonio Vita
Consiglieri Comunali Gruppo Viviamo Drapia

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