Il Consiglio provinciale di ieri

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20/01/12. Quasi cinque ore, tanto è durato il Consiglio provinciale di ieri, che si è concluso soltanto in tarda serata, alle 22. Pochi ma pregnanti i punti all’ordine del giorno, sui quali si è sviluppata un’articolata discussione che ha vissuto anche momenti di forte contrasto tra maggioranza e opposizione.

In apertura dei lavori, il vice presidente del Consiglio provinciale, Francesco Miceli, ha sollecitato l’adozione di iniziative a tutela della sanità vibonese, «puntando sulla qualità, non soltanto dell’assistenza sanitaria, ma anche della gestione amministrativa».
Si è dunque passati alla discussione degli argomenti all’ordine del giorno, con l’assessore al Bilancio, Pasquale Fera, che ha relazionato sui rilievi mossi dalla Corte dei Conti, con particolare riferimento al consuntivo 2009, e sulle risposte fornite dall’Amministrazione. Residui attivi e passivi, spesa per il personale, alienazione degli immobili di proprietà della Provincia, società partecipate e swap (cioè gli strumenti finanziari derivati): questi gli argomenti trattati dalla magistratura contabile in una serie di rilievi ai quali l’Ente ha replicato in maniera dettagliata, come ha spiegato Fera.

In particolare, l’assessore – pur riconoscendo in alcuni casi la fondatezza delle obiezioni mosse dalla Corte dei Conti, anche a causa di alcuni errori commessi dall’Ente nel rispondere ai quesiti posti – ha difeso la trasparenza dell’attività amministrativa, rimarcando gli sforzi fatti per ridurre le spese e innescare un processo virtuoso di concreta sostenibilità economica e finanziaria.

Pungente la replica del consigliere di minoranza Nicola Crupi (Pdl): «Anche questa volta, giunta e maggioranza cercano di minimizzare la portata dei rilievi mossi dalla Corte dei Conti, alla quale non basta promettere che in futuro saremo più buoni, perché ci chiede di giustificare situazioni pregresse circostanziate». Crupi, quindi, ha lamentato la mancanza di relazioni dettagliate con le quali affrontare nello specifico i singoli punti oggetto di attenzione.

Alle sue parole ha replicato il presidente Francesco De Nisi, che ha rivendicato la puntualità e l’articolazione con cui la Provincia ha risposto alle obiezioni della magistratura contabile, denunciando contestualmente una situazione finanziaria difficile determinata dalla progressiva riduzione delle risorse trasferite alla Provincia. «Siamo passati da circa 36 milioni di euro trasferiti a 26 – ha spiegato – con un taglio netto di un terzo. Nonostante, ciò siamo riusciti a far fronte a tutte i nostri impegni, dagli stipendi ai mutui, e ciò grazie a una gestione virtuosa che ha fatto leva sul risparmio e sulla riduzione graduale del personale. Basti pensare, per fare un esempio, che le spese del Consiglio e della Giunta sono state ridotte del 55 per cento. Chi in Calabria può dire di aver fatto altrettanto?».

De Nisi poi ha affermato che «non c’è un solo ente immune ai richiami della magistratura contabile e la situazione ereditata da questa Amministrazione rende inevitabile certe osservazioni». Come sui debiti fuori bilancio, che per De Nisi sono addebitabili per l’80 per cento alla passata gestione amministrativa: «Noi non li abbiamo contratti, ci siamo soltanto limitati a riconoscerli come era nostro dovere fare».

Dal canto suo, Miceli (Udc) ha lanciato un appello al presidente «affinché metta in preventivo una verifica politica in vista della fine della consiliatura, valutando la tenuta della sua maggioranza e se ci sono margini per qualche aggiustamento». È questa, infatti, l’interpretazione che poi egli stesso ha dato alla battuta che ha pronunciato durante il proprio intervento, con riferimento alla solidità della maggioranza: «Dobbiamo morire per consunzione o per morte violenta?».

Alla termine, le risposte fornite alla Corte dei Conti sono state deliberate con 12 voti a favore e 8 contrari.

Si è dunque passati all’approvazione del regolamento di applicazione del canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche, licenziato con voto unanime.

Infine, l’ultimo e più atteso punto all’ordine del giorno: la parziale modifica della delibera di approvazione del Piano provinciale di dimensionamento scolastico, sulla base delle osservazioni fatte dalla Regione.

La discussione sull’argomento, costellata da almeno tre brevi sospensioni della seduta, è stata aperta dalla relazione dell’assessore alla Pubblica istruzione, Pasquale Fera, che ha illustrato i rilievi della Regione, con riferimento all’istituto comprensivo di Zungri e all’istituto Nautico di Pizzo. Nel primo caso, la Regione ha negato la possibilità mantenere l’autonomia scolastica, come stabilito nella prima bozza del piano, per mancanza dei parametri numerici previsti; con riferimento a Pizzo, invece, ha sollevato dubbi sulla scelta effettuata perché contraddirebbe l’indicazione di non potenziare gli istituti omnicomprensivi.

Si è quindi deciso di accorpare le scuole di Zungri, Cessaniti e Zaccanopoli, mentre resta invariata la situazione a Pizzo (dove l’Istituto tecnico commerciale viene separato dal Nautico), perché nella scelta adottata in prima istanza non è stato riscontrato dalla Provincia un potenziamento dell’istituto omnicomprensivo.
Inoltre, con 17 voti a favore e 11 contrari, è stato approvato l’emendamento presentato dal consigliere Miceli, che prevede la costituzione di un istituto comprensivo che accorpa quelli di Spadola, Simbario e Brognaturo. Bocciato, invece, l’emendamento presentato dal capogruppo Udc, Francesco Bilotta, che chiedeva di non separare l’Istituto tecnico-commerciale di Pizzo dal Nautico.

L’approvazione a maggioranza dell’emendamento Miceli (anch’egli esponente Udc) ha causato forti proteste da parte del consigliere Bruno Rosi, che riveste anche la carica di sindaco di Serra San Bruno, perché ha come diretta conseguenza la perdita di una dirigenza scolastica nel suo comune, anche se – è bene sottolinearlo – prima della redazione del piano di dimensionamento, Serra vantava comunque soltanto un’autonomia scolastica. Rosi ha anche annunciato l’intenzione dell’Amministrazione comunale di impugnare l’atto, sebbene, come ha ricordato il presidente De Nisi, l’ultima parola spetta comunque alla Regione, presso la quale Serra potrà far valere le proprie motivazioni se le ritiene sufficientemente fondate.

Contro il metodo adottato, cioè considerare ammissibile un emendamento che nella sostanza non riguardava le obiezioni specifiche della Regione, si è espresso anche il consigliere Rinaldo Bertucci (Pdl). Mentre il consigliere di maggioranza Barbara Citton (Sel) ha fortemente stigmatizzato le polemiche che puntualmente accompagnano la redazione del piano di dimensionamento, «che non riguarda l’istruzione e il futuro dei ragazzi, ma soltanto le dirigenze scolastiche, un aspetto del tutto marginale rispetto alla qualità della scuola, che dovrebbe essere invece l’unica nostra preoccupazione».

Alla fine, a favore della nuova rimodulazione si sono contati 11 voti, mentre 8 sono stati i consiglieri che si sono espressi contro.

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