Cittadella Padre Pio a Drapia, la strada è ancora lunga…

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Prosegue, anche se a rilento, il complesso e lungo iter burocratico per la costruzione della cosiddetta Cittadella di Padre Pio nel territorio comunale di Drapia. Della problematica me ne ero occupato diverse volte su Il Quotidiano della Calabria, ma è da più di un anno che non scrivo nulla su di essa. Cercherò, quindi, anche alla luce delle recenti notizie, di inquadrare brevemente la questione onde ricordarla e renderla semplice a voi lettori.

Padre Pio

Tutto è iniziato così…

Una donna di nome Irene Gaeta, che oggi vive vicino Roma, all’età di nove anni ha incontrato per la prima volta Padre Pio, il santo di Pietrelcina, che le è apparso in bilocazione. Da allora Irene Gaeta ha avuto altri contatti con Padre Pio, anche di persona. Si è così pian piano delineato un progetto, affidatole dallo stesso Santo, progetto che aveva come obiettivo, tra le altre cose, quello di promuovere opere di carità. Nel corso degli anni Irene Gaeta ha perciò fondato un’associazione, e poi una Fondazione, soprannominate I Discepoli di Padre Pio. E col lavoro, la preghiera e la fede, questi sodalizi hanno dato vita a mirabili e tangibili opere di carità e di solidarietà sempre nel nome di Padre Pio (vi consiglio di visitare il sito www.idiscepolidipadrepio.it).

Cosa c’entra Drapia con tutto ciò

Irene Gaeta
"Apparizioni" - foto Poro.it

Ebbene, Irene Gaeta, che si può definire l’erede spirituale di Padre Pio, nel 2004 ha ricevuto dallo stesso Santo il mandato di edificare proprio nel territorio comunale di Drapia una Cittadella, cioè un ospedale psichiatrico, un centro di ricerca, un villaggio per i sofferenti ed un santuario. Il luogo esatto indicato dal Santo di Pietrelcina, a quanto pare, è quello che da queste parti chiamiamo “Apparizioni”. Quest’ultimo sito si trova tra Gasponi e Caria e è chiamato così perchè negli anni ’80, secondo alcuni,  qui si verificarono appunto delle apparizioni di Gesù. Irene Gaeta  lo ha immediatamente riconosciuto pur non avendolo mai visto: era lo stesso che le aveva fatto vedere Padre Pio. Ma nei terreni nei  pressi “d’Apparizioni” non è stato possibile individuare un’area in cui poter edificare la Cittadella. Solo a poca distanza da lì, più precisamente in località Vento (vicino al Teatro La Pace), la Fondazione “I Discepoli di Padre Pio” alcuni anni fa è riuscita ad acquistare sedici ettari di terreno proprio da destinare alla costruzione della Cittadella.

L’opera, come facilmente intuibile, è di livello nazionale, anzi: internazionale. E’ tanto importante quanto costosa.

Cosa è successo negli ultimi tempi

Per poter ipotizzare la sua costruzione della Cittadella è necessario, preliminarmente, che l’amministrazione comunale di Drapia cambi la destinazione d’uso dei terreni acquistati dalla Fondazione. L’amministrazione ha sempre ritenuto che la proposta del cambio di destinazione d’uso richiesta dai Discepoli di Padre Pio sia meritevole di accoglimento e nel documento preliminare del Piano Strutturale Comunale l’area è stata inserita come area ad interesse pubblico soggetta a piano attuativo convenzionato. Detto altrimenti, come comprensibile, l’amministrazione sta agendo con prudenza perchè, prima di fare determinati passi, vi è bisogno di garanzie. Tanto per capirci, il rischio potrebbe essere, ad esempio, quello di ritrovarsi con un cantiere perenne, con una colata immensa di cemento lasciata per decenni all’acqua e al vento.

Per ora, gli amministratori, essendo necessario definire una convenzione che regoli i rapporti tra coloro che richiedono il cambio della destinazione d’uso dei terreni ed il Comune per la futura attuazione dell’intervento, hanno incaricato un legale, esperto in diritto amministrativo, proprio per occuparsi della bozza di accordo. Questo avvocato credo sia già al lavoro.

Insomma, le cose vanno avanti anche se molto, molto lentamente. Si spera ( e si prega) affinché Padre Pio indichi la strada…

MarioVallone

I terreni acquistati dall'associazione in località Vento. Sorgerà qui, un giorno, la Cittadella di Padre Pio

 

Uno dei due cartelli (entrambi sono molto sbiaditi) attaccati sul cancello all'entrata dei terreni

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