Un’amministrazione che (non) sa ascoltare e (non) sa dare risposte

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Cari amici lettori, la nostra “Rubrica Drapia e dintorni”, spazio di Vibonesiamo in cui poniamo ai nostri amministratori drapiesi una domanda al giorno, sta riscuotendo apprezzamenti. Alcuni di voi hanno commentato i relativi nostri post sul blog, altri hanno preferito farlo sui social network ed altri ancora ci hanno riferito le loro osservazioni con messaggi privati via email, oppure telefonandoci o incontrandoci di persona.

Grazie, grazie, grazie a tutti.

Questa nuova modalità di informazione, la “rubrica” appunto, che durerà a lungo perché abbiamo ancora una cinquantina di quesiti, ci sta quindi aiutando a capirne di più su questioni rilevanti per il nostro comune. Grazie a queste domande ed ai commenti stiamo anzitutto comprendendo e comprenderemo sempre meglio, pian piano, come vengono spesi i soldi pubblici, sia cosa si fa con queste risorse sia come si fa. Allo stesso tempo, con queste domande, porteremo all’attenzione dell’opinione pubblica tutta una serie di problematiche irrisolte, non tenute minimamente in considerazione da chi ci amministra, che altrimenti sarebbero cadute nell’oblio.

Sapevamo che il sindaco ed i suoi assessori ci avrebbero ignorato: questo fa parte del loro modus operandi democratico e trasparente ed è in linea con quanto affermato di recente dal nostro primo cittadino in occasione dell’inaugurazione della nuova sala consiliare. Quel giorno Alessandro Porcelli aveva infatti ribadito quanto fosse importante per un sindaco saper ascoltare. E lui sa ascoltare. Ma chi vuole lui, chi gli propone di fare “cosi” di cemento e opere prive di significato e di utilità, se non per coloro che hanno spinto per farle. Per il resto, come dimostrano i fatti, lui ed i suoi “brillanti” assessori sono sordi come le pietre.

Il vicesindaco di Drapia Peppe Carlino

Questo loro atteggiamento di totale chiusura, condito da saltuarie cadute di stile e scorrettezze nei confronti dei giornalisti e dei media locali, si commenta da sé.

Rimango dell’idea che chi abbia agito sempre in modo trasparente non debba temere delle semplici domande, anzi, casomai dovrebbe rallegrarsi sapendo che finalmente c’è un mezzo di comunicazione disponibile a pubblicare in toto le loro note e diffondere il loro pensiero, così finalmente potrebbero dire ciò che han fatto e come lo han fatto. Si vede che, per ragioni che “capisco” sempre più, preferiscono chiudersi e ignorarci.

Non mi dilungo più di tanto in questa mia premessa che, oltre che servire ad introdurre il quesito del giorno, ho ritenuto opportuno riportare per ribadirvi che noi andiamo avanti con le nostre domande nella convinzione che solo questo tipo di informazione, martellante, decisa, per certi aspetti tracotante possa essere veramente incisiva per il maturare di una nuova mentalità, per portare nuove idee, per spazzare via vecchie e assurde “logiche” come ad esempio le “pratiche decisionali” della “pagghialora”, tipiche dell’era Porcelli (chi ci segue sa a cosa mi riferisco con questo termine dialettale).

La domanda di oggi, quindi, come accennato, riguarda proprio il “saper ascoltare” degli amministratori di Drapia, ai quali dico: registriamo circa 1200 visite al giorno; abbiamo calcolato che i nostri lettori sono almeno 5 mila, molti dei quali ubicati nel comune di Drapia e molti altri, presumibilmente,  emigranti originari dello stesso comune. Ebbene-vengo alla domanda- vi rendete conto delle imbarazzanti figure che state facendo davanti a  queste cinque mila persone?

MarioVallone

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