Uno zambronese agli Invictus Games di Londra

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Invictus_0Invictus dal latino “invincibile”, è una parola che nell’antichità veniva accostata alla figura di grandi imperatori romani. E anche il titolo di una famosa poesia del poeta inglese William Ernest Henley.

Oggi, insieme alla parola inglese “games”, danno il titolo ad un evento eccezionale di sport e forza dell’anima.

Sto parlando infatti, degli Invictus Games, che si terranno in Inghilterra dal 7 al 14 settembre e che vedranno competere fra loro 400 atleti, militari, colpiti da disabilità post-traumatica in servizio e provenienti da 14 nazioni, che si sfideranno in gare di atletica, tiro con l’arco, basket in carrozzina, nuoto, sitting volley e una sfida automobilistica. In totale saranno 9 le discipline sportive.

La competizione è stata voluta e portata in Inghilterra dal Principe Harry, dopo aver assistito in USA ai Warrior Games. Ciò è stato possibile anche grazie al sostegno del Duca e della Duchessa di Cambridge con la Royal Foundation e l’aiuto organizzativo per la gestione dell’intero evento, da parte del Ministero della Difesa britannico, con il supporto degli sponsor Jaguar e Land Rover.

L’Italia sarà presente a questo grandissimo evento con 12 suoi militari; invito arrivato personalmente dal Principe Harry.

Il 28 marzo a Roma, presso il Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” all‘Acqua Acetosa, c’è stato il primo raduno a carattere tecnico/sportivo per il personale disabile della Difesa per verificare la propensione alla pratica delle discipline sportive paralimpiche.

“Un evento storico e inimmaginabile sino a pochi anni fa”: così Luca Pancalli, Presidente del Comitato Paralimpico, ha definito il Protocollo d’Intesa fra Cip e Ministero della Difesa, firmato con il Sottosegretario Gioacchino Alfano, per favorire l’avviamento sportivo dei reduci dalle missioni di pace all’estero di Aeronautica, Esercito, Marina e Carabinieri, con la condivisione di strutture, tecnici e formazione.

L’invito agli Invictus Games, è stato ufficializzato il 18 maggio, con un incontro all’abbazia di Cassino tra il Principe Harry e i militari paralimpici. Dopo qualche minuto dedicato ad ogni militare, il Principe Harry, ha sottolineato l’importanza dello sport per favorire il reinserimento nella società del personale militare che ha riportato danni fisici e psicologici in seguito ad incidenti subiti nell’adempimento del proprio dovere ed in servizio.

Tra i 12 militari partecipanti, anche Domenico Russo, Originario di Zambrone, in provincia di Vibo Valentia, ferito durante un addestramento, dalle schegge della sua bomba a mano che oltre a provocargli ferite in tutto il corpo, gli causarono la perdita dell’occhio sinistro.

Unico calabrese presente all’evento e unico ad essere nel Ruolo d’Onore in servizio.

Dopo questo incidente, la carriera militare di Domenico fu troncata. L’anno dopo arrivò il congedo assoluto a causa di servizio e il suo ritorno a casa non fu dei migliori. Domenico si chiuse in se. Sentiva la vita distrutta. Aveva perso ciò che da sempre sognava. Mi riferì Domenico in una intervista: “Avevo perso non il mio “lavoro” ma ciò che ho sempre considerato una vocazione, il sogno realizzato che era svanito per sempre e a soli 20 anni! Vissi un brutto periodo. Non volevo più uscire né vedere nessuno. Spesso rimanevo chiuso nella mia stanza per giorni interi, al buio”.

Col tempo Domenico iniziò a reagire, a darsi degli obiettivi. Non poteva mollare i suoi sogni così. Lo sport lo aiutò a tenersi in forma. E internet gli permise di condividere il suo dolore con quello di altri militari feriti in servizio e di riuscire a trovare un modo di poter tornare di nuovo ad essere un militare a tutti gli effetti.

Dopo mille lotte e tanta caparbietà, Domenico riuscì 13 anni dopo, a indossare di nuovo la sua divisa e ad essere un militare italiano a tutti gli effetti, oltre la disabilità che porta addosso.

Nel suo profilo Facebook, Domenico scrive: “Ogni scelta implica coraggio, forza e dedizione. Giusta o sbagliata quella scelta deve essere rispettata. Ho sempre scelto il percorso più arduo e impegnativo; ho sempre superato gli ostacoli sul percorso senza voltarmi mai indietro. La mia fedeltà alla patria è incrollabile. Le mie idee e i miei valori hanno radici profonde. E’ grazie a tutto ciò che trovo sempre la forza di andare avanti e di non mollare mai…. E l’impossibile può diventare possibile!”

Ora per Domenico e altri 11 militari italiani, è arrivato il momento della rivincita. Ognuno di loro è un Invictus: sono gli invincibili, coloro che non hanno mai mollato e che mai si sono dimostrati vinti nella vita! Da loro c’è tanto da imparare per superare le innumerevoli lotte che la vita ci presenta. Grazie a loro avremo il nostro mondiale. Tiferemo per loro, vivremo con trepidazione le loro performance sportive, li inciteremo a vincere e se ciò non dovesse succedere, saremo orgogliosi comunque di aver conosciuto veri uomini e vere donne, tanto forti da superare ogni dolore, fisico e mentale. Orgogliosi di voi.

Zambrone è orgoglioso di te Domenico, di un ragazzo che fonda la sua lotta sui principi più veri della vita. Da parte di tutti i tuoi amici, un augurio a te, citando un passo della poesia di William Ernest Henley, da cui il gioco prende il nome, e che esprime appieno la forza si lottare: “Non importa quanto stretta sia la porta, Quanto carica di punizioni la sentenza, Io sono il padrone del mio destino: Io sono il capitano della mia anima.”

Mariella Epifanio

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