Dissestati

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Mario Vallone
Mario Vallone

Per andare al lavoro, quotidianamente, in auto da Brattirò a San Nicolò di Ricadi-Capo Vaticano ho due opzioni: una peggio dell’altra: o dalla strada che da Ciaramiti attraversa il bivio Biluscia e poi giunge a Capo Vaticano; oppure dalla strada Spilinga- Ricadi.

La prima di queste “strade” è in buona parte piena di buche e, in una sezione di circa un km (dal bivio di Ciaramiti fino al bivio Biluscia) risulta, come si legge in un cartello posto all’imbocco di essa, “strada dissestata”. Da un anno e mezzo la Provincia, nonostante le continue promesse fatte in pubblico dal presidente Niglia, non è riuscita neppure a spostare dalla strada un ammasso di fango che copre metà carreggiata per circa 50 metri: le strade di Kobane almeno vengono sgomberate dopo i bombardamenti, questa è peggio: un lavoro di pochissime ore viene rinviato da un anno e mezzo! E pensare che l’arteria in questione è la via che collega l’entroterra drapiese alle spiagge di Capo Vaticano ed ai centri spesa più vicini.

In una situazione per niente migliore è la mia seconda opzione della quale ho accennato: la strada Brattirò-Spilinga-Ricadi.

Da Brattirò fino al ponte della fiumara, cioè nel tratto di competenza comunale drapiese, il manto bituminoso è in perfette condizioni, segno che ogni amministrazione ha curato la manutenzione, sia ordinaria che straordinaria. Dal ponte in poi si cambia registro: voragini ovunque che non si riesce in alcun modo neppure a dribblare; manutenzione inesistente; lavori (penso per la rete fognaria) fatti malissimo…una vera e propria vergogna. E che dire delle curve che si affrontano dopo Spilinga, lungo la provinciale che porta a Ricadi: uno spettacolo indegno. Le voragini sono così estese che solo volando si potrebbero evitare.

Non ci sono parole.

Ogni mattina, per andare a lavoro, per portare a casa l’auto integra e per non rischiare di finire all’ospedale o all’obitorio, devo – quindi – percorrere queste strade a velocità ridottissima, talvolta a passo d’uomo, impiegando il doppio del tempo che vi occorrerebbe se fossero normali o, quantomeno, decenti.

Non faccio più appelli: le istituzioni provinciali praticamente non esistono più, qui nel vibonese. E non posso lanciare un appello verso qualcosa che non esiste, posso solo esternare la mia rabbia, la mia delusione: ho perso anche la speranza. Non riesco neppure a immaginare che le cose possano cambiare in meglio: il dissesto è ovunque e cresce, giorno dopo giorno, anziché diminuire.

MarioVallone

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