Gerocarne, il borgo dei vasai

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Gerocarne è un Comune di circa 2400 abitanti ed ha l’estensione territoriale più grande tra i 50 comuni che compongono la provincia di Vibo Valentia. Si trova sul versante tirrenico delle Serre, 220 metri circa s.l.m. nei pressi del torrente Morano e comprende le seguenti frazioni: Ciano, Ariola e Sant’Angelo.

uno scorcio del centro storico di Gerocarne
Viuzza in salita, tipica del centro storico di Gerocarne
Edicola votiva incastonata tra edifici del centro storico del paese
Un'antica fontana
"chioschetto" all'entrata del paese

 

Il vivaio della frazione Ariola

 

Monumento al parroco di Gerocarne
Fontana in piazza

 

Gerocarne ha origini remote ed il suo nome significa, secondo alcuni, “carne sacra”. Qualche storico, invece, pensa si possa associare al cognome greco “Jerocaris” e altri studiosi al fatto che qui vi fossero degli allevamenti e degli alberi selvatici. Gerocarne faceva parte dello “stato” di Arena, al quale rimase attaccato per diverso tempo (fino alla fine del ‘600). Poi passò a Soriano, quindi ai Carafa e subito dopo al convento domenicano della medesima cittadina. Nel 1572, fu fondato a Gerocarne un monastero carmelitano che però fu successivamente distrutto dai terremoti. Di esso oggi rimangono solo i ruderi.

La chiesa matrice di Santa Maria de Latinis

 

La bellissima statua di San Sebastiano, patrono del paese, custodita all'interno della chiesa madre di Gerocarne.

 

Particolare della chiesa madre
Particolare della chiesa madre

 

Il pulpito in legno

 

Chiesetta caratteristica tra gli edifici del centro storico

Gerocarne ottenne l’autonomia comunale nel 1811, ai tempi del riordino amministrativo francese, fase storica basilare per affrontare lo studio del vibonese.

L’attività più fiorente nel piccolo borgo, soprattutto fino ad alcuni decenni addietro, era l’artigianato. Esso viene praticato ancora oggi, anche se in misura minore rispetto al passato.  Abili artigiani modellano l’argilla e, tramite una procedura rimasta uguale a quella di tanti anni fa, creano numerosi recipienti e utensili tra cui le cosiddette “pignate”, vasi solitamente dotati di due manici utilizzati per cucinare i fagioli, elemento tipico della cultura contadina di questi luoghi.

L'argilla dalla quale verranno ricavati i vasi

 

Il maestro vasaio modella l'argilla per ricavarne dei recipienti
Il vaso è quasi pronto per la cottura

 

Pronti per essere infornati
Il vaso rifinito

 

La "pignata" la tijea"

 

Il patrono di Gerocarne è San Sebastiano, festeggiato il 20 gennaio

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