Un viaggio nella cultura popolare di Briatico

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Il dirigente scolastico Giuseppina Prostamo, durante la manifestazione  di fine anno  relativa al progetto “Creativa…mente”, presso i locali della scuola media di Gerocarne, ed alla presenza dei sindaci  dei comuni di Gerocarne, Pizzoni e Vazzano, dello storico Carmine Varriale, di Antonio De Masi, dei docenti, degli alunni e dei loro genitori, ha presentato il suo ultimo libro dal titolo “La Mia Gente”, una raccolta che – come ha spiegato la stessa Prostamo “racconta la cultura dei nostri avi strettamente collegata alle tematiche dell’attività progettuale. La riscoperta, infatti, dei vecchi mestieri quale quello dei vasai, dei tanti canti popolari, dei balli tradizionali, implica anche la valorizzazione del nostro dialetto. L’austerità del lavoro manuale che, nella sua umiltà, ha recato lustro alla realtà territoriale rappresenta la stretta attinenza fra le linee programmatiche progettuali e il contenuto del libro stesso. Il piacere di leggere il libro, corposo e coinvolgente, è stato simile al coinvolgimento degli alunni che hanno intrapreso e portato fino in fondo il loro lavoro con entusiasmo e consapevolezza”. Un vero e proprio viaggio nella memoria questo volume di Giuseppina Prostamo, un itinerario immerso nel profondo della cultura della gente di Briatico, un paese della Calabria. Attraverso un approfondito studio fatto di ricerca, di interviste e di recuperi sul campo, Prostamo è riuscita a far riemergere il “sapere altro” di tante persone anziane, di contadini, pastori e pescatori che hanno raccontato comportamenti, usanze e costumanze, detti e proverbi, fiabe e credenze popolari, indovinelli e scioglilingua, nenie e filastrocche, toponimi e soprannomi, tante parole raccontate oralmente che conservano, nel loro interno, un sapere profondo, una saggezza ed una visione diversa della vita, con una carica ed una consapevolezza forte dei contenuti e di una cultura altra. Una cultura che esprimeva l’esigenza di affermare, con forza, il proprio carattere collettivo, la propria identità, l’appartenenza ad un gruppo e ad una comunità e la contestazione di valori e modelli imposti dalla cultura egemone. Giuseppina Prostamo, in queste pagine, ha voluto evidenziare l’importanza della lingua e del linguaggio popolare, del dialetto e della metafora, del simbolismo dei segni e degli accadimenti ritualizzati dallo scandire delle stagioni e delle feste che si susseguono durante l’anno. Una cultura, o meglio, un complesso sistema culturale, quello studiato da Giuseppina Prostamo, modellato da generazioni e trasmesso attraverso il linguaggio verbale tramandato, che appartiene ad una classe popolare capace di vivere, in piena sintonia con il territorio, con il paese, il mare e la campagna. Un sapere che si esprime attraverso forme di esternazione di grandissima valenza culturale e bellezza popolare.

Franco Vallone

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