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Studenti in agitazione…

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Sta acquistando sempre maggiori consensi la protesta degli studenti vibonesi, in particolare di quelli di Acquaro, da giorni in agitazione contro l’aumento delle tariffe di viaggio attuato a seguito del taglio dei fondi regionali al settore.

Ad accrescere i numerosi attestati di solidarietà giunti ai pendolari si unisce anche il primo cittadino di Gerocarne Vitaliano Papillo, che si associa al malcontento degli scolari fuori sede, il quale, essendo il rincaro generalizzato, tocca tutti i centri della regione Calabria.

«Da sindaco, quotidianamente a contatto con i problemi dei miei concittadini – sottolinea Papillo – non posso non condividere le preoccupazioni degli studenti e dei loro genitori, contro un aumento spropositato dei biglietti e degli abbonamenti agli autobus di linea, determinato dai tagli regionali ai trasporti, in quanto questi intervengono a gravare ulteriormente su ménages familiari già fortemente provati dalla crisi».

Un pensiero che il sindaco di Gerocarne punta ad inculcare ai suoi colleghi «tutti, senza distinzione di colore politico», invitati a «fare loro ed appoggiare la giusta protesta in atto, come azione di tutela dei nostri studenti, che ogni giorno rischiano già la vita nel percorrere strade disastrate per recarsi a scuola, e non si può pensare di far gravare sulle loro spalle o, meglio, su quelle dei loro genitori, i tagli di un ente regionale i cui amministratori spesso dimenticano di aver ricevuto il loro mandato per tutelare i diritti dei calabresi, non per gravarli quotidianamente con sempre nuove gabelle e rincari ingiustificati».

In questa prospettiva, Papillo si rivolge ai colleghi, invitando «a sederci attorno ad un tavolo assieme ai responsabile dell’assessorato in questione, per sollevare il problema e cercare in tutti i modi di risolverlo senza gravare in alcun modo sui cittadini».

Una di tali soluzioni, secondo l’amministratore del centro montano, «potrebbe venire dalla proposta avanzata da alcuni dirigenti del Pd provinciale, ossia quella di effettuare, ad esempio, uno scaglionamento dei costi in base al reddito Isee, oppure al numero di figli per famiglia». Questa è una, ma altre soluzione sono ben accette, perché « la regione è in ogni caso obbligata a dare delle risposte concrete, in quanto la situazione economica delle famiglie è già ad un livello critico per cui non si possono accettare ulteriori aggravi che vadano a pesare sulle già asfittiche casse casalinghe». Quindi, l’invito ai sindaci è quello di «unirci alla protesta degli studenti e delle famiglie, di fronte alle cui istanze non si può rimanere inermi».

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