“La grande vuotezza”

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Andrea Locane
Andrea Locane

RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO:

La  grande  vuotezza 

Mi sarei aspettato che, da parte di qualcuno che crede di far politica e d’essere un politico, arrivasse un chiarimento, una puntualizzazione, un elenco delle cose fatte, le linee di un progetto che risolva almeno una delle tante questioni di Parghelia, quantomeno per confutare, controbattere o smentire le mie opinioni, che vado ripetendo ormai da anni su questa rubrica, a proposito della situazione sociale e politica del mio paese. E, invece, niente. C’è il solito assordante silenzio degli amministratori del Comune, eletti, tra l’altro, dai pargheliesi con una maggioranza bulgara e con grandi speranze.

Da ciò si capisce agevolmente che la classe politica è caduta in uno stato di profondo letargo invernale, comprensibilissimo dopo le enormi fatiche spese per l’organizzazione degli eventi estivi (un plauso va, comunque, all’assessorato alla cultura per le notevoli capacità organizzative dimostrate), per poi svegliarsi in vista della preparazione della solita kermesse dell’estate pargheliese.

E’ da anni, ormai, che si va avanti così, con l’opposizione consiliare e l’opinione pubblica che dormono, anche loro, sonni beati e tranquilli, mentre i molti e gravi problemi del paese restano lì, fermi sul tavolo delle buone intenzioni, incancrenendosi e diventando, purtroppo, “normalità”, in un clima di improvvida assuefazione collettiva e nell’attesa che la provvidenza se ne occupi.

Ahimè ! Le cose – lo dico con molto rammarico – non sono cambiate neanche con l’arrivo al governo del Comune di giovani talenti, apparentemente rampanti, in possesso, almeno teoricamente e formalmente, di titoli e requisiti validi ed idonei per lo svolgimento di un’attività di amministrazione coraggiosa e dirompente.

Nondimeno, la “recita” continua, su un palcoscenico di cartapesta, con quinte e fondali di cartapesta, a sprazzi illuminato da rappresentazioni quali “Istituita la tassa di soggiorno”, Risparmio energetico,” Voci e colori”, che certamente sono insufficienti a colmare la “vuotezza amministrativa” di quasi cinque anni, e dietro cui viene nascosta una realtà del tutto diversa, anzi opposta, a quella che appare sulla scena, politicamente immersa in un buio pesto.

Il fatto è che i problemi, che affliggono da tempo Parghelia – non sto qui ad elencarli ancora una volta – sono molto complessi e non possono, in ogni caso, essere affrontati a pezzi, in una situazione socio-politica che non è solo cambiata, ma è addirittura peggiorata. Sarebbe ora che i governanti del Comune, una volta per tutte, ne prendessero atto e cominciassero a riflettere seriamente e ad agire di conseguenza, richiamando anche la Provincia e la Regione, per quanto è di loro competenza, alle proprie responsabilità, sulla base di un piano organico e generale di risanamento. Puntando pure su un rapporto di collaborazione con l’opposizione e, manco a dirlo, con i cittadini, dimostrando disponibilità dialogica con tutti. Perché chiudersi nel bunker dell’autoreferenzialità non porta da nessuna parte ed è politicamente improduttivo.

Diventa, perciò, urgente e necessario inventare e instaurare forme di dialogo – ad esempio, pubblici dibattiti – sui temi più importanti, che, al momento, non esistono, né con l’opposizione, tantomeno con i cittadini, che non sono stati mai messi nelle condizioni di partecipare, sia pure con pareri e consigli, alla vita pubblica, se non in una forma indiretta nel periodo delle campagne elettorali. Invece, le politiche amministrative – ammesso che qualcuno abbia mai pensato di elaborarne una – necessitano di un processo di crescente coinvolgimento della società civile, e nella fase di elaborazione e in quella di attuazione delle stesse.

Prima di chiudere vorrei sottolineare che in politica solo chi vorrà e sarà disponibile ad ascoltare tutte le voci, e non solo quelle di una parte, diventa un politico degno di fiducia e può ritenersi un autentico rappresentante della volontà politica dei cittadini, e ribadire, inoltre, che i temi e i problemi, sui quali gli amministratori locali dovrebbero concentrare la loro attenzione, non sono solo ed esclusivamente le pur piacevoli ed interessanti feste d’estate. L’amministrazione di un Comune è anche altro, è tutt’altra cosa. Abbandonarsi alla monotonia abitudinaria, all’insipienza e all’immobilità mentale, vivendo alla giornata e non vedendo una spanna più in là del naso, non porta alcuna utilità o vantaggio. Semplicemente, non paga.

                                                                                                          Andrea Locane

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