Una chiesetta da restaurare

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26/04/12. Ho scritto più volte, su altre testate, della situazione di imbarazzante degrado in cui si trova la chiesetta di San Rocco, edificio situato nel comune di Drapia, lungo la provinciale 17, proprio nei pressi del bivio che porta a Brattirò. Da circa 3 anni tale chiesetta è “circondata” dal filo rosso e bianco in quanto pericolante. Il tetto si regge infatti solo  grazie ai paletti usati dai muratori nell’edilizia. Per me, e non credo solo per me, è triste vedere tale edificio in queste condizioni e constatare che nessuno si dà realmente da fare per restaurarlo (all’interno, nonostante il palese rischio di crollo, vi è la statua del santo).  La chiesetta dovrebbe essere di proprietà privata, ma, in sostanza, è di tutti perchè fa parte del nostro paesaggio, del nostro sentire comune, della nostra cultura, della storia di questi luoghi (fino ad alcuni decenni addietro in questo “rione” si celebrava la festa in onore di San Rocco). Ma di questo sembra fregarcene a tutti.

Io sono dell’opinione che i nostri monumenti debbano essere protetti e preservati. Penso che, magari con una raccolta fondi, oppure con qualche risparmio nello svolgimento delle nostre feste religiose e civili (sagre comprese) potremmo, tutti noi cittadini del comune, trovare quei (pochi) soldi necessari per ristrutturare la chiesetta. Penso che anche le istituzioni civili dovrebbero porsi il problema. Penso che, volendo, il modo per destinare ad essa fondi si trova, pur non essendo di proprietà pubblica (per l’eventuale reperimento dei fondi nel bilancio comunale non ci dovrebbero essere problemi: si potrebbero ottenere sottraendo i soldi destinati a qualche inutile lampione o ridicolo marciapiede). Dico perciò, tramite questo seguitissimo blog, che dobbiamo svegliarci. Che non è bello vedere i nostri monumenti abbandonati. Che non possiamo lasciare che tutto accada e rimanere inermi. Mi auguro che dopo questo mio articolo almeno si inizi a parlare del problema e che si possa realmente avviare un processo di recupero di questo sito e di tutti gli altri luoghi del comune da decenni abbandonati.

MarioVallone

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