Un travagliatissimo Regolamento

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Il sindaco di Drapia Antonio Vita

Qualche breve riflessione sulla seduta di consiglio comunale del 17 marzo scorso.

Siamo spinti a ciò da quanto riportato dai resoconti dell’evento fatti nei giorni scorsi da alcune testate online e dalle risultanze del verbale della deliberazione concernente il punto 3 o.d.g. del relativo avviso di convocazione (modifica artt. 24, 63 e 68 Statuto Comunale), pubblicato in data 29/03/2017.

Ora, il citato punto 3 è stato preceduto da un punto 2 “Comunicazioni del Presidente del Consiglio” e seguito da un punto 4 “Approvazione Regolamento per la partecipazione popolare e l’associazionismo”; punto, quest’ultimo, poi rinviato in quanto non si è raggiunta la maggioranza prevista dei due terzi dei componenti il Consiglio Comunale per poter approvare già “in prima lettura” le modifiche statutarie a dire dell’Amministrazione necessarie (necessarie, un corno!) ad approvare poi il regolamento.

Quanto alle comunicazioni di cui al punto 2 dell’o.d.g., il Presidente – secondo quanto riportato – ha preliminarmente elogiato la commissione consiliare per il regolamento sulla partecipazione popolare per l’ottimo (opinione sua) lavoro svolto e la Presidente per l’autorevolezza con la quale ha condotto i lavori (noi, da parte nostra, riconosciamo grande preparazione e competenza tecnica alla Presidente, ma – nel caso di specie – di autorevolezza se n’è vista davvero poca!).

Il Presidente ha poi proseguito con una considerazione autocritica, sostenendo che a suo giudizio l’Amministrazione, nonostante l’impegno assunto in tal senso nei confronti dei cittadini singoli e associati,  ha perso l’occasione di spiegare a chi (nel lontano luglio del 2015, aggiungiamo noi!) era stato invitato a presentare proposte e suggerimenti rispetto alla bozza di regolamento predisposta dalla commissione, le ragioni per le quali molte di quelle proposte non sono state – legittimamente, ha giustamente sottolineato – accolte; aggiungendo poi che forse sarebbe stato il caso di porvi rimedio in sede di successivo dibattito consiliare (che poi non ha avuto luogo per le ragioni sopra riferite), pur nei limiti consentiti da un Consiglio “non aperto”. Questa onesta presa di coscienza del primus inter pares in seno al Consiglio (perfettamente coerente col ruolo di garanzia – anche dei cittadini, non solo dell’Istituzione – dallo stesso più volte rivendicato) pare aver destato il malumore dell’intera assise consiliare.

Infatti, dalla lettura del verbale prima citato, apprendiamo che il Sindaco si dice d’accordo con il Presidente circa gli apprezzamenti rivolti alla commissione, dissociandosi invece da tutto il resto sostenendo sostanzialmente che a suo giudizio la partecipazione è stata garantita attraverso la pubblicazione della bozza sul sito istituzionale (sic) e che le proposte possono essere accolte oppure no (la scoperta dell’acqua calda!); alla fine si permette anche di rivolgere un “rimprovero” alle associazioni che hanno voluto il regolamentoche oggi potevano essere presenti e ascoltare la discussione”. Testuale! ci concedevano, cioè, di … ascoltare.

Alle sconcertanti parole del Sindaco, il capogruppo di minoranza Carlino non ha trovato altro da obiettare se non che il regolamento non lo hanno voluto le associazioni, bensì la collettività… azz! La dura “reprimenda” carliniana ha prodotto le immediate scuse del Sindaco su tale dirimente punto! Nulla da eccepire da parte di nessun consigliere, invece, circa i tempi scandalosi e le modalità “simil carbonare” di approvazione della bozza definitiva del regolamento… dettagli!

Ci pare di poter chiudere questa parte di riflessione dicendo:

  1. al consigliere Carlino, che il regolamento lo hanno voluto le associazioni (“Drapia in Europa” e Comitato Civico “Impegno Sociale” … per essere proprio precisi!), ma che sarà strumento della collettività tutta; mentre appare con cristallina chiarezza chi non lo avrebbe invece mai voluto se non fosse stato spinto “a forza” ad approvarlo (sia pure in una versione annacquata, temiamo): l’Amministrazione tutta, minoranza compresa!
  2. al Sindaco, che noi non abbiamo mai “preteso” che venissero accolte le nostre proposte; più modestamente, ci piacerebbe solo sapere le ragioni del perché alcune di esse (molte, ha detto il Presidente) non lo siano state. Lo scandalo, caro Sindaco, è che ad oggi noi non conosciamo né quali tra esse siano state respinte (se non quelle che si ricollegano alle non necessarie e illiberali, sotto questo aspetto, modifiche statutarie) né le ragioni che stanno a fondamento della scelta operata dalla commissione; ma la cosa ancora più grave è che noi quelle ragioni non le conosceremo mai, essendo del tutto evidente che il consiglio ratificherà le decisioni “assunte all’unanimità” dalla sua articolazione interna. Solo questo (decisioni prese all’unanimità) si evince dai verbali della commissione, per il resto… il vuoto assoluto, tranne che per un aspetto ridicolo di cui diremo in altra occasione (torneremo ampiamente sull’argomento “partecipazione popolare” a regolamento approvato).

Al Sindaco rimane solo da far sapere che se non siamo stati presenti alla seduta di consiglio fin dal suo inizio è perché nessuno di noi ha potuto coprire quella fascia oraria; il primo cittadino sa bene che quando ci è possibile noi siamo sempre presenti, ma perché così piace a noi e non certo perché ce lo “ordina” lui. Se proprio ne avverte la necessità, l’invito ad assistere alle sedute consiliari lo rivolga a tutti i cittadini; se, a parte noi, non vi (a voi, amministrazione tutta) sta a sentire nessuno, qualche domanda circa la vostra capacità di coinvolgere gli amministrati nella gestione della cosa pubblica (partecipazione) sarebbe giusto porsela!

La considerazione conclusiva la vogliamo riservare al già richiamato intervento del Presidente prof. Antonio Mamone per fargli sapere che c’è qualcuno che quelle parole le ha invece apprezzate, per più di una ragione:

  • Si basano su situazioni di fatto incontrovertibili. Ribadiamo: noi ancora oggi non sappiamo quali delle nostre proposte siano state accolte, né le ragioni della bocciatura delle altre (non è trasparenza, non è partecipazione!);
  • Sono perfettamente coerenti con quanto il Presidente del Consiglio ha affermato in numerose altre precedenti occasioni; citiamo, a titolo di esempio, uno stralcio dell’intervista dallo stesso rilasciata ad un periodico locale nell’ottobre del 2016: alla domanda “Quali accorgimenti si potrebbero adottare per favorire un clima positivo, privo di sterili polemiche?”, lui ha risposto “Una maggiore partecipazione e quindi una migliore comunicazione da parte dell’Amministrazione nei confronti dei cittadini che ci hanno eletti …”. Se ne ricordi sempre, Presidente, e lo ricordi (magari anche con toni un po’ meno felpati) anche ai suoi colleghi consiglieri che su questo tema, prima delle elezioni, hanno impegnato la faccia!

Aspettiamo di leggere questo travagliatissimo regolamento … prima o poi lo dovranno pur pubblicare!

Comitato Civico IMPEGNO SOCIALE

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