“Malanova”

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Avvistamenti Teatrali, la rassegna di nuova drammaturgia ideata dall’Associazione Avvistamenti con la direzione artistica di Andrea Paolo Massara e in partenariato con il Comune di Ricadi, continua a registrare successi.

La seconda edizione del festival ha già registrato oltre 1200 spettatori, superando in soli tre appuntamenti gli ottimi numeri dell’intera rassegna 2016.

Chiude il cartellone di Avvistamenti venerdì 25 agosto nell’anfiteatro Torre Marrana di Ricadi Malanova, monologo di Ture Magro e Flavia Gallo prodotto da Sciara Progetti. La compagnia emiliana incontra e mette in scena un fatto di cronaca accaduto nel reggino e per anni passato in sordina. La vicenda è stata resa pubblica nei suoi particolari nell’omonimo romanzo scritto dalla giornalista Cristina Zagaria e da Anna Maria Scarfò, edito dalla Sperling & Kupfer.

Malanova è una cattiva notizia, qualcosa che nessuno avrebbe voluto sapere. Nel 1999, in Calabria, una ragazzina di tredici anni viene avvicinata da un ragazzo più grande, che sembra volerla corteggiare. In poco tempo, Anna diventa per tutto il paese una malanova.

In questo spettacolo la vicenda è raccontata da un giovane uomo, Salvatore (in scena Ture Magro), che ricorda di averle voluto bene, di averla desiderata e di averla ritrovata dentro ad una storia di violenza sconvolgente. Salvatore farà partecipi di quel sopruso più sottile, subdolo, sotterraneo che passa per i gesti di tutti, che si muove attraverso una parola che mal nutre una mentalità incarnata, quasi impossibile da scorporare. «Il miracolo di questo spettacolo, – scrive Cristina Zagaria in un articolo su La Repubblica – è parlare di donne e di violenza e mettere al centro dell’attenzione sotto le luci bianche il corpo e il cuore di un uomo. Capovolge ogni punto di vista maschile e femminile fino ad ora affrontato».

La compagnia Sciara Progetti – Ture Magro, Flavia Gallo, Emilia Mangano, Sarah Patanè –incontrando le autrici del libro e la loro storia, ha subito capito di avere percorsi e obbiettivi simili: la denuncia e la presa di coscienza.

Una storia cruda e inenarrabile, ma edificante come tutte le storie compiute e non puramente celebrative o provocatorie. Malanova è il tentativo fatto a quattro mani dai due autori teatrali, un uomo ed una donna, che hanno deciso di non nascondere mai la propria fragilità, perfettamente in accordo nel voler trasformare la retorica della denuncia in un’indagine
al maschile, un’esplorazione
edipica sulla responsabilità, sulla convivenza e
sull’essere coinvolti, come esseri umani, in una trama di fondo che ci rende tutti ugualmente responsabili della vita degli altri.

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