“Calabria dei miracoli”

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Calabria DEI MIRACOLI:

 SAN PIO A Drapia

In Chiesa con i Santi

in taverna coi briganti

Il prof. Saverio Di Bella

I Santi – si sa – suscitano ammirazione e fede, nei credenti, per la loro vita e le loro opere. E suscitano sorpresa e – a volte – dubbi esistenziali per il come i fedeli – o presunti tali – ne raccontano le vicende, le suggestioni, gli imperativi …

Perché questi imperativi viaggiano sul terreno minato degli affari, della strumentalizzazione della santità e della fama del Santo evocato.

Su questi terreni c’è spazio per la fantasia, l’astuzia, l’uso proficuo della santità.

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Un caso esemplare della potenziale strumentalizzazione e ambiguità del messaggio attribuito al Santo, avviene a Drapia, Comune che è ubicato sulle colline che si  affacciano su Tropea e il cui orizzonte spazia sul Tirreno fino alle Isole Eolie, al porto di Gioia Tauro, al golfo di Lamezia Terme. Un posto incantevole, dai panorami mozzafiato.

Un territorio interessato già dallo sviluppo turistico, dalla coltivazione della cannabis e da assassinii di tipo ndranghetistico.

Un posto poi privilegiato dalla santità perché anni fa su un tronco di ulivo è apparso il volto di Cristo, mentre su una collina “Il Cardillo” è apparsa la Madonna e ancora Cristo.

Era fatale che a fare loro compagnia arrivasse qualche Santo. E così è arrivato San Pio.

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San Pio si è presentato, insieme a Cristo, nella stanza di una donna a Roma. Con un ordine preciso: andare in Calabria e ivi fondare, in nome del Santo, un Istituto/Ospedale oncologico per bambini. Al rifiuto della donna San Pio si arrabbia. Perché il Santo Pio, noto per il carattere scorbutico, come si racconta, non ha perso evidentemente questo carattere tutto terreno e lo conserva in Paradiso.

Alla sventurata che ha risposto non resta che ubbidire e cercare il posto che San Pio le fa vedere nitidamente.

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Inizia così la ricerca difficile, perché la Calabria è grande. Ma l’ago nel pagliaio viene fuori: il terreno è individuato e riconosciuto sulla collina di S. Angelo /Taccone di Drapia, nella frazione Gasponi.

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Il terreno è agricolo e non è incluso – che io sappia – nel Piano Regolatore del Comune né su quel terreno sono previste eccezioni per insediamenti di qualunque natura.

E già si coglie la presenza di San Pio nella fase iniziale: il Comune fa una variante al piano regolatore. Per un Ospedale Pediatrico di eccellenza e per un Santo si può fare questo e altro.

A questo miracolo se ne accompagna un altro. Un terreno agricolo – ormai incolto e abbandonato – del valore massimo di 100/200 mila euro viene venduto/ceduto all’Associazione/Fondazione per due milioni di euro. San Pio ha fornito a qualcuno i pani e i pesci di cui  aveva bisogno per sfamarsi.

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Ma i miracoli, almeno in Calabria, sono come le ciliegie: l’uno tira l’altro. Così in una Regione che smantella gli ospedali nuovi – uno dei quali è a Tropea e che è visibile dall’alto delle colline di Sant’Angelo – San Pio indica la via del riscatto controcorrente. Chi governa la Regione è sordo al bisogno di salute dei calabresi, San Pio non lo è.

La scienza viene cacciata da chi governa, i Santi arrivano a consolare gli afflitti. Senza chiedere soldi pubblici. Il nascituro ospedale, di cui è stata posta la prima pietra, nascerà sui contributi dei fedeli e vivrà sul volontariato di medici, ricercatori, personale.

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Nessuno osa ricordare che per l’ospedale di Vibo Valentia siamo giunti alla terza posa della prima pietra. A Vibo agivano i politici, notoriamente e lontani dai Santi.

A Drapia operano persone direttamente ispirate da San Pio.

I politici hanno il merito, però, di avere abituato i dipendenti ospedalieri – ivi inclusi i medici – al volontariato: è noto, infatti, che in molte strutture gli stipendi non sono pagati per mesi.

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Qualche domanda però può essere fatta anche ai Santi.

E pazienza se si arrabbiano.

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Chi costruirà le strade di accesso e da chi saranno gestite? E, soprattutto, chi costruirà il manufatto ospedale e dintorni? C’è un’impresa che anticipa i costi in attesa – anni – di ricevere contributi ed elemosine o c’è già un donatore che ha finanziato l’opera?

E ci sarà un appalto pubblico? E l’appalto lo farà il Comune di Drapia o i rappresentanti in loco di San Pio?

E dove e da chi saranno smaltiti i rifiuti ospedalieri?

E come sarà approvvigionato di acqua e di luce il complesso ospedaliero?

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Altre curiosità: l’Assessorato Regionale alla Sanità è stato coinvolto? con quale ruolo? e come concilia, soprattutto, la chiusura di interi ospedali e la sparizione dell’assistenza ospedaliera da intere zone della Calabria con il cappello che il Presidente Oliverio ha messo – anche lui! – sulla prima pietra?

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Aspetto risposte dagli interessati. E cioè:

1) dall’Associazione/Fondazione San Pio;

2) dal Sindaco pro-tempore del Comune di Drapia;

3) dall’Assessore alla Sanità della Regione Calabria;

4) Da San Pio. Si. Direttamente da lui. Sicuro che la prima e unica risposta che avrò sarà una lettera con data e timbro di San Pio proveniente dal Paradiso.

Perché in Calabria i potenti e gli speculatori alle domande di cittadini rispondono col silenzio e/o con documenti pieni di vuoti.

Quanto ai fedeli, non hanno bisogno di risposte: gli basta la parola di chi ha visto Cristo e San Pio ed è sufficiente per loro il proprio candore.

Mi perdonino  se ricordo loro che nel Vangelo è scritto che “bisogna essere candidi come colombe ma astuti come serpenti”. Il loro candore è palese; la loro astuzia non mi pare.

Saverio Di Bella

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