La scuola al bivio del coronavirus

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Il prof. Saverio Di Bella

La situazione dell’istruzione è nota. Le lezioni sono sospese nelle scuole di ogni ordini e grado e negli Atenei.

Si fa lezione da remoto. Si discute animatamente sugli esami di maturità, gli esami di laurea, la ripresa delle lezioni normali a settembre.
Su alcuni di questi problemi confesso che non saprei cosa dire, anche perché non ho poteri decisionali e mi rifiuto di aggiungere  la mia voce alle tante che già creano un coro discorde sulle soluzioni possibili.
Mi limito, perciò, a sottolineare alcune ferite che sanguinano, alcuni problemi che denunciano una emarginazione in atto, una disuguaglianza anticostituzionale inaccettabile e ai quali va posto rimedio.
Il rimedio va posto dal Governo in base all’articolo 3 della Costituzione, tante volte richiamato – e che richiamiamo ancora una volta – riportandolo integralmente.
“Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
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E’ emersa, agli occhi di tutti, una disparità di condizioni che vanifica ogni sforzo di offrire pari opportunità ai ragazzi della scuola dell’obbligo e a chi prosegue gli studi, per due motivi fondamentali:
1) la banda larga vive una realtà di geografia differenziata, per cui l’insegnamento online è già una chimera per molti ragazzi, maestri e insegnanti, soprattutto al Sud;
2) le differenze economiche esistenti tra le famiglie italiane e il tasso di povertà in esse registrato dall’Istat, creano già disuguaglianze insormontabili senza l’intervento del Governo. Anche la povertà è geograficamente distribuita in maniera tale da concentrare la stessa, soprattutto, nelle regioni del Mezzogiorno. Parecchie famiglie non possiedono né un pc, né un tablet. Non hanno i soldi per mangiare, un bisogno che viene prima della soddisfazione del bisogno del tablet, perché per vivere bisogna mangiare. Senza tablet si può vivere lo stesso, anche se il prezzo che si paga è enorme e l’ingiustizia che emerge da queste realtà grida vendetta al cielo.
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Emergono due richieste, che non possono essere respinte o disattese, senza continuare a violare la Costituzione:
1) entro settembre il Governo deve fare arrivare la banda larga in tutta Italia e lo deve fare direttamente, senza appalti e senza rimettersi ai privati, che hanno già fallito perché portare la banda larga in alcune realtà non è economicamente conveniente per loro. Per noi è un servizio essenziale. Questo servizio va garantito dallo Stato;
2) tra i libri di testo gratuiti – per i bambini e i ragazzi della scuola dell’obbligo – va inserito un tablet anch’esso gratuito (la gratuità dei testi scolastici deve essere estesa anche per le scuole medie inferiori). E’ ancora una volta lo Stato che deve garantire la fornitura gratuita di questi strumenti essenziali per lo studio e per le pari opportunità.
Aggiungerò ancora che lo Stato deve garantire le mense gratuite a tutti i ragazzi della scuola dell’obbligo, che dovessero chiedere fruizione della mensa.

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Sono richieste normali di un Paese che si è allontanato dalla Costituzione, addirittura tradendola nelle sue parti socialmente rilevanti e tese a garantire l’uguaglianza. Non si può tollerare oltre la violazione dei diritti sanciti dalla Costituzione.
Il futuro del nostro Paese è certamente legato alla riapertura delle imprese, del commercio, del turismo, ma è soprattutto legato alla intelligenza dei suoi figli e al tasso di istruzione e, quindi, di ricerca e di livello produttivo e di creatività nella rivoluzione informatica e tecnologica che stiamo vivendo.
Escludere, perciò, da questa rivoluzione una gran parte dei cittadini, perché emarginati ab initio, è semplicemente delittuoso, antieconomico, ingiusto: prefigura disastri.

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Nessuno osi sostenere che i soldi vanno spesi altrove. Non perché altrove non servano finanziamenti, ma perché il finanziamento strategico per il futuro è quello che si fa nell’istruzione, nel sapere, nella ricerca. Ma senza istruzione per tutti languirebbero anche cultura e ricerca.

Saverio Di Bella
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