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Folla immensa per don Bosco a Vibo Valentia

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Preghiere, gioia, lacrime, giovani, una grande festa attorno a don Bosco.

Nella giornata di ieri a Vibo Valentia è arrivata l’urna contenente le reliquie di San Giovanni Bosco, in preparazione al bicentenario della nascita del santo che tutta la famiglia Salesiana celebrerà nel 2015. Un grande evento che ha visto la partecipazione di migliaia di persone, soprattutto giovani, giunti da tutta la provincia e non solo, per venerare le reliquie  del santo.

L’urna è arrivata in città alle 8:44 di ieri mattina e, come prima tappa, ha fatto visita alla casa penitenziaria di Vibo Valentia dove è stata celebrata la Santa Messa coi carcerati. Don Bosco, dunque, è entrato nelle carceri così come ha fatto in vita, per riportare speranza.

Alle 11.30 l’urna è stata poi  accolta a Santa Maria del Soccorso ed esposta al centro della chiesa ai piedi dell’altare, davanti al grande mosaico di Maria Ausiliatrice. Tantissimi i bambini e i ragazzi delle scuole della città, accompagnati dai docenti, che hanno sostato e pregato innanzi all’urna.

Nel pomeriggio vi è stata la visita di tanti devoti,  il rinnovo della promessa dei Salesiani Cooperatori e la preghiera animata dalla famiglia  Salesiana.

Alle 19:00 in una chiesa straripante di fedeli, la solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dall’ispettore don Pasquale Cristiani e animata magistralmente dal coro dei giovani dell’oratorio Salesiano di Vibo. In una bellissima e toccante omelia, don Pasquale  si è soffermato sulla figura dell’educatore:

“Chi non sa sorridere, non è adatto per educare. L’educatore deve essere  un cercatore che non deve mai arrendersi, deve osare, osare come ha fatto don Bosco. 

Bisogna essere ottimisti, che in chiave cristiana significa: speranza. Dunque compito dell’educatore è il seminare l’ottimismo e la speranza. Prendiamo esempio da don Bosco che parlava a tutti ed ad ognuno e  che metteva al centro la persona. Seguiamo  i giovani, ascoltiamoli!  Solo così,  potremo orientarli”. 

Alla celebrazione hanno preso parte numerosi  i sacerdoti provenienti dalle comunità limitrofe. Presenti, inoltre: la comunità salesiana delle figlie di Maria Ausiliatrice di Rosarno con i giovani, le ex allieve e  i cooperatori dell’oratorio; la Comunità di Carìa con i ragazzi dell’oratorio Don Bosco; i cooperatori salesiani provenienti da Lamezia Terme e, ovviamente, l’intera comunità educante  dell’oratorio  di Vibo.

Al termine della celebrazione, l’urna di don Bosco, portata “dai suoi giovani” attraverso corso Vittorio Emanuele, è stata accompagnata con una fiaccolata presso l’oratorio dove dalle ore 21:00 si è tenuta la veglia di preghiera con i giovani della città e della diocesi.

Tantissimi i giovani che hanno partecipato alla veglia, presente anche la consulta della pastorale giovanile.

Un grande momento  di  preghiera, di fede di festa attorno alla figura di questo grande santo che  continua, ancora oggi, a parlare al cuore e  che  raduna schiere innumerevole di giovani.

Una giornata  che potremmo certamente definire storica per la comunità salesiana di Vibo, per l’intera città  e per tutti coloro che sono legati alla figura del santo piemontese e che ieri in massa gli hanno reso omaggio, venerando le sue reliquie.

Possa la giornata di ieri rinvigorire i cuori, aumentare la fede e la speranza  in tutti coloro che sono legati al carisma Salesiano.

Don Bosco è ritornato e ci ha radunati,  invitandoci a riscoprire l’autenticità del  suo carisma.

Adesso tocca a noi continuare a farlo vivere nelle nostre comunità.

                                                                                                                                                                                                             Francesco Pugliese

L’urna di don Bosco

RITORNA…

Quanti volti tristi, quanti visi spenti di sorriso.

Quante giovani vite prive di allegria, che hanno perso la fiducia nella vita, smettendo di sognare.

Quante giovani vite che hanno smarrito la strada, troppe le nuvole che hanno offuscato il sole.

E’ormai troppa la polvere nei nostri cortili, è ormai tanto, troppo, l’asfalto sulle nostre strade intossicate dalla troppa modernità e tecnologia.

Ritorna tu, con il tuo volto amico a ridare il sorriso a quei volti tristi.

Ritorna a riaccendere l’allegria, quella sana e santa che ha fatto di te “il Saltimbanco di Dio”.

Ritorna per riaccendere l’entusiasmo, per scacciare le nuvole e a mostrare il sole, il Sole vero che mai tramonta.

Ritorna ad indicare la strada, ad insegnare come i sogni possono diventare realtà. Insegna ancora una volta a sognare, a sognare in grande come facevi tu, e a comprendere che, ancora oggi, è possibile che “dei lupi si trasformino in agnelli”.

Ritorna e scrolla la polvere dai nostri cortili. Scrollaci di dosso quel velo di polvere che ci ha coperti e che ci ha fatto dimenticare la roccia da cui fummo tagliati. Trasforma l’asfalto delle nostre strade in quei prati verdeggianti, aperti e puri, teatro della tua meravigliosa opera.

Ritorna e fai risuonare a gran voce il tuo grido “Da Mihi Animas”. Vieni incontro a noi come in quei giorni lontani in cui radunavi giovani schiere festose e gioiose e continua a parlare oggi come allora, con voce di padre, al cuore delle nuove generazioni.

Ritorna e spingici a riprendere in mano le nostre vite ed i nostri sogni. Attiraci con il tuo esempio, con il tuo sorriso e la tua allegria, alla conoscenza di quell’Amico fedele, vero e sincero che ha dato la vita per l’umanità.

Ritorna a ridare alle nostre comunità la gioia di essere comunità, e a rimembrare ai membri della tua “famiglia” la missione alla quale sono stati chiamati.

Ritorna a far capire che una società, che non presta attenzione alle nuove generazioni, è una società destinata al fallimento. Questo perchè, senza l’educazione e l’attenzione per la gioventù, non c’è futuro.I giovani di oggi saranno il futuro di domani.

Ritorna, per continuare quel sogno, quel sogno sui giovani…quelli di oggi molto diversi da quelli dei tuoi tempi, ma accomunati dallo stesso desiderio: sentirsi amati!

Ritorna e r-insegnaci ad amare e a scoprire nel volto di ogni giovane, soprattutto nell’emarginato, povero e sofferente, il volto stesso di Cristo per il quale ti sei donato senza riserve, fino all’ultimo respiro, ai giovani di ieri, di oggi e di domani.

Ritorna don, ritorna, oggi come allora, per aiutarci ad essere felici nel tempo e nell’eternità. Ritorna!

f.p.

 

 

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