Un gol per la salvezza

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04/05/12. Allenamento mattutino per la Vibonese agli ordini del tecnico Ammirata. Ad esclusione di De Filippis e di Cosentino, tutto il gruppo ha lavorato sotto le direttive dell’allenatore, del suo collaboratore Renato Mancini e del preparatore dei portieri Piero Martelli.

Un’intensa seduta di allenamento, pertanto, per il gruppo rossoblù in vista dell’ultima gara interna della stagione regolare contro l’Aversa Normanna in programma domenica pomeriggio.

Le riflessioni del gruppo rossoblù sono affidate a Stefano Di Berardino. Il difensore è andato a segno domenica scorsa a Isola del Liri e da quella trasferta è tornata in Calabria una squadra più rinfrancata nel morale e più convinta nei propri mezzi. «Abbiamo interpretato benissimo la gara – dice Di Berardino – rischiando pochissimo, giocando con personalità e con la giusta determinazione, con un buon ritmo e un ottimo equilibrio, mettendo in pratica ciò che voleva il nostro allenatore. Alla fine è arrivato un successo meritato, che migliora la nostra autostima e con il quale abbiamo evitato la retrocessione diretta, primo passo verso l’obiettivo della permanenza in categoria. La salvezza diretta? E’ doveroso crederci finché c’è speranza, ma siamo anche predisposti mentalmente per affrontare gli spareggi».

Domenica contro l’Aversa non sarà in campo per via della squalifica di un turno, ma Stefano Di Berardino confida nei propri compagni «per conquistare i tre punti necessari per la nostra classifica. Dobbiamo vincere e poi vedremo cosa avranno fatto le altre».

Tornando alla gara di Isola del Liri, ci sono due aspetti da evidenziare. Il primo riguarda la rete siglata a seguito di uno schema su corner, più volte provato e riprovato. «In effetti lo avevamo studiato ed attuato, anche se poi la dinamica è stata diversa. D’altra parte si lavora con Ammirata e con Mancini su tante cose e quando si realizzano, la soddisfazione è doppia».

E siamo al secondo aspetto: il primo gol di Stefano Di Berardino, arrivato ad Isola del Liri, ha un segno particolare, perché è giunto in uno stadio chiamato “Nazareth” e siglato da un “Atleta di Cristo”. Scontata la dedica: «a nostro Signore Gesù Cristo, che è sempre al mio fianco. Non ritengo casuale il fatto che dopo tre anni abbia segnato in uno stadio che porta quel nome. E poi dedico la rete alla mia famiglia ed alla mia ragazza, con la quale lunedì mi sposerò in Comune, avviando un nuovo percorso assieme».

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