La poetica di Maria Domenica Vallone

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Oltre il grigiore delle nubi tempestose

 13 Gennaio 2018, Presentazione del libro “Come un girasole” di Maria Domenica Vallone

Ci sono momenti, nella vita, in cui il dolore sembra opprimere o addirittura schiacciare, ma ci sono anche momenti di gioia nei quali il cuore sembra esplodere per la felicità e ci sono perfino momenti misti e alternanti nei quali la gioia e il dolore sono mutevoli e repentini come la luce di un lampo o il cadere improvviso della pioggia.

La poesia si avvale di questi momenti per esprimersi, per essere e per esistere.

Scrivere una poesia può significare tanto, addirittura penetrare un mondo, altrimenti inaccessibile, o creare un mondo fatto di emotività, percettività, sentimenti, emozioni, ricordi e immagini che si inscrivono nella memoria quasi come un soffio di eternità. Quindi la poesia può lenire il dolore e contenere con levità la gioia.

Questa sera presentiamo il volume di poesie “Come un girasole” di Maria Domenica Vallone.

Conosco l’autrice di questa silloge poetica fin da quando eravamo, si può dire, bambine. Conservo ricordi, emozioni e sensazioni vissute insieme in giorni lontani e in contesti umani, sociali e familiari diversi; di certò più spensierati, più semplici, più giocosi perché esperiti in una spontaneità quasi agreste, tipica di un’età adolescenziale che ha formato le nostre coscienze e i nostri modi di pensare.

Ho iniziato a scrivere le mie prime poesie subito dopo la morte di mio padre, cioè già a dodici, tredici anni. Ho condensato, in silloge poetica ben definita il mio primo libro “Tirinto” nel lontano 1989. Da allora la mia produzione letteraria va avanti con costanza e continuità alternando prosa e poesia, poesia e prosa e forse, a Dio piacendo, si avvicinerà, fra non molto, alla non breve carriere di trenta anni.

Ritornando al libro di Maria Domenica Vallone, penso sia stato scritto in momenti davvero particolari per intensità di emozioni. Ogni verso, infatti, è espressione di un’interiorità travagliata che, attraverso il dolore, cerca di capire, di rendersi conto, di non fermarsi all’apparenza delle cose ma di andare alla genuinità, alla sostanza, al nocciolo di ciò che ci circonda, vive, muore, rinasce.

Ciascuna poesia diventa, così, la tappa di un viaggio dentro il quale l’amore sembra costituire il motivo trainante o la forza motrice per raggiungere una meta dove il dolore si fa luce e illumina la persona tutta.

Ella dedica il libro “Come un girasole” all’amato fratello Freancesco, scomparso da pochi mesi. L’intero libro forse è pregno di questa figura mai realmente morta nel cuore dell’autrice poiché molto amata e perciò resa viva e presente dall’affetto e ancor più dall’amore elevato che tutto può e a tutto sopperisce.

La poesia “Le spighe e i papaveri” presenta forse l’attimo appena di un’infanzia serena e libera in cui le spighe di grano e i papaveri diventano strumento per sognare ed immaginare un futuro ancora lontano e si trasformano in stilemi didattici per un immediato insegnamento di vita all’impronta di una rustica saggezza contadina che riesce a sfidare il tempo.

Mentre la poesia “Come un girasole”, che da il titolo all’intera raccolta, coglie nell’immediatezza dell’arte figurativa della nuda prospettiva del girasole l’immagine riflessa di quel volto amato che si presenta trasfigurato dalla luminosità della natura, del sole, della bellezza esteriore ma soprattutto interiore, regalando istanti di nostalgia eppure velati di pace e di tranquillità, che sanno dare a un cuore affranto e stanco tutta la dolcezza di un balsamo che mitiga la sofferenza di ferite aperte le quali un giorno sapranno anche chiudersi per sempre.

Mi piace concludere questo mio breve intervento con i versi della poesia “Un giorno migliore” racchiusi nella silloge “Come un girasole” alla stregua di un petalo del fiore medesimo.

“Negli occhi una luce,/ si chiama speranza. / Pensi: domani sarà un giorno migliore./ Ma in un baleno può il cielo/ diventar sereno?/ Tu mettici tutto il tuo amore/ e non temere, / ad ogni cosa darà un senso/ il tuo cuore.”

…perché, aggiungo, è di speranza che tutti noi e il mondo intero abbiamo bisogno, e di immaginare che il cielo possa diventare sereno in un baleno se il cuore ha la capacità e la forza di guardare oltre il grigiore delle nubi tempestose.

Francesca Rita Rombolà

VAI AL SITO DELLA CASA EDITRICE PER RICHIEDERE UNA COPIA DEL LIBRO

 

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