Tropea: LA PERLA E I PIRLA

Tropea ha un fascino particolare. I suoi Palazzi e Portali, i suoi colori teneri e deliziosi, le sue marine dalle bianche sabbie e il suo mare che gioca con i colori e i profumi ne hanno fatto la Perla del Tirreno. Meritatamente.
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Acqua passata?
La domanda è doverosa se si ama la città della Madonna nera e ne conosce la bellezza.
Perché la rupe e la città sono ferite da opere incomplete o imbruttite da mostruosi manufatti, con la scusa di tutelare la rupe e la sicurezza dei cittadini.
Quanto alle spiagge sono terreno di conquista di speculatori cinici e selvaggi che, probabilmente, con l’aiuto della ‘ndrangheta o addirittura come sua longa manus e nel silenzio delle Istituzioni e degli imprenditori puri, imbrattano il mare utilizzandolo come terminale dello sterco umano prodotto da chi alloggia nelle strutture turistiche così gestite.
Le acque perciò perdono colori e profumi per i liquami scaricati a mare dagli speculatori e diventano un pericolo per chi si tuffa in un mare sognato.
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Avvoltoi e sciacalli stanno distruggendo la bellezza di Tropea, un bene materiale figlio della natura e della storia che solo una comunità dall’identità culturale forte può difendere e trasmettere al futuro.
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Nessuno o pochi sembrano avvertire il pericolo.
I cittadini della Perla del Tirreno vivono una vita normale. Cronache politiche locali, incendi di locali per motivi politici e di pizzo, non turbano evidentemente il gioioso consumo di granite, gelati e caffé.
Cos’è che non va?
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Così la Perla del Tirreno viene saccheggiata e deturpata da bipedi e avvoltoi.
Così nella Perla è nato il Regno di Pirla. E il dominio della ndrangheta. Forse inventato. Perché la ndrangheta tropeana è invisibile.
Dovrebbe però sorgere in tutti almeno il dubbio che ci sia, considerato il recente scioglimento del Consiglio Comunale per mafia.
Saverio Di Bella