Nuovi scavi archeologici a Torre Galli di Drapia…

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Preziose informazioni e conferme sono emerse dagli scavi archeologici tenutisi nei giorni scorsi nel comune di Drapia, in località Torre Galli, praticamente sull’altopiano del Poro.

Gli scavi sono stati condotti da un’equipe, coordinata dal prof Marco Pacciarelli, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università Federico II di Napoli. Di questa squadra, supportata dalla dott.ssa Maria Teresa Iannelli della Soprintendenza, hanno fatto parte un gruppo di studenti e dottorandi dell’ateneo napoletano.

Il progetto rientra nei cosiddetti PRIN (Programmi di ricerca di rilevante interesse nazionale) ed in esso sono stati inclusi anche degli scavi a Zambrone e a Nocera Terinese.

Prima di parlare di questi ultimi ritrovamenti a Torre Galli, al fine di apprezzarne maggiormente il significato, è opportuno citare i precedenti scavi effettuati in questa zona. L’area archeologica in questione è infatti ritenuta dagli studiosi il sito più importante dell’età del ferro del Mediterraneo. In questi luoghi nei primi anni ’20 del secolo scorso il celeberrimo archeologo trentino Paolo Orsi portò alla luce una necropoli composta da circa 330 tombe (delle quali 280 preelleniche) che gli permise di trarre delle importantissime conclusioni: ben prima dell’arrivo dei greci, dal nono secolo a. C. in poi, nel pianoro di Torre Galli sorgeva un centro abitato che aveva raggiunto un elevato livello di civiltà e che con ogni probabilità dominava questo lembo di Calabria. Una comunità guerriera che aveva al proprio interno delle differenziazioni sociali ed economiche e che aveva instaurato contatti economici con l’Oriente.

Ecco, quindi, che il noto archeologo individuò, a poca distanza dalla necropoli, il luogo dove doveva sorgere il vero e proprio centro abitato. Negli ultimi decenni gli studi di Orsi sono stati ripresi da alcuni esperti, tra questi proprio Marco Pacciarelli, il docente della Federico II che ha coordinato i recenti scavi. Pacciarelli, che può essere definito il prosecutore dell’opera di Orsi, ha fatto la sua tesi di laurea proprio su Torre Galli e successivamente ha approfondito le questioni storiche collegate a questa zona effettuando scavi e ricerche.

Nelle scorse settimane, grazie a già citato PRIN, Pacciarelli ed i suoi ragazzi si sono messi al lavoro al centro del pianoro chiamato Savo, dove, già secondo Orsi, sorgeva l’antichissimo villaggio. Grazie alla loro strumentazione, gli archeologi hanno individuato con precisione il perimetro della città di Torre Galli (chiamiamola così). Questo centro ricopriva una superficie di circa 20 ettari ed è interamente sepolto. Dagli scavi di cui si sta dicendo è venuta fuori un’abitazione, risalente a circa 3000 mila anni fa, le cui travi risultano incendiate. Tale elemento a prima vista ha lasciato supporre che la “città di Torre Galli”  fosse stata distrutta dai greci.

L’arrivo di quest’ultimi, infatti, non fu proprio indolore per gli indigeni, anzi in molti casi tra le civiltà vi furono aspri e sanguinosi scontri. Tuttavia, sembra da escludere che il villaggio sia stato incendiato in epoca greca. E non si è capito bene neppure se l’incendio abbia riguardato tutte le altre abitazioni oggi sepolte, oppure  solo l’edificio riportato alla luce.

Ad ogni modo, al momento si possono fare solo ipotesi affrettate; quanto emerso dovrà essere vagliato e la seconda fase degli scavi, in programma a luglio 2013, con ogni probabilità ci fornirà delle certezze. Di sicuro il sito di cui stiamo parlando è veramente un tesoro di ineguagliabile valore.

Una vera risorsa per il territorio su cui puntare con decisione anche per lo sviluppo turistico dell’entroterra tropeano. Dispiace che gli amministratori comunali drapiesi (e non solo loro), a quanto pare, da quanto ci è stato detto,  non si siano degnati neppure di far visita a questo esimio studioso e alla sua equipe, se non altro per informarsi su cosa stesse accadendo nel territorio da loro amministrato.

Mario Vallone

 

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