Carlopoli, Clopani, San Foca…FRANCAVILLA ANGITOLA.

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03/01/12. La fondazione di Francavilla risale al X-XI secolo periodo in cui si verificò la riunificazione dei preesistenti abitati di Carlopoli, Clopani e San Foca, casali di Rocca Angitola, e s’inquadra nella politica militare dei Normanni tesa a realizzare una rete difensiva per il controllo della costa orientale e occidentale della Calabria e della zona interna. Conseguentemente Francavilla divenne un centro munito di difese edificato per coprire l’ideale linea di demarcazione tra Rocca Angitola e Squillace, stabilita nel 1058 dall’accordo intercorso tra i fratelli Altavilla. Francavilla fu infati una città dotata di un castello e fortificata da una cinta muraria con quattro porte (Reale, Monacio, Portella e Di Basso) e sette torri.

L’etimologia del nome induce a pensare che per qualche tempo fu città demaniale, che godeva di privilegi fiscali e che solo a partire dal XVI secolo sia stata infeudata fino all’eversione della feudalità. L’età moderna è interessante per Francavilla non solo per l’espansione urbana dal di là della cinta muraria con l’edificazione del Borgo, compreso tra piazza Solari e il quartiere Magara, ma anche per le fondazioni di diversi luoghi pii (conventi, chiese, congregazioni laicali e cappelle gentilizie) che si inseriscono nel clima di rinnovamento culturale e religioso scaturito dal concilio di Trento. La perdita del terzo volume delle sante visite di monsignor Marco Antonio del Tufo, vescovo di Mileto dal 1585 al 1606, impedisce di precisarne il numero. Sicuramente prima del Cinquecento esisteva la chiesa di San Foca, che sorgeva nell’area dell’attuale piazza Marconi. La notizia più remota è contenuta nel registro delle decime del 1310. Distrutta dal terremoto del 1783 essa venne ricostruita tra il 1794 ed il 1806 a poca distanza dal sito originario sui ruderi del castello su progetto di Ermenegildo Sintes, allievo del Vanvitelli. Nel Cinquecento esistevano inoltre la chiesa di San Martino, della quale non rimane alcuna traccia ad eccezione del toponimo della località a sud del calvario greco, e quella di San Pietro Apostolo, ubicata al di fuori della cinta muraria nei pressi del Calvario dove sono visibili i resti di uno dei muri perimetrali.


Tra il XVI ed il XVII secolo furono fondate altre quattro chiese delle quali non rimane alcuna traccia visibile per gli effetti dei terremoti e per sopragiunte esigenze urbanistiche. Solo nella toponomastica cittadina è il ricordo delle chiese di San Giovanni Battista, sita nel Borgo; di San Nicola di Bari, ubicata nei pressi del fiume Pirricchio; di Santa Sofia, posta nell’area dove è eretta la croce dei Padri Passionisti; e infine la chiesa di Santa Maria degli Angeli, demolita nel 1968 per costruire il monumento ai caduti. Alla stessa epoca risale la chiesa di Santa Maria delle Grazie, sita nel rione Pendino, elevata alla dignità di parrocchiale nel 1763.
Oltre alle numerose chiese esistevano in Francavilla tre conventi. Il più importante e rinomato era quello di Santa Maria della Croce fondato dai padri agostiniani nel 1502, a breve distanza dell’abitato nei pressi del bivio per Montesoro. Il convento di Santa Maria dell’Annunziata dei padri domenicani fu fondato nel 1545. Ad esso era legata la confraternita del Rosario estinta negli anni Trenta del Novecento. Nel 1621 ai due conventi già esistenti si aggiunse quello di San Francesco dei padri Riformati di cui esistono i ruderi ad est del paese. I tre conventi furono aboliti nel 1809 dai francesi. In seguito al rientro dei Borboni nel 1818 il convento di Santa Croce fu ripristinato, ma i frati nel 1821 furono trasferiti a Monteleone per le precarie condizioni statico-funzionali dell’edificio conventuale. L’economia del paese è stata nel corso dei secoli prevalentemente agricola, testimoniata oltre che da vaste zone coltivate a uliveto, vigneto e seminativo, dai numerosi ruderi di mulini ad acqua che esistono ad ovest dell’abitato lungo il fiume Talagone/Fischia. Francavilla assunse l’attuale denominazione di Francavilla Angitola con decreto del 26 marzo 1863.

LE INFORMAZIONI SOPRA RIPORTATE SONO TRATTE DA UNA PUBBLICAZIONE  INTITOLATA “FRANCAVILLA, IL PAESE DEL DRAGO”, CONSEGNATACI DA ALCUNI RAPPRESENTANTI DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE CHE RINGRAZIAMO.
 

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