Ve lo ricordate?

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13/03/12. Carissimi amici lettori, siete sempre più numerosi. Grazie, a nome mio e di tutta la redazione. Questo ci gratifica e ci spinge a proseguire l’avventura con il blog Vibonesiamo.it.

Oggi vi ripropongo un articolo che ho scritto nel 2009 sul “monumento” di fronte all’edificio ex scuole medie di Brattirò di Drapia, il mio paese. Quell’opera era stata realizzata, sprecando tantissimi soldi pubblici, a metà anni ’90. La precedente amministrazione targata Aurelio Rombolà, spinta dal giudizio unanime della cittadinanza, tre anni fa ha deciso di abbatterla. Vi starete chiedendo perchè la riproposizione di quel pezzo. Si, lo so, molti di voi lo hanno già letto, ma ritengo che, saltuariamente, considerando i precedenti, sia opportuno tornare su certi argomenti, per evitare che porcate di quel genere (perdonatemi il termine rozzo) non si ripetano più, per fare in modo che maturi sempre più una nuova sensibilità e non si sperperi più denaro pubblico.

“Considerando i precedenti”, dicevo poco fa. E già, perchè il “monumento” in questione è solo uno degli obbrobri inutili e dispendiosi che negli ultimi decenni sono stati realizzati nel mio adorato paese. Seguitemi, perchè credo che la medesima cosa sia successa in molti paesini del vibonese. A Brattirò ad inizio anni ’90 gli amministratori, oltre che realizzare questo “coso” di fronte alle scuole medie, più o meno negli stessi anni hanno realizzato una nuova piazza nel quartiere Saladino (la piazza dove si esibiscono i cantanti in occasione della festa dei Santi Medici Cosma e Damiano, tanto per intenderci). Sull’estetica della piazza lascio a voi il giudizio. Mi limito a dire che il progetto iniziale, una volta terminata l’opera è stato addirittura modificato perchè al centro della piazza era stata montata una specie di tettoia, veramente orribile ed inutile, che successivamente è stata rimossa, ufficialmente -credo – per motivi di sicurezza. E quanto al vizietto di sprecare soldi pubblici, ricordo anche che in quegli anni (forse poco dopo) è stata acquistata (forse dalla Regione) una macchina (infernale) per pulire le strade, macchina quasi mai utilizzata ma costata moltissimo (che tristezza!).

Veniamo ai tempi più recenti. Non molti anni fa a Brattirò esisteva un campetto chiamato Palumbo, un luogo dove la mia generazione e  molte generazioni che hanno preceduto la mia, hanno passato i momenti più belli e spensierati della propria esistenza. Ebbene, Palumbo da alcuni anni non esiste più. Il campetto è stato sostituito da una colata di cemento. In quello spazio, mi viene da dire magico, oggi vi è una specie di marciapiede, il solito, maledetto, marciapiede. Probabilmente, la credo sofferta per chi l’abbia fatta, scelta di seppellire Palumbo aveva una ratio: un campetto al centro del paese disturbava le persone che abitavano nei pressi del campetto, soprattutto la nebbia di polvere che si sollevava dalla terra battuta. Ma non capisco, francamente, perchè smantellare un luogo di ritrovo così importante per i bambini, che aveva una valenza anche culturale, e non prevedere la costruzione di un altro campetto. Insomma, anche in questo caso soldi spesi, secondo me, in modo poco oculato e tutt’altro che utile. E lo stesso dico per le sfilze di lampioni in luoghi defilati del paese che si sono moltiplicati col passare degli anni. Tra non molto l’illuminazione pubblica di Brattirò raggiungerà le prime abitazioni del comune di Ricadi e di Tropea (comuni confinanti con Drapia).

Ecco quindi che l’evidenza dei fatti dimostra quante sciocchezze siano state fatte a Brattirò dagli amministratori. E mi limito a elencare solo quelle relative al mio paese (ho elencato solo quelle più evidenti).

Da ora in avanti, chiunque nel Comune di Drapia spenderà soldi per ingrassare il “partito del marciapiede”, intendendo con questa espressione la “lobby” che spinge per realizzare queste opere (lobby che ha molti referenti politici anche nell’attuale maggioranza), avrà in me un fiero e agguerrito oppositore. Lo sviluppo del nostro territorio non passa per il cemento o le opere futili, esso non dipende dalla costruzione di un marciapiede. Il comune di Drapia deve puntare su uno sviluppo sostenibile, sul turismo. Drapia e le sue frazioni devono realmente collegarsi al flusso turistico di Tropea e Capo Vaticano. E quei pochi soldi che abbiamo li dobbiamo spendere bene, non in porcate (chiedo di nuovo scusa) che poi abbattiamo o delle quali non ci serviamo mai. Non di certo, quindi,  facendo i soliti maledetti marciapiede, oppure nuove, inutili e bruttissime piazze. Basta, basta, basta cemento. Indirizziamo le risorse per creare reali opportunità di sviluppo.

Mi rattrista poi riscontrare che, un po’ ovunque nel circondario, ogni volta che bisogna realizzare lavori pubblici si spendano (male) migliaia e migliaia di euro e per manifestazioni culturali siano disponibili solo poche briciole. Chi organizza una manifestazione deve elemosinare per sentirsi concedere poche decine di euro e sentirsi dire: “chisti nci su”, mentre per  il cemento si trovano sempre i soldi…

…ad ogni modo, mi fermo qui. Perdonatemi se mi sono dilungato e scusate lo sfogo, ma la rete è questa. Internet è anche questo. I blog servono anche per dire quello che in altro modo non si potrebbe dire o sarebbe difficile dire. Scusate di nuovo.  Ecco l’articolo di tre anni fa sul “monumento”. Alla prossima.

MarioVallone

 

UN’OPERA COSTOSA ED INUTILE

È opinione pacificamente condivisa che esistono opere pubbliche utili, ma brutte; mentre ce ne sono altre belle e inutili. Talvolta ne esistono anche di belle e utili, ma è un’evenienza abbastanza rara. È ancora più difficile imbattersi in qualcosa di brutto e, allo stesso tempo, inutile. Ci scusiamo per il gioco di parole simile ad uno scioglilingua, ma esso racchiude abbastanza bene l’opinione nettamente prevalente tra gli abitanti di Brattirò riguardo al “monumento”(non sappiamo come definirlo) situato nella stessa frazione del comune di Drapia, in via Vittorio Emanuele, di fronte ai locali dell’ex scuola media. Si tratta, infatti, di un qualcosa di estremamente brutto e, allo stesso tempo, inutile. Non a caso l’amministrazione comunale, nei suoi recentissimi e vasti interventi di riqualificazione, ammodernamento e manutenzione delle opere pubbliche, ha incarnato questa esigenza-impressione della collettività ed ha deciso di demolirlo dopo soli 15 anni circa dalla sua costruzione.L’ idea di tale costosa colata di cemento, dotata di insolite e tondeggianti nicchie con fontana e lampioni al centro, era venuta in mente una quindicina d’anni fa (forse più) agli amministratori dell’epoca. Essendoci uno spazio disponibile che veniva usato come parcheggio dagli insegnanti delle due scuole situate nelle immediate vicinanze e dai clienti del vicinissimo studio medico, i “politici” e “amministratori” di allora hanno pensato bene di costruire questo “coso” e privare la zona dell’unico posto disponibile per le auto. Per molti anni nessuno vi ha messo piede. Nessuna coppietta lo ha mai scelto per scambiarsi coccole e baci, e nessun bambino, giovane o pensionato ha trascorso più di 30 secondi all’interno della struttura (quelli che si impiega entrando da una parte, e uscire poi dall’altra chiedendosi: “cos’è? a cosa serve? A chi è venuto in mente di costruirla?”). I turisti che durante l’estate affollano i rinomati ristoranti di Brattirò e poi decidono di fare due passi per favorire la digestione fanno anche loro lo stesso commento, domandandosi e chiedendo più volte agli autoctoni ed ai passanti, circa quel “conglomerato”, chi e per quale scopo è stato, anche e soltanto, sfiorato dall’idea di concepirlo. A pensarci bene, tuttavia, in questi lunghi 15 anni qualcuno lo ha utilizzato. Non per sedersi e rilassarsi, oppure dissetarsi alla “fontanina” posta al suo interno, ma per trovare sollievo dai propri impellenti, inderogabili ed imprescindibili bisogni fisiologici, specialmente durante la famosa e rinomata festa dei SS. Cosma e Damiano di fine settembre quando il paese è affollatissimo per i tre giorni di fiera e di festeggiamenti. Ecco perché i brattiroesi hanno etichettato l’obbrobrio con un epiteto, assai volgare, inconsueto, ed altrettanto intuibile, che non è questa la sede adatta per riportarlo. A scrollare la struttura di questa fama poco gratificante, ci han provato realmente solo i rappresentanti dell’associazione culturale Enotria che da anni organizzano la sagra del vino del 10 agosto. I volenterosi associati, infatti, hanno cercato in tutti i modi di riqualificarla utilizzandola, per poche ore, durante il giorno di festa come stand per distribuire vino e cibo. I rimanenti 365 giorni dell’anno, purtroppo, sempre secondo la maggior parte degli abitanti di Brattirò, non ha alcuna funzione ed alcuna ragione d’esistere, neppure (anzi, a maggior ragione) dal punto di vista estetico. Verrà così demolito dopo essere costato a suo tempo un sacco di soldi: pubblici, ovviamente. I fondi utilizzati per costruire questa struttura, al contrario di come avvenuto, avrebbero dovuto essere usati per rispondere all’unica vera esigenza cui i politici-amministratori sono “obbligati” a dare risposte; il solo, esclusivo, unico e sacro: “interesse dei cittadini”. Invece, non sono stati certo spesi in modo funzionale ed oculato, come dimostra l’imminente demolizione e come ritiene la stragrande maggioranza dei brattiroesi.

MarioVallone, 20 aprile 2009

 

 

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